Combattere la paralisi con le cellule del naso. Come è possibile? Ve lo raccontiamo subito.
La storia è quella di Darek Fidyka, ex pompiere polacco rimasto paralizzato nel 2010, dopo essere stato vittima di un accoltellamento. Il protagonista della triste vicenda è oggi noto ai media come l’uomo che è tornato a camminare grazie a un trapianto di cellule prelevate dal naso.
In questo modo, infatti, come descritto sulla rivista Cell Transplantation, è stato possibile riparare il midollo spinale.
Una tecnica innovativa
La tecnica, in studio da oltre 40 anni, è stata testata con grande successo da un team di medici polacchi e inglesi e ha permesso a Darek di recuperare il controllo della propria muscolatura.
All’uomo è stato rimosso uno dei suoi bulbi olfattivi, contenente cellule specializzate, le olfactory ensheathing cells, che permettono alle fibre nervose del sistema olfattivo di rinnovarsi continuamente. In un secondo momento, sono state iniettate nel midollo spinale, dove c’era la lesione, e innestate delle fibre di tessuto nervoso prelevate dalla sua caviglia. Obiettivo: rigenerare il midollo e curare la lesione.
Il dopo intervento
Dopo l’intervento, eseguito nel 2012 e diversi cicli di fisioterapia, circa 2 anni fa Darek Fidyka ha camminato di nuovo, grazie al sostegno di un deambulatori. Oggi i successi sembrano però ancora più evidenti: “Posso sentire ogni muscolo e pressione dei piedi sui pedali. Mi sento più forte. Un anno fa non sarei riuscito a pedalare su un triciclo“. Camminare con le stampelle è diventato possibile, così come recuperare il controllo della vescica e delle funzioni sessuali.
Un risultato incoraggiante
Il risultato è incoraggiante. Per questa ragione, gli specialisti hanno presentato ieri, 8 marzo, il Wroclaw Walk Again Project, con cui vogliono arruolare altri 2 pazienti paralizzati, con un tipo di lesione meno comune. “Se riusciamo a riempire lo spazio tra i due monconi di midollo – afferma Pawel Tabakow, capo del progetto – allora vuole dire che abbiamo trovato una cura per la paralisi e che poi potremo aiutare anche gli altri pazienti con lesioni più comuni, causate da compressione o schiacciamento’‘.
Staremo a vedere. La speranza e la fiducia non mancano!