Avete l’acquolina in bocca? Probabilmente, questo articolo vi basterà a saziarvi. Parliamo, infatti, di batteri nemici della salute, che possono “nascondersi” nei cibi che comunemente consumiamo.
Listeria
La listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l’uomo e gli animali. La Listeria monocytogenes è un batterio che può contaminare alimenti freschi, come frutta e verdura cruda, ma anche cibi soggetti a processi di trasformazione come i formaggi.
Ma non solo: la listeria può diffondersi anche in prodotti lattiero-caseari a base di latte crudo, come yogurt e formaggi molli. Nelle persone infette, i sintomi variano da lievi segni simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali. Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario.
Poiché la listeria può sopravvivere anche a temperature più fredde, non è sufficiente la refrigerazione degli alimenti per evitare contaminazioni batteriche. Per rendere più sicura la nostra alimentazione, è consigliabile controllare sempre le etichette dei cibi e assicurarsi che il latte utilizzato nei vari prodotti sia pastorizzato.
Inoltre, la listeria può contaminare anche salumi e carni e per questo si consiglia di non consumare alimenti precotti o pronti all’uso, oltre la data di scadenza.
Salmonella
La salmonella è un batterio che può contaminare qualunque tipo di cibo, anche se è presente con maggiore probabilità nei prodotti di origine animale a causa del contatto con le feci degli animali stessi: in particolare, si può contrarre la salmonellosi anche ingerendo uova fresche.
I sintomi correlati a questa fastidiosa intossicazione alimentare includono spasmi gastro-intestinali, febbre e diarrea che possono comparire da 12 a 72 ore dopo l’esposizione al batterio e possono durare da 4 a 7 giorni.
Le infezioni da salmonella possono risultare gravi o addirittura fatali in soggetti ad alto rischio, come neonati o anziani già affetti da altre patologie. Per evitare di incorrere nella salmonellosi, è consigliabile evitare l’uso di uova crude o poco cotte. Inoltre, risulta opportuno conservare in modo adeguato il pollame e lavare accuratamente mani, taglieri e altri utensili utilizzati nella preparazione del pollame stesso.
Oltre il pollame, altri alimenti in cui è possibile la contaminazione da salmonella sono cibi freschi, quali pomodori, papaya e insalata e, in generale, la carne cruda soprattutto la carne macinata.
In generale, il trattamento della salmonellosi consiste in un semplice riposo con associata alla somministrazione di liquidi e sali minerali, in modo da coprire le perdite fecali. Solo nei casi più a rischio di complicanze viene intrapresa una specifica terapia antibiotica.
Prevenire la salmonella e i suoi spiacevoli sintomi significa essenzialmente lavarsi accuratamente le mani prima di manipolare gli alimenti, evitare il consumo di carni e uova crude o poco cotte, lavare accuratamente i vegetali prima del consumo, e conservare in frigo a 4°C gli alimenti a rischio salmonella (salse o creme a base di uova crude, come maionese, tiramisù ecc.).
È importante ricordare che le salmonelle di norma non determinano alcuna alterazione organolettica dell’alimento, il quale può comunque trovarsi in particolari e insospettate condizioni di tossinfettività.
Escherichia Coli
Ci sono centinaia di ceppi di Escherichia Coli ed alcuni di essi sono inoffensivi, ad esempio quelli che colonizzano l’apparato digerente degli esseri umani: questi ceppi fanno, infatti, parte della flora batterica intestinale e sono indispensabili per la nostra salute.
Tuttavia, altri ceppi di questo batterio, ad esempio l’Escherichia Coli sierotipo O157:H7, sono in grado di provocare un grave avvelenamento negli esseri umani. Il bestiame da allevamento è la principale fonte di E. coli O157:H7. In particolare, questo tipo di E. coli vive nell’apparato gastro-intestinale dei bovini e può contaminare la carne nel corso dei processi di macellazione: bisogna prestare particolare attenzione alla carne macinata che è un cibo ad alto rischio di contaminazione.
I sintomi da infezione da e.coli includono forti crampi addominali, diarrea e vomito: l’infezione, che dura in genere una settimana circa, compare diversi giorni dopo l’esposizione batterica e può rivelarsi particolarmente grave in soggetti vulnerabili.
Anche frutta e verdura possono essere contaminati con E. coli, se nel fertilizzante o nell’acqua utilizzata nell’irrigazione dei vegetali risulta presente il batterio. In particolare, le verdure a foglia verde come gli spinaci vengono considerati a maggiore rischio di contaminazione da E. coli.
In generale, tra i cibi che possono causare intossicazioni da di Escherichia Coli ci sono:
- Hamburger crudi o cotti male
- Salame
- Spinaci, lattuga, germogli
- Latte e succo di mela
- Acqua contaminata, proveniente dai pozzi o dalle superfici frequentate dagli animali
Per prevenire l’infezione da Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) è consigliabile:
- Lavarsi bene le mani dopo essere andati in bagno o dopo aver cambiato i pannolini del proprio bambino.
- Lavarsi bene le mani dopo aver toccato gli animali, le cucce, le gabbiette o qualsiasi materiale contaminato dalle feci degli animali.
- Mangiare solo carne e salumi ben cotti, siano essi di vitello, di maiale o di agnello.
- Cuocere la carne fino a farle raggiungere una temperatura interna di almeno 71 °C.
- Evitare il latte e i succhi non pastorizzati.
- Lavare bene la frutta e la verdura prima di consumarle crude.
- Evitare la contaminazione incrociata durante la preparazione degli alimenti, lavando bene le mani, le superfici, i taglieri e gli utensili dopo aver toccato la carne cruda.
- Tenere la carne cruda lontana dagli alimenti pronti da consumare.
- Evitare rapporti oro-anali o altre pratiche sessuali che possano portare alla bocca organi venuti a contatto con la zona anale e perianale.