Odi il Natale? Ecco come sopravvivere a questo periodo!

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Natale e Umori: ecco come superare la Depressione

Se sei tra quelli che odiano il Natale, sappi che c’è una spiegazione scientifica! A sostenerlo, il British Medical Journal che, in una indagine, ha svelato le ragioni che portano alcuni a mal tollerare lo spirito natalizio.

Il colpevole 😡?

Il cervello! Ad affermarlo anche lo psicoterapeuta Adriano Formoso, che in una intervista ci spiega come e perché.

Perché si odia il Natale?

Alcuni ricercatori in scienze neurologiche dell’università di Copenaghen spiegano che nel cervello c’è un’area in cui è relegato il piacere, che dovrebbe essere stimolata dallo spirito e dal clima del Natale. Ma questo non succede sempre. Molti, infatti, hanno un chiaro blocco nel provare piacere, anche solo pensando all’arrivo delle Feste. Quel famoso sistema “mesocorticolimbico” legato alla sensazione di piacere non riesce ad andare oltre l’angoscia e le conseguenze neurofisiologiche che hanno provocato alcuni traumi subiti.

Quali sono i meccanismi cognitivi-cerebrali che si mettono in azione 👈?

Si è evidenziato che i circuiti cerebrali attivati dall’odio hanno parecchio in comune con quelli dell’amore. Se per amore si fanno a volte “follie” con gesti estremi, nello stesso modo l’odio può portare a comportamenti estremi, accanendoci contro quello che odiamo.

Alcune persone subiscono passivamente l’angoscia del periodo natalizio, mostrando il loro stato depressivo, altri arrivano persino ad affermare “odio il Natale!”. Quest’ultima è una forma reattiva caratterizzata da un sentimento di odio che contribuisce allo sviluppo di un forte senso di negatività nella persona, attivando a livello cerebrale e cognitivo stati di nervosismo e d’irritabilità.

Cosa consiglia a tutti i “Grinch” per sopravvivere a questo periodo dell’anno?

Per sopravvivere alle situazioni stressanti è necessario sviluppare una grande attitudine, quella di tollerare… il vero spirito della tolleranza è accettare le differenze.

I vari “Grinch” hanno l’occasione di una crescita personale e di brindare alla loro capacità di sopravvivenza. Chi tollera comprende l’unicità di ogni persona (…). Questa visione flessibile aumenta la nostra resistenza nell’affrontare il periodo angosciante delle festività e con esso le persone che incontriamo (…). 

Il mio consiglio è, quindi, cercare di cogliere le ragioni per cui il Natale ci fa avvertire irritazione, dopo quello di valutare il proprio livello di tolleranza con l’intento di renderlo più forte. Ma se proprio non se ne è capaci, se ci si sente costretti a vivere il Natale come qualcosa di angosciante, che riporta a un ricordo doloroso, a una atmosfera piena di tensioni, consiglio di non stare troppo a casa. Meglio allora progettare un viaggio oppure cercare di trascorrere il tempo con gli amici o in un’associazione di volontariato.

Chi è vicino al “Grinch” come riesce a festeggiare senza “soccombere” 👽?

Il mio consiglio è di vivere le relazioni senza caratterizzarle al Natale, ma con la libertà e il piacere che si prova sempre nel resto dell’anno. Consiglio di partecipare a iniziative di gruppo tra persone vicine al “Grinch”, vivendo il periodo vacanziero come fosse quello di Pasqua o quello estivo. Spesso il “Grinch” si mostra reticente proprio perché l’atmosfera natalizia genera una provocazione in chi ha sofferto molto proprio per le proprie relazioni familiari.

Poi ci sono molte persone che avvertono il Natale come un pericolo, non solo per la psiche ma anche per gli aspetti alimentari che questa ricorrenza impone (…). Questo aumento di peso si accumula in pochi giorni e spesso per smaltirlo bisogna aspettare dei mesi all’insegna della dieta e dell’attività fisica (…). 

Si può convertire qualcuno allo spirito natalizio?

Se il Natale può simboleggiare per molti un momento di speranza, ricordando la nascita di Gesù, anche in un’accezione laica si ha più tempo per andare a trovare un amico che è in difficoltà. Non è necessario attribuire la nostra vicinanza agli altri al Natale, ma perché si è più liberi dal lavoro. Penso che sia possibile così (…). Penso che ogni “Grinch” abbia modo di un cambiamento.

Quali sono i segni che fanno capire subito che si nasconde un “Grinch”?

Sono molti i segnali. Tra questi noto la percezione che il Natale sia un complotto commerciale per far spendere denaro (…).

Altri declinano cene di lavoro e parenti soddisfatti di aggredire l’ipocrisia che trovano in queste iniziative e cercando di proteggersi dal timore di essere omologati dalle tradizioni. Penso che nella nostra vita vi sia posto anche per le tradizioni, senza dare a loro un valore assoluto ad altre caratterizzazioni della società (…).


Per approfondimenti: Evidence of a Christmas spirit network in the brain: functional MRI study. BMJ. 2015 Dec 16;351:h6266. doi: 10.1136/bmj.h6266. Hougaard A1, Lindberg U2, Arngrim N1, Larsson HB2, Olesen J1, Amin FM1, Ashina M1, Haddock BT3. 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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