Nuovi risultati scientifici fanno luce sull'azione del plasma iperimmune dei pazienti guariti dal Covid-19: lo studio clinico Tsunami, voluto dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha reso nota - in queste ore - l'inefficacia della soluzione.
Pare, infatti, che la somministrazione del plasma dei convalescenti, in associazione alle cure farmacologiche anti-Covid, non sia vantaggiosa nei primi trattamenti, come si sperava; rischio di polmoniti e di complicazioni anche peggiori non risulterebbero quindi scongiurati.
Plasma iperimmune: nessun particolare beneficio contro il Covid-19
I dati, resi noti in un comunicato ufficiale, parlano di possibili miglioramenti riscontrati solo nei pazienti con una lieve forma di infezione, ma non è stata ancora raggiunta quella statistica numerica in grado di dare certezze. Si tratta di un aspetto (auspicabile) ancora da analizzare approfonditamente.
Lo studio
Lo studio ha visto la partecipazione di 487 pazienti seguiti da 27 centri clinici in Italia, divisi in due gruppi; un primo gruppo è stato trattato secondo la terapia consueta, il secondo con il plasma iperimmune ad alto titolo di anticorpi neutralizzanti più terapia standard.
Differenze riscontrate? Nessuna significativa, in primis osservando i soggetti costretti, purtroppo, alla ventilazione invasiva. “Nel complesso, Tsunami non ha quindi evidenziato un beneficio del plasma in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi trenta giorni”, si afferma nel Comunicato.
Sicuramente, la terapia combinata è stata ben tollerata, seppure si siano riscontrati eventi avversi maggiori nel gruppo curato con plasma.
Plasma contro il Covid-19: dubbi anche dagli Stati Uniti
Non solo l'Italia, anche dagli Stati Uniti a non mancare sono i dubbi sul valore terapeutico del plasma.
I National Institutes of Health (Nih) statunitensi hanno, infatti, interrotto lo studio clinico C3PO, iniziato lo scorso agosto 2020, per indagare l'efficacia e la sicurezza del plasma da convalescenti, in 511 pazienti con Covid-19 lieve e moderato.
La ragione? Nessun beneficio o danno. Lo stesso sostiene anche un team di studiosi dell’Hospital Italiano de Buenos Aires (studio PlasmAr), che non hanno evidenziato alcun particolare beneficio.
Ma le cose, come detto, potrebbero risultare differenti per i pazienti meno gravi.
Il plasma iperimmune è utile nelle forme lievi di Covid-19?
I soggetti malati, ma con un quadro di insufficienza respiratoria lieve, hanno ottenuto un leggero miglioramento. Ma i dati sono in divenire e si darà spazio a nuovi studi.
Ciò che è bene evidenziare è l'importanza di concentrarsi su soluzioni terapeutiche massimamente valide, in un momento così delicato per tutti.