Aissa Edon era una bimba malese di soli sei anni quando venne sottoposta all’assurda pratica della mutilazione genitale.
Oggi, Aissa lavora come ostetrica a Londra ed è specializzata nell’aiutare le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili (MGF).
Aissa ha raccontato la sua storia alla giornalista Smitha Mundasad per il programma radiofonico “Global Midwives” della emittente BBC Global Service.
Cosa sono le MGF?
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono pratiche tradizionali diffuse soprattutto in molti paesi dell’Africa sub-sahariane che provocano spesso gravi danni fisici e psicologici alle bambine e donne che le subiscono.
Circa 130 milioni di donne nel mondo sono state sottoposte a MGF e ogni anno 3 milioni di bambine sono a rischio.
Le mutilazioni genitali femminili sono varie e di tanti tipi. Secondo l’Oms, esistono 4 principali tipi di mutilazione:
- Circoncisione: asportazione della punta della clitoride, con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche.
- Escissione del clitoride: asportazione della clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra.
- Infibulazione: asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale.
- Un quarto gruppo di interventi di varia natura sui genitali femminili.
Tutte queste mutilazioni ledono gravemente sia la vita sessuale sia la salute delle donne con gravissime conseguenze sul piano psicofisico, sia immediate (con il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock), sia a lungo termine (cisti, difficoltà nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre sia per il nascituro).
La storia di Aissa
Aissa è una giovane donna bella e sicura di sé che vive a Londra e che si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica occidentale su un tema scottante come quello delle mutilazioni genitali femminili.
La stessa Aissa ha subito una mutilazione genitale in tenera età e lo ha raccontato a un programma radiofonico inglese proprio per tenere alta l’attenzione sul tema. In particolare, il racconto della giovane donna di origini malesi fa venire i brividi: Aissa ha raccontato di ricordare ogni minimo particolare dei momenti in cui veniva sottoposta alla mutilazione; luoghi, odori, grida, rumori e soprattutto un dolore atroce e inenarrabile.
Aissa non ha raccontato molto sulla sua infanzia: dopo aver subito la mutilazione genitale femminile, ha lasciato il Mali ed è stata adottata da una famiglia francese. Ma anche durante la sua nuova vita in Occidente, la donna ha patito le pesanti conseguenze derivanti dalla mutilazione: ha convissuto con infezioni recidivanti alle vie urinarie e soprattutto dolori lancinanti fino a quando, all’età di 23 anni, è ricorsa alla chirurgia ricostruttiva.
Purtroppo però non basta un intervento chirurgico per curare le ferite dell’anima. Oggi, Aissa si batte con passione nella lotta contro le MGF. Si impegna nei progetti di prevenzione delle mutilazioni genitali femminili e, in particolare, il suo lavoro consiste soprattutto nell’offrire aiuto e supporto alle donne sottoposte a MGF e in dolce attesa.
La gravidanza rappresenta un momento unico e delicato nella vita di qualsiasi donna ed è spesso un periodo molto particolare per coloro che hanno subito MGF: spesso, dopo anni di silenzio e omissioni, molte donne trovano il coraggio di aprirsi e confidare alle ostetriche che le assistono il dramma che hanno vissuto e con le cui conseguenze convivono.
È dunque molto importante che le ostetriche e il resto del personale medico e paramedico sia preparato e formato per affrontare queste situazioni anche perché le mutilazioni genitali possono in molti casi non rendere sicuro e agevole un parto naturale e un parto cesareo eseguito con troppo ritardo può comportare non pochi rischi: per questo si cerca di aiutare le mamme già dai primi mesi di gestazione o, laddove possibile, prima del concepimento.