L’uomo e l’influenza delle stagioni

Paolo Pate | Blogger

Ultimo aggiornamento – 01 Ottobre, 2015

Sembra che alcuni scienziati abbiano scoperto il modo in cui il corpo umano monitora il trascorrere delle stagioni. Si tratterebbe di un vero e proprio “calendario chimico”.

Il team di ricerca, come riferisce il Current Biology, avrebbe scoperto un gruppo di migliaia di cellule che riescono a sopravvivere sia in condizioni estive sia in condizioni invernali, sfruttando la lunghezza del giorno e l’alternarsi del dì e della notte.

Nel corpo umano, il susseguirsi delle stagioni altera il sistema immunitario, proprio come in alcuni animali suggerisce quando è tempo di andare in letargo e quando è ora di risvegliarsi.

Lo studio

Per questa particolare ricerca, condotta da esperti di alcune università di Manchester ed Edimburgo, sono stati analizzati i cervelli di molte pecore, monitorandoli in diversi momenti dell’anno. I ricercatori hanno così trovato un gruppo di 17.000 “cellule-calendario” all’interno della ghiandola pituitaria, che si trova alla base del cervello ed è adibita al rilascio degli ormoni che controllano i processi di tutto l’organismo.

Secondo i ricercatori, queste cellule hanno un “sistema binario” che è in grado di produrre sostanze chimiche “estive” e sostanze “invernali”. E la quantità di queste cellule, inoltre, cambierebbe in base all’alternarsi delle stagioni e al cambiamento atmosferico.

Sembra che ci sia un breve periodo dell’anno in pieno inverno e poi a metà estate, in cui le cellule prodotte sono tutte esclusivamente di uno stato”, ha rivelato alla BBC il professor Andrew Loudon della University of Manchester.

Tuttavia, quello che ancora non risulta chiaro è come faccia il corpo umano ad accorgersi del cambiamento della stagione, soprattutto nei periodi intermedi di primavera e autunno, quando alcune cellule prodotte sono in modalità invernale e altre in modalità estiva.

Il ritmo circannuale

Questa scoperta chiamerebbe in causa una sorta di “orologio annuale”, noto come ritmo circannuale (parente del ritmo circadiano che condiziona lo svolgersi della nostra giornata). Negli animali questo ritmo circannuale è il responsabile di fenomeni come le migrazioni, il letargo, le stagione dell’accoppiamento.

Entrambi questi orologi corporei, quello giornaliero e quello annuale, sono controllati dalla luce. Il professor Loudon prova a spiegare questi mutamenti nell’organismo: “Abbiamo scoperto da poco che la melatonina è fondamentale per i ritmi a lungo termine, ma come funziona e dove di preciso, non è ancora noto”. La melatonina si produce maggiormente d’inverno e durante il periodo del sonno, quando le giornate sono più scure.

Il professor Dave Burt dell’Università di Edimburgo, ha aggiunto: “L’orologio stagionale che abbiamo riscontrato nelle pecore è probabile sia lo stesso per tutti i vertebrati, o per lo meno contiene gli stessi componenti. Il passo successivo è capire come le cellule umane registrano il passaggio del tempo”.

L’uomo e le stagioni

Gli uomini non vivono periodi di letargo né subiscono l’effetto di stagioni dell’accoppiamento, ma di certo esistono segnali inequivocabili sull’influenza che le stagioni hanno anche sull’uomo.

Una ricerca compiuta all’inizio di quest’anno presso l’Università di Cambridge, poi pubblicata sulla rivista Nature Communications, ha mostrato come alcuni geni umani, responsabili dell’immunità a diverse malattie, siano diventati improvvisamente più attivi con il freddo.

Questa scoperta potrebbe aiutare a combattere non soltanto i soliti virus influenzali dell’inverno, ma anche patologie molto più gravi.

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Scritto da Paolo Pate | Blogger

Scrittura, volontariato, lettura, sport, viaggi… sono davvero tante le passioni che possono descrivermi. In ognuna di queste cerco di mettere tutto me stesso per non smettere mai di crescere, cercare la mia strada ed essere felice.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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