Prevenire, si sa, è meglio che curare. La prevenzione è una strategia utile per evitare lo sviluppo di patologie, che potrebbero anche avere serie ripercussioni sulla nostra salute.
Prevenire non vuol dire solo abbracciare uno stile di vita sano, ma anche sottoporsi a esami medici volti a identificare la presenza di alterazioni che potrebbero rappresentare il passo precedente allo sviluppo di una patologia.
Uno di questi esami è il PAP test, che consente di evidenziare la presenza di lesioni che potrebbero evolvere in un tumore della cervice uterina (o del collo dell’utero). Ecco perché si fa il PAP test!
Il PAP test: a cosa serve
Il PAP test è una metodica diagnostica indolore, priva di rischi per la paziente, a cui tutte le donne dovrebbero sottoporsi regolarmente, in particolare dall’inizio dell’attività sessuale.
L’esame consiste nel prelievo di cellule uterine e della cervice uterina, che vengono poi analizzate alla ricerca di alterazioni prodotte da alcuni tipi di virus del papilloma umano (HPV).
L’HPV è trasmesso per via sessuale, ma solo determinati tipi del virus provocano il cancro. Per potersi sviluppare, il cancro necessita di tempo ed è per questo che diagnosticare precocemente l’infezione da HPV responsabili del processo tumorale è importante. In questo modo, infatti, si possono iniziare dei trattamenti volti ad evitare la formazione del tumore.
Ogni quanto fare e quando fare il PAP test
Quando fare il PAP test è una domanda molto comune. L’indicazione principale è che tutte le donne, di qualsiasi età, dovrebbero sottoporsi al test, in particolare dopo i 25 anni d’età o comunque dopo l’inizio dell’attività sessuale. Anche le donne in menopausa, almeno fino ai 65 anni, devono sottoporsi al test con regolarità, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno rapporti sessuali. Dopo i 65 anni, il rischio di tumore al collo dell’utero diminuisce grandemente, quindi sottoporsi al test diventa meno necessario.
Chiarito questo, ogni quanto fare il PAP test e quando fare il PAP test nell’arco del mese? Il PAP test si esegue ogni 3 anni e gli appuntamenti vengono fissati dopo almeno 3 giorni dalla fine del ciclo mestruale e almeno una settimana prima del ciclo seguente. Vi sono poi altre indicazioni utili per garantire la buona riuscita dell’esame, ad esempio non avere rapporti sessuali nei 2 giorni precedenti al test né aver utilizzato lavande, gel o ovuli vaginali.
Effettuare il PAP test è consigliabile anche per le donne in gravidanza, se l’ultimo test è stato eseguito più di due anni prima. Con il PAP test in gravidanza non ci sono rischi né per la donna né per il feto, e viene solitamente effettuato al 4° mese.
Come interpretare i risultati del PAP test
Di solito, i risultati del PAP test sono disponibili dopo due settimane. Il risultato negativo del PAP test è sinonimo di assenza di infezione da HPV, quindi non ci sono alterazioni cellulari.
Il medico può comunque refertare una flogosi nel PAP test, poiché può osservare la presenza di microrganismi che hanno indotto una riposta infiammatoria (la flogosi, infatti, altro non è che l’infiammazione). Si tratta, in questo caso, di microrganismi che non sono responsabili del tumore al collo dell’utero.
Il PAP test positivo evidenzia, invece, la presenza di cellule del collo dell’utero anomale. Devono poi essere effettuati altri esami, detti di secondo livello, per confermare le alterazioni, valutarle meglio e determinarne la tipologia. Sulla base di queste valutazioni, si potrà poi iniziare la terapia corretta (che non sempre è necessaria). Attenzione, però. Il PAP test positivo non deve allarmare, poiché una delle situazioni più frequenti è che il risultato, in realtà, è incerto. Raramente le alterazioni cellulari sono sinonimo di lesioni pre-tumorali, e nella maggior parte dei casi è solo una flogosi riscontrata nel PAP test.
Il PAP test positivo può essere anche dovuto alla presenza di lesioni associate a displasia di alto grado, una situazione poco frequente, ma meritevole di approfondimento diagnostico, soprattutto se viene evidenziata anche la presenza di HPV. Anche qui, preoccuparsi in modo eccessivo non è utile, perché queste lesioni possono regredire anche in modo spontaneo. Decisamente più rare sono i risultati del PAP test che suggeriscono la presenza di lesioni pre-tumorali.
Ricordiamoci che, prima di svilupparsi, un tumore richiede tempo! Ecco perché si fa il PAP test, perché è una metodica di screening e di prevenzione, che consente di evitare lo sviluppo del tumore. Inoltre, sottoporsi al PAP test è utile anche se questo è negativo, perché si può evidenziare la flogosi nel PAP test, che indica l’infezione da parte di microrganismi e che, quindi, dobbiamo curare.