Avete mai sentito parlare di angioma e, in particolare, di angioma rubino? Probabilmente, molti di voi sì, molti altri no, e molti altri ancora sono convinti che si tratti di un tipo di patologia destinato a sfociare in tumore.
Smentiamo, innanzitutto, quest’ultima notizia, poiché non vi è nessuna prova scientifica del fatto che queste lesioni della pelle si trasformino in tumori.
Ora capiamo insieme, quindi, cosa si intenda esattamente per angioma rubino.
Cos’è l’angioma rubino?
L’angioma rubino è una lesione benigna legata alla dilatazione sottocutanea di un piccolo vaso capillare.
Viene definito anche angioma ciliegia a causa del suo colore o macchia di Campbell De Morgan, dal nome del primo chirurgo che, nella prima metà del 1800, lo studiò e lo codificò.
Questo tipo di angioma può comparire in qualsiasi fase della vita ma, generalmente, si presenta dopo i 30 anni e, spesso, aumenta di numero durante la vecchiaia.
Compare come una piccola macchia, quasi un puntino che, mano a mano, si ingrandisce fino ad avere un diametro di circa 2 mm con la tradizionale forma “a cupola” e il colore può variare dal rosso al viola o, raramente al marrone scuro/nero, che indica un’emorragia all’interno.
A volte si può parlare di angioma polipoide, per indicare più angiomi rubini adiacenti l’uno all’altro e raggruppati.
Cause e fattori di rischio dell’angioma
Le cause dell’angioma rubino non sono ancora del tutto conosciute, ma gli ultimi studi hanno rilevato:
- interazione con alcuni principi attivi contenuti nei farmaci, quali i bromuri (si usano, ad esempio, per curare l’asma) o la ciclosporina (si usa, ad esempio, nei trapianti di organi, come immunosoppressore);
- cause genetiche: ad esempio, chi soffre di angiomi senili, ha livelli più bassi di microRNA427, che provocano l’aumento di alcune proteine che causano la formazioni di nuovi vasi sanguigni.
Tra i fattori che sembrano aumentare le probabilità di comparsa di angiomi rubino, vi sono:
- patologie dell’ipofisi e del fegato: causano l’aumento di alcuni ormoni;
- disordini ormonali, ad esempio, quelli tipici della gravidanza;
- disordini intestinali: causano un accumulo di tossine;
- invecchiamento della cute a causa di un’eccessiva esposizione solare.
Sintomi e complicanze dell’angioma rubino
L’angioma rubino non provoca né dolore né prurito, è, infatti, asintomatico; può provocare soltanto un fastidio estetico se, ad esempio, appare sul volto o in altre zone visibili.
Non comporta gravi complicanze, ma soltanto:
- rottura e sanguinamento, dopo una puntura o un trauma;
- irritazione, se si trova in una zona in cui viene sfregato di continuo.
Angioma rubino: come si cura?
L’angioma rubino viene diagnosticato dal dermatologo in base a un esame della lesione che, in casi di necessità, può essere seguito da una biopsia, consistente nel prelievo di un campione di tessuto e nell’analisi del tipo di alterazione.
L’angioma rubino non necessita di trattamento poiché, come detto in precedenza, non ha sintomi né particolari fastidi. In casi sporadici, come in seguito a una rottura o soltanto per un fastidio estetico, si può decidere di trattarli tramite:
- crioterapia: congela e distrugge i tessuti dell’angioma;
- curettage: tramite un apposito oggetto con bordi taglienti (curette) si esegue un raschiamento superficiale;
- escissione chirurgica;
- ablazione con Dye laser, che agisce, tramite un laser colorante, solo sull’angioma e ne vaporizza i tessuti;
- termocoagulazione a radiofrequenza: le onde radio interagiscono con la cute, fanno oscillare le molecole d’acqua in essa, generano calore e cauterizzano l’angioma.
Se anche voi avete un angioma rubino o ne avete soltanto sentito parlare, ma non sapevate cosa fosse, adesso avete gli strumenti per conoscerlo e capirne di più!