La menopausa è definita come la condizione di assenza del periodo mestruale per oltre 12 mesi. È il periodo in cui le ovaie cessano la loro funzione e le donne smettono di essere fertili.
Le ovaie (gonadi femminili) sono le ghiandole riproduttive delle donne. Si trovano nella pelvi, una su ogni lato dell’utero. Ogni ovaia ha, più o meno, la dimensione e la forma di una mandorla. Le ovaie producono sia gli ovuli che gli ormoni femminili come gli estrogeni. Durante ogni ciclo mestruale, della durata di 26-28 giorni, un uovo è liberato da un ovaio. L’uovo viaggia dall’ovaio attraverso la tuba di Falloppio verso l’utero dove, se incontra lo spermatozoo maschile, viene fecondato.
Sia l’età che il modo di vivere la menopausa sono diverse per ciascuna donna e il suo arrivo non è mai un evento improvviso, ma graduale e con precisi segnali di avvertimento, il principale dei quali è l’irregolarità del ciclo mestruale.
L’età media della menopausa si aggira intorno ai 51 anni ma si tratta, più che altro, di un dato statistico. Infatti, può presentarsi in un arco di tempo che va dai 45 ai 55 anni, anche se esitono casi di menopausa precoce, prima dei 40, così come episodi di menopausa ritardata fino ai 60. L’età dell’arrivo della menopausa non è correlata con l’età del menarca, il primo ciclo mestruale, piuttosto con l’età della menopausa della propria madre [2].
Come riconoscere i sintomi della menopausa?
I sintomi della menopausa, che si verificano nel periodo di transizione, detto anche perimestruale, sono sia di natura fisica che psicologica. I primi possono includere, oltre al ciclo irregolare che può anche mancare per uno o più mesi, vampate di calore, sudorazioni notturne, dolori vaginali, soprattutto durante il rapporto sessuale, emicranie e il bisogno di urinare più spesso, mentre tra i secondi i più diffusi sono gli attacchi di ansia, improvvisa irritabilità, calo della libido e, talvolta, stati depressivi.
Ma così come l’età della menopausa è diversa da donna a donna, anche la sintomatologia può essere differente e non sono rari i casi di menopause quasi completamente asintomatiche. Proprio per questo motivo, i diversi kit di misurazione ormonale in commercio non possono essere ritenuti affidabili, vista l’impossibilità di stabilire parametri ormonali uguali per tutte [2].
Quando si parla di menopausa precoce?
La menopausa è tecnicamente definita precoce quando la perdita dell’attività ovarica e la conseguente scomparsa del ciclo mestruale per un periodo di 12 mesi avviene prima dei 40 anni. Questa condizione si può verificare spontaneamente o per cause esogene, ad esempio per intervento chirurgico di ovariectomia bilaterale o in caso di soppressione ovarica, per via farmacologica o radioterapica. Questa casistica interessa circa il 3% delle donne italiane in età fertile.
La menopausa precoce spontanea ha gli stessi sintomi di quella naturale.
La menopausa, come detto, è preceduta da un periodo di transizione, caratterizzato da una diminuzione della produzione di estrogeni da parte delle ovaie, il periodo della perimenopausa. La perimenopausa inizia, in genere, intorno ai 40 anni e può durare da qualche mese a molti anni. La donna, in questa fase, rimane fertile. Se, per motivi spontanei o in seguito a disturbi patologici, la produzione ormonale diminuisce, può innescare la transizione della perimenopausa anche intorno ai 30 anni per arrivare alla menopausa precoce [3].
Quali sono le patologie che insorgono in menopausa?
I disturbi legati alla menopausa, alcuni dei quali possono essere sia sintomi che conseguenze, non sono da sottovalutare. Se nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi fastidiosi ma transitori, come le vampate di calore, la sudorazione notturna o l’irritabilità, in altri casi si possono sviluppare patologie gravi o gravissime.
Tra i disturbi, oltre a quelli citati, si contano sanguinamenti o secchezza vaginale, che può diventare atrofia, spasmi involontari della vescica, da cui il bisogno di urinare spesso, che possono diventare infezioni vere e proprie, vulvodinia, cioè dolore vaginale e la sindrome da stanchezza cronica.
Salendo nella scala della pericolosità, la più diffusa conseguenza della cessazione della produzione di estrogeni è l’osteoporosi che colpisce moltissime donne dopo la menopausa, in quanto gli estrogeni svolgono anche una funzione molto importante per la salute delle ossa. L’osteoporosi in fase lieve, può causare algie ossee e provocare schiacciamento delle vertebre mentre, in fase avanzata, favorisce le fratture ossee anche in seguito a traumi minimi. Classica la frattura del femore, come conseguenza di un banale ma deciso movimento rotatorio dell’anca.
I pericoli maggiori restano però a carico dell’apparato riproduttivo femminile. Infezioni vaginali, cistiti, polipi, tumori benigni, come i fibromi uterini e tumori maligni dell’utero o della cervice, sono possibili conseguenze della menopausa [4].
Sanguinamenti vaginali in postmenopausa
Se siete in menopausa, cioè non avete più il ciclo mestruale da almeno 12 mesi, non dovreste avere alcun tipo di sanguinamento vaginale. In caso si presentino sanguinamenti anche lievi o piccole emorragie, non pensate che si tratti del ritorno del ciclo mestruale. In realtà, questi eventi sono indicatori di una patologia uterina, che deve essere scoperta e trattata dallo specialista nel più breve tempo possibile. La causa più comune è la formazione di polipi, delle escrescenze che possono formarsi nel canale cervicale o in utero e, di solito, non hanno carattere tumorale. Ciò nonostante vanno trattati e rimossi chirurgicamente.
Anche l’iperplasia o l’atrofia endometriale (l’endometrio è il tessuto di rivestimento dell’utero) possono causare emorragie vaginali. L’iperplasia, cioè l’aumento di spessore dell’endometrio, può essere dovuto all’obesità. È sempre maggiore la convizione che l’iperplasia endometriale sia un fattore di rischio per il cancro dell’endometrio.
Anche la variazione nel senso opposto, l’atrofia dell’endometrio, può causare emorragie. L’ipotesi peggiore, ovviamente, è quella che il sanguinamento sia dovuto a un tumore dell’utero o della cervice e, in questo caso, le possibilità di successo sono strettamente legate alla rapidità dell’intervento. Per fortuna, esiste uno strumento efficace, semplice e poco invasivo, che permette la prevenzione e la diagnosi precoce, il pap test, che tutte le donne dovrebbero fare, periodicamente e con regolarità [5].
L’alimentazione in menopausa: cosa mangiare e cosa evitare
Alcuni fattori di rischio per le patologie legate all’invecchiamento e alla menopausa possono essere ridotti seguendo una dieta idonea. La regola generale è di variare molto spesso l’alimentazione in modo da assumere, in buona quantità, tutti i nutrienti di cui il corpo ha bisogno.
Le donne in menopausa hanno bisogno di assumere molto calcio e ferro per compensarne la diminuzione, quindi sono molto consigliati gli alimenti che ne sono ricchi. Per quanto riguarda il calcio:
- pesce
- uova
- latticini
- broccoli
- legumi
La dose giornaliera è di 1200 mg, cioè dalle 2 alle 4 porzioni quotidiane di questi alimenti.
Per il ferro:
- carni rosse magre
- pollame
- uova
- noci
- verdura a foglia verde
La dose giornaliera raccomandata di ferro nelle donne anziane è di 8 milligrammi al giorno, pari a circa 2-3 porzioni di questi alimenti, un po’ di più se evitate le carni e vi affidate, prevalentemente, a cibi di origine vegetale.
Molto importante è l’assunzione di grandi quantità di fibre, che si trovano in quasi tutti i vegetali: cereali, meglio se integrali, pasta, riso, frutta fresca e verdure. La maggior parte delle donne adulte dovrebbero assumere circa 21 grammi di fibre al giorno. Frutta fresca e verdure devono far parte della dieta quotidiana, almeno un paio di porzioni di frutta fresca e altrettante di verdure al giorno.
È bene sapere che alcuni alimenti di origine vegetale contengono della sostanze chiamate isoflavoni, considerati estrogeni vegetali. La loro azione è più blanda, rispetto agli estrogeni di origine endogena, ma possono essere molto utili nell’alleviare i disturbi della menopausa. La soia e il tofu, il cosidetto formaggio cinese, ne sono molto ricchi. Altrettanto importante è bere molta acqua, almeno un paio di litri al giorno.
Sono invece da evitare tutti gli alimenti ricchi di grassi e, se siete sovrappeso, affidatevi a uno specialista per una dieta appropriata, evitando in ogni caso di saltare i pasti per compensare eventuali cedimenti.
Evitate di eccedere con lo zucchero e con il sale, il cui contenuto in sodio porta all’ipertensione.
Naturalmente sono da evitare anche gli alimenti molto speziati e piccanti, i condimenti grassi e, più di tutto, alcool e tabacco [6].
Fonti
[1] Menopause http://www.medicinenet.com/
[2] Menopause http://www.webmd.com/
[3] Perimenopause http://www.webmd.com/
[4] Menopause Related Diseases & Conditions http://www.medicinenet.com/
[5] Postmenopausal Bleeding http://www.webmd.com/
[6] Menopause and Good Nutrition http://www.webmd.com/