Quando c’è una familiarità per disturbi cardiaci, la difesa migliore è l’esercizio fisico. Proprio così. Per decenni, infatti, si è diffusa l’errata convinzione che praticare sport per le persone affette da cardiopatie o ad alto rischio fosse nocivo. Mito che, ad oggi, sembrerebbe essere stato definitivamente sfatato.
Come ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica, svolgere una regolare attività fisica costituisce un’arma a nostro vantaggio nella prevenzione di diverse patologie, comprese quelle dell’apparato cardiovascolare.
L’attività fisica previene malattie cardiache
Insomma, allenarsi con continuità aiuta a tenere sotto controllo il diabete, diminuisce il rischio trombotico, riduce il rischio di mortalità e di sviluppare malattie cardiache, poiché contribuisce a aumentare la protezione vascolare e la tolleranza psicofisica allo stress.
Di recente, infatti, una ricerca pubblicata sulla rivista Circulation ha evidenziato come l’attività fisica sia il modo migliore per mantenersi in salute e prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari, anche per i soggetti che manifestano una predisposizione genetica per questo tipo di disturbi. Cerchiamo di capirne di più.
Maggior allenamento minor rischio cardiaco
Lo studio in questione ha analizzato i dati raccolti dallo UK Biobank Study, cui hanno partecipato 482.702 individui, di età compresa tra i 40 e i 69 anni, provenienti da Inghilterra, Galles e Scozia.
Secondo quanto emerso, coloro che svolgono una regolare attività fisica mostrano una sostanziale riduzione del rischio di attacchi cardiaci e ictus, anche se hanno un elevato fattore di rischio genetico cardiovascolare.
Lo studio ha mostrato come tra i soggetti con un rischio genetico di livello intermedio, i più allenati manifestavano una riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache del 36%, e del 46% di andare incontro a fibrillazione atriale rispetto agli individui con il medesimo tasso di rischio genetico ma con un minor allenamento cardiorespiratorio.
«Il dato più importante emerso da questo studio è che essere fisicamente attivi aiuta a prevenire l’insorgenza dei disturbi cardiaci, anche nei soggetti con un elevato rischio genetico cardiovascolare» – ha dichiarato il dr. Erik Ingelsson, autore principale dello studio e professore di medicina presso la Stanford University School of Medicine in California.
Lo sport come arma efficace nella prevenzione di malattie cardiache
Ci sono però alcune precisazioni da fare. Prima di tutto, lo studio non specifica né quale tipo di attività né la quantità di esercizio fisico più indicate per ottenere benefici. Questo perché i dati sui quali si è basata la ricerca provengono da uno studio osservazionale, progettato dunque per fornire dati utili a stabilire percentuali e tendenze riguardanti la popolazione generale.
«Dai dati analizzati non è possibile affermare che vi sia un nesso causale tra l’attività fisica e la riduzione del rischio di incidenti cardiaci in soggetti ad alto rischio genetico, né tanto meno fare ulteriori inferenze – hanno affermato gli autori – Per chiarire la natura di questa correlazione ed il ruolo svolto dall’esercizio fisico nella prevenzione delle patologie cardiache, sono dunque necessari ulteriori studi che indaghino questo aspetto”.
Malgrado ciò, la validità dei dati analizzati e l’importanza della scoperta fatta sono tali da indurre gli autori a credere che la pratica sportiva nei soggetti ad alto rischio genetico vada inclusa nelle Linee Guida Internazionali per la prevenzione delle malattie cardiache, in quanto rappresenta un mezzo terapeutico dall’efficacia comprovata.
L’attività fisica per i soggetti a rischio
Al di là di questo studio, è ormai provato che per mantenersi in salute e prevenire le malattie croniche è necessario allenarsi con continuità.
Nello specifico, secondo le raccomandazioni fornite dall’American Heart Association, per mantenere il cuore in salute bisognerebbe svolgere almeno 150 minuti di esercizio moderato o 75 minuti di esercizio intenso a settimana, alternando un’attività fisica di tipo aerobico (come nuoto, camminata, corsa o ciclismo) ad un’attività di tipo anaerobico ad alta intensità (sollevamento pesi, corsa veloce o esercizi alle macchine).
Non solo. Svolgere anche solo 15 minuti al giorno di esercizio fisico moderato può aiutare a ridurre la pressione sanguigna, i livelli di diabete e di colesterolo: si tratta di fattori che spiegano il ruolo determinante dell’attività fisica nella riduzione del rischio delle patologie cardiache e più in generale nella promozione del nostro benessere psicofisico.