Secondo la sessuologa Marinella Cozzolino dell’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica una donna su tre, ed un uomo su sei, non prova alcun desiderio sessuale. Il 60% delle donne non prova l’orgasmo e molte di queste preferiscono evitare il rapporto.
La sua collega Nicoletta Suppa dichiara che “su un campione di 1215 intervistati tra i 18 e i 55 anni, il 32% degli uomini ammette ‘calo del desiderio generalizzato’. Il 19,9% rivela che questo calo è ‘relativo alla partner’ e il 27,5% considera la sessualità con la propria compagna ‘un vero e proprio peso’.
Oltreoceano non va meglio: secondo una ricerca condotta dagli studiosi Laumann e Rosen, del dipartimento di sociologia della Chicago University e pubblicata sul Journal of the American Medical Association, negli usa il 33% delle donne ed il 16% degli uomini tra i 18 e i 59 anni soffre di parziale o totale assenza del desiderio sessuale.
Se non imputabile a disturbi di natura organica (malattie, squilibri ormonali, ecc), il calo o l’assenza di desiderio è da alcuni considerato un vero e proprio disturbo, una malattia (l’”anoressia sessuale”), causa di crisi profonde della coppia e di ferite dell’amor proprio, e da altri una sfaccettatura come un’altra dell’identità sessuale di ciascun individuo, da accettare serenamente.
Chi sostiene la prima tesi attribuisce le cause di questa “malattia” a particolari situazioni del momento (periodi di stress nel lavoro, frustrazione dopo un tradimento, depressione post parto), a problemi della coppia (principalmente alla noia, anche se non è ancora ben chiaro se sia nato prima l’uovo o la gallina: è l’assenza di desiderio a mettere in crisi la coppia, oppure è la crisi che fa morire il desiderio?) o agli squilibri delle antiche identità di genere, dove l’emancipazione femminile ha messo confusione nei ruoli uomo/donna e ha provocato la crisi del macho che fu, sempre meno cacciatore.
All’opposto c’è invece chi vive benissimo in castità e la eleva a stile di vita. Il giovane David Jay di St. Louis ha addirittura fondato l’AVEN (Asexual Visibility and Education Network), una comunità on-line a sostegno dell’asessualità, recentemente approdata anche in versione italiana, l’AVENIT: i migliaia di iscritti giurano di non avere nessun impulso sessuale e di vivere benissimo questa situazione – non essendo mossi da questioni morali o religiose – e sono certi del fatto che si tratti di una pura questione biologica che conduce ad una pacifica assenza di qualsiasi appetito sessuale. Rivendicano perfino i loro diritti a suon di volantini.
Comunque sia l’argomento è troppo complesso e delicato, e personalmente trovo stridenti entrambe le posizioni: un amico ha detto che le persone intelligenti non mettono il sesso né al primo posto né all’ultimo, e penso abbia ragione. Volendo riflettere sul calo del desiderio che contraddistingue la nostra epoca rispetto al passato – mi pare che i nostri nonni fossero meno complicati e cervellotici sul punto – mi suona bene George Bataille: nel suo celebre saggio “l’Erotismo” sostiene che il desiderio abbia bisogno di morire, per poi rinascere, mentre nel nostro mondo – per tutti i motivi che sappiamo – è come se il desiderio non avesse possibilità di morire per cui se non rinasce, si limita ad affievolirsi del tutto.