La stagione calda rappresenta una sorta di arma a doppio taglio per i due milioni di italiani affetti dalla psoriasi: se da una parte, la foto-esposizione e il mare sono utili al processo di regressione delle lesioni cutanee che caratterizzano questa patologia dermatologica, dall’altra bisogna evitare le scottature e una eccessiva secchezza cutanea che possono causare sintomi come prurito e infiammazione.
Quando si parla di psoriasi, un altro importante aspetto da tenere in considerazione è quello psicologico: secondo una ricerca della National Psoriasis Foundation americana, oltre il 40% dei soggetti che soffrono di psoriasi patiscono soprattutto in estate l’impatto psicologico del disturbo, poiché tendono a nascondere le lesioni sotto abiti, pantaloni e maglie a maniche lunghe, anche in spiaggia.
Tuttavia, gli effetti positivi di sole e mare sulle lesioni sono notori a tutti, ma la foto-esposizione deve essere effettuata in modo graduale e con l’ausilio di una foto-protezione adatta; inoltre, bisogna ricordare di applicare la protezione solare ogni due ore, evitando di esporsi al sole tra le 13 e le 16: si tratta di regole generali che vanno seguite con particolare attenzione da coloro che soffrono di psoriasi, perché in questi soggetti ustioni e scottature possono determinare la riattivazione della psoriasi.
Psoriasi: i pericoli delle scottature
In particolare, le scottature scatenano il cosiddetto “fenomeno di Koebner“, che consiste nella insorgenza di placche nelle zone soggette a uno stimolo fisico, come la scottatura solare, o meccanico, come lo sfregamento o traumi locali.
È fondamentale che coloro che soffrono di psoriasi, ma non solo, mantengano la pelle sempre idratata e nutrita: per questo, si consiglia di detergere la cute con gel idratanti o a base oleosa, proseguendo poi, dopo la doccia, applicando creme emollienti formulate ad hoc.
Inoltre, si consiglia di indossare vestiti freschi e di cotone evitando abiti troppo stretti. Mai sospendere le terapie di propria iniziativa!
In estate, alcuni pazienti decidono di ridurre o sospendere le terapie farmacologiche senza consultare il medico, poiché assistono alla regressione delle lesioni: questo è sbagliato, poiché è importante che sia il dermatologo a suggerire come eventualmente modificare le terapie nel corso della stagione estiva.
Sospendere di propria iniziativa le terapie in atto può esporre a ricadute e peggioramenti ed, inoltre, la cosiddetta “vacanza terapeutica”, che veniva applicata in estate con i farmaci di vecchia generazione non risulta più necessaria con i moderni trattamenti biologici, che risultano più efficaci e sicuri anche nelle terapie più lunghe.
In estate, una dieta sana contro la psoriasi
Benché nessuno studio scientifico mostri l’esistenza di un legame tra alimentazione e psoriasi, nutrizionisti e medici consigliano una dieta sana e bilanciata che permetta di tenere sotto controllo il peso, i sintomi della malattia e di ridurre il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari e diabete.
In linea generale, una alimentazione sana consiste nel seguire una dieta ricca in frutta, verdura, cereali integrali e latticini a basso contenuto di grassi. Tra i cibi più consigliati ci sono sicuramente i pesci grassi, come salmone, sgombri e sardine, ricchi in acidi grassi omega-3, sostanze fondamentali per la salute dell’apparato cardiovascolari e utili nel contrastare i processi infiammatori tipici della psoriasi.
Lo stesso effetto anti-infiammatorio naturale si può ottenere mediante un regime alimentare che prevede un largo consumo di frutta (es. mirtilli) e verdura, soprattutto carote, zucca, patate dolci, spinaci, cavoli e broccoli.
Una dieta “sana” prevede poi il consumo di legumi e soprattutto di cereali integrali che risultano ricchi in molecole dall’azione antiossidante e antinfiammatoria e contengono elevate concentrazioni di fibre.
Per ciò che concerne la carne, è meglio optare per il consumo di carni bianche, come pollo o tacchino: il consumo di carne rossa potrebbe favorire i processi infiammatori che caratterizzano varie patologie, tra cui la psoriasi, anche se attualmente non esistono prove scientifiche a sostegno di questa tesi.
L’alcol è annoverato nell’elenco di ciò che va limitato o evitato: può creare interazioni con i farmaci utilizzati nel trattamento della patologia e può favorire lo sviluppo di processi infiammatori.
Anche un eccessivo, e spesso inconsapevole, consumo di zuccheri aggiunti e trasformati può arrecare danno a tutti ma, in particolar modo, a chi soffre di psoriasi, in quanto può promuovere l’infiammazione: è importante imparare a leggere le etichette dei cibi che acquistiamo, poiché lo zucchero viene aggiunto a una vasta gamma di alimenti confezionati.
Va poi limitato il consumo di cibi fritti o cibi ricchi in grassi saturi o trans che favoriscono i processi infiammatori.
Sembra poi che alcune persone affette da psoriasi trovino giovamento a livello della sintomatologia della malattia, se smettono di consumare latticini: anche in questo caso, la scienza non ha ancora spiegato questo fenomeno ma, in linea generale, è opportuno scegliere latticini che non contengano troppi grassi.
Queste regole vanno bene per tutti: anche se non si soffre di psoriasi, è sempre il momento giusto per imparare ad amarsi mangiando in modo sano e curando la nostra pelle!