La nostra pelle assorbe tutte le sostanze che fanno parte della nostra vita, dai cibi che mangiamo ai prodotti di bellezza e cura che utilizziamo.
Da questo presupposto è partito il professor Pieter Dorrestein, docente di farmacologia presso l’Università della California – San Diego, quando, col suo team di studio, ha deciso di eseguire una mappatura completa della pelle di due volontari.
Lo studio
Ciò che i ricercatori volevano ottenere era un’analisi della pelle (il nostro organo più grande) per capire quali siano i fattori trainanti per le comunità microbiche che sui nostri tessuti vivono e si riproducono. È la prima volta che si effettua un’indagine di questo tipo: il risultato ottenuto è una serie di immagini 3D che rivela le migliaia di microbi e molecole con cui ogni giorno conviviamo.
Una sorta di firma chimica, unica per ogni individuo, che può fornire una conoscenza dettagliata delle nostre abitudini circa igiene personale, cibi di cui ci nutriamo, farmaci che assumiamo e pratiche di bellezza che seguiamo.
Oltre 400 tamponi
Sono stati effettuati tamponi in tutto il corpo per un totale di circa 400 analisi che hanno interessato tutta la superficie cutanea, mediamente circa 2 mq.
“La nostra pelle è la prima interfaccia con l’ambiente che ci circonda e quindi è facile prevedere che agisca come una spugna che assorbe microrganismi e sostanze chimiche man mano che le incontra – spiega il dottor Dorrestein – e abbiamo voluto esaminarla guardando più ai microrganismi che ai prodotti di bellezza”.
Per questo motivo i volontari sono stati analizzati dopo tre giorni dall’aver fatto la doccia, ma, nonostante questo, sui loro corpi sono state rinvenute sostanze derivanti da prodotti di bellezza e cosmetici per il 14%. Shampoo, deodoranti, creme idratanti permangono per giorni sulla nostra cute, nonostante ognuno di noi perda quotidianamente milioni di cellule.
Zone diverse, batteri diversi
Alcuni batteri sono tipici di particolari zone del corpo, altri di altre.
Questo a causa di alcuni fattori (come l’umidità) che favoriscono lo sviluppo e la crescita di precisi microrganismi. Per questo motivo i tamponi effettuati sui piedi hanno registrato molti batteri, come per esempio lo stafilococco, mentre quelli associati all’acne sono stati trovati, come ci si aspetterebbe, su viso e schiena.
Le potenzialità dello studio
“Il risultato che questa ricerca porta nell’immediato è una precisa mappatura della complessa comunità di microrganismi che vive sulla pelle umana e delle sostanze chimiche che incontriamo quotidianamente. Ma il pieno potenziale è ancora irrealizzato e sarà importante capire come la nostra pelle reagisce nel lungo periodo alle sostanze, chimiche o naturali, che incontra”, ha dichiarato Thomas Kupper, responsabile di dermatologia presso l’Ospedale di Boston.
La speranza è chiaramente quella di conoscere meglio la pelle umana per prevenire le malattie della pelle, comprese allergie come la dermatite e la psoriasi.