La scienza ne discute già dal 2018: il nuovo agente patogeno X ancora non identificato sarà quasi certamente più letale e contagioso di Covid-19. La prima nazione a prepararsi è la Gran Bretagna.
Le origini della Malattia X
“L'intensità del contatto umano e animale sta crescendo sempre di più con lo sviluppo del mondo, e questo rende più facile l'emergere di nuove malattie, ma anche i viaggi e il commercio moderni rendono molto più probabile la loro diffusione”, dichiarava nell'anno 2018 il consigliere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Marion Koopmans, presagendo lo sviluppo di una futura pandemia scatenata da uno dei molteplici virus in circolazione nel mondo.
Viene definita dagli esperti Malattia X, poiché non ne si conosce ancora l'identità, nè il ceppo di provenienza.
Nonostante l’agente patogeno X è al giorno d’oggi ancora sconosciuto, già negli anni scorsi l’OMS chiedeva a gran voce di poter inizializzare procedure di sicurezza e sorveglianza dei virus in via di sviluppo per sopperire ad una possibile pandemia mondiale. Ebbene, l’emergenza globale è scattata nel 2020 con il nuovo Coronavirus e a quanto dice la Scienza non sarà l’ultima.
Le possibili cause scatenanti della nuova pandemia X
Secondo Kate Bingham, una degli esperti che ha presieduto la task force sui vaccini nel Regno Unito tra maggio e dicembre del 2020, esistono alcuni fattori da tenere d’occhio, che potrebbero “aiutare” questa malattia ignota ad espandersi nel territorio globale.
- globalizzazione;
- sovrappopolamento;
- deforestazione.
Tre condizioni che, se non tenute a bada, risulterebbero aumentare di molto il rischio di diffusione del virus da una specie all’altra, nonchè coinvolgere l'intera popolazione mondiale.
Bingham spiega anche che attualmente esistono ben 25 famiglie di virus con migliaia di agenti patogeni al loro interno, ed altrettanti che ancora non sono stati scoperti né identificati, ma che potrebbero potenzialmente minacciare il pianeta nel prossimo futuro.
Quanto sarà letale la malattia X per l’uomo?
Gli esperti stimano decessi di gran lunga maggiori della pandemia X rispetto a Covid-19 del 2020, con circa un tasso di mortalità del 67%, pari a quello dell’epidemia da Ebola.
Certamente non tutti i potenziali virus in circolazione potrebbero colpire l’uomo, per questo è necessario, da parte degli esperti, fare stime accurate sul possibile contagio nell'essere umano e adottare strategie immediate per fermare in tempo la diffusione tra le specie.
Il vaccino in 100 giorni: una promessa inglese
Inaugurato pochi giorni fa in Inghilterra, il Vaccine Development and Evaluation Centre (Vdec) è un laboratorio con sistemi di sorveglianza molto avanzati atti ad esaminare ed isolare i virus per i quali ancora non è pronto un vaccino. Le procedure verranno seguite da ben 200 scienziati e scienziate.
Il laboratorio studierà i vaccini contro qualsiasi pandemia che potrebbe manifestarsi a breve e in futuro. La promessa inglese? Scoprire il vaccino entro 100 giorni dall’individuazione del virus.
L’obiettivo dei 100 giorni posto dalla Gran Bretagna e fissato dal G7 del 2021, è sicuramente ambizioso, ma non impossibile da realizzare se si pensa alla lotta interminabile contro Covid-19, una lotta che deve continuare, secondo gli esperti, anche per la prossima epidemia X, lavorando sui possibili rischi e minacce portate dalla proliferazione e mutazione genetica dei virus esistenti.