Infezioni da streptococco in aumento, meno antibiotici disponibili e antibiotico-resistenza: qual è la situazione

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 18 Giugno, 2024

Operatrice sanitaria ha in mano dei famaci indossando dei guanti

Nel panorama sanitario odierno, due trend preoccupanti si intrecciano: l'aumento delle infezioni da streptococco A e la diminuzione della disponibilità di antibiotici. 

Questa situazione risulta ancor più grave dal momento in cui l'antibiotico-resistenza, dovuta in buona parte a un uso poco oculato degli antibiotici, negli ultimi anni non fa che aumentare. 

Vediamo di seguito il quadro delineato dall'AIFA, dall'OMS e le strategie proposte per arginare questa problematica di interesse globale. 

Streptococco di tipo A: patologie associate

Lo streptococco di gruppo A (Streptococcus pyogenesè un batterio che può causare una varietà di infezioni, da lievi a gravi. Si trova comunemente nella gola e sulla pelle e può essere diffuso attraverso il contatto diretto con saliva o muco infetto.

È la causa più comune di faringite batterica nei bambini in età scolare, ma può colpire anche i bambini più piccoli e gli adulti.

Ecco alcune infezioni da Streptococco β-emolitico di gruppo A più comuni:

  • faringite streptococcica: mal di gola, febbre, tonsille arrossate e gonfie, a volte con macchie bianche o pus;
  • scarlattina: eruzione cutanea rossa e maculata che inizia sul tronco e si diffonde, febbre, mal di gola, mal di testa, nausea e vomito;
  • impetiginosa: infezione della pelle che causa piaghe rosse e crostose.

In rari casi, può causare infezioni più gravi che si diffondono in tutto il corpo. Queste infezioni possono essere pericolose per la vita e richiedono un trattamento immediato con antibiotici.

Le infezioni gravi da SGA possono includere:

  • fascite necrotizzante: un'infezione grave dei tessuti molli che può causare la morte del tessuto;
  • sindrome da shock tossico streptococco (TSS): una grave reazione allergica alle tossine prodotte dai batteri streptococchi di gruppo A;
  • febbre reumatica: una complicanza grave che può verificarsi dopo un'infezione da streptococco di gruppo A non trattata. Può danneggiare il cuore, le articolazioni e altri organi;
  • glomerulonefrite: un'infiammazione dei reni che può portare a insufficienza renale;
  • ascesso peritonsillare: raccolta di pus dietro le tonsille;
  • sindrome glomerulare acuta: una grave malattia renale.

Gli antibiotici a disposizione stanno diminuendo: i farmaci equivalenti sono altrettanto efficaci?

I casi di infezione da streptococco di gruppo A sono in aumento, soprattutto tra i bambini piccoli. Questo trend, iniziato già nel 2023, rappresenta un'inversione di rotta rispetto ai due anni precedenti, caratterizzati da un calo dovuto alle misure di contenimento della pandemia da Covid-19.

La risalita dei contagi ha acceso il dibattito sull'approvvigionamento di amoxicillina, uno degli antibiotici di prima scelta per il trattamento di queste infezioni. In alcune regioni italiane si registra infatti una carenza di alcuni farmaci a base di questo principio attivo.

Tuttavia, gli esperti rassicurano che esistono alternative efficaci. L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) definisce i farmaci equivalenti come medicinali che possiedono lo stesso principio attivo, la stessa forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio, dosaggio, numero di unità posologiche e dosi unitarie di un farmaco di riferimento ("di marca") a cui è scaduta la copertura brevettuale.

In sintesi, i farmaci equivalenti hanno le stesse caratteristiche terapeutiche del farmaco di marca e sono ugualmente sicuri ed efficaci. Come sottolinea Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, "contengono lo stesso principio attivo nella medesima quantità e sono autorizzati dall'AIFA".

Quindi, in caso di carenza di un farmaco di marca, il medico può prescrivere un equivalente con la stessa tranquillità.

È importante ricordare che l'assunzione di antibiotici deve sempre avvenire sotto stretto controllo medico e che è fondamentale non interrompere la terapia autonomamente, anche se ci si sente meglio, per evitare l'insorgenza di antibiotico-resistenza.

Antibiotico-resistenza e allarme OMS: la situazione si sta aggravando

Secondo un preoccupante rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la situazione della resistenza antimicrobica è allarmante. 

Nonostante siano in fase di sviluppo 32 nuovi antibiotici, solo 12 di questi possono essere considerati innovativi e, ancora peggio, appena 4 risultano efficaci contro i batteri "critici", quelli che rappresentano la minaccia più seria per la salute umana.

Le infezioni causate da questi batteri resistenti sono in aumento in tutto il mondo, con un impatto significativo in termini di morbilità e mortalità. In Europa, si stima che ogni anno causino più di 35.000 decessi, di cui circa un terzo in Italia.

Questo scenario emerge da un'analisi della Bacterial Priority Pathogens List (BPPL), l'elenco dei batteri considerati più pericolosi dall'OMS.

Il Rapporto identifica 24 agenti patogeni di particolare rilevanza, tra cui batteri Gram-negativi come Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii, il Mycobacterium tuberculosis resistente ai farmaci e altri patogeni come Salmonella, Shigella, Neisseria gonorrhoeae e Staphylococcus aureus.

La carenza di nuovi farmaci efficaci è aggravata da una scarsa disponibilità di prodotti adatti ai bambini, formulati in forme orali più facilmente somministrabili ai pazienti ambulatoriali, e dalla crescente resistenza ai farmaci esistenti.

"La resistenza antimicrobica sta peggiorando e non stiamo sviluppando nuovi prodotti innovativi con sufficiente rapidità per contrastare i batteri più pericolosi e mortali", ha dichiarato Yukiko Nakatani, Vicedirettore Generale dell'OMS per la resistenza antimicrobica.

"L'innovazione è gravemente carente e, anche quando nuovi farmaci vengono autorizzati, l'accesso rimane una sfida seria. Gli antibiotici non raggiungono i pazienti che ne hanno disperatamente bisogno, in tutti i paesi, indipendentemente dal livello di reddito."

Tuttavia, una nota positiva emerge dalla crescente attenzione verso agenti biologici non tradizionali come batteriofagi, anticorpi, agenti anti-virulenza, immunomodulanti e modulatori

Questi approcci innovativi, pur presentando sfide di studio e regolamentazione complesse, offrono una speranza nella lotta contro le infezioni batteriche resistenti.

Viene riportata l'approvazione di tre agenti non tradizionali, tutti a base di feci, per il ripristino del microbiota intestinale. Questi prodotti si sono dimostrati efficaci nel prevenire le recidive di infezioni da Clostridioides difficile (CDI) negli adulti dopo il trattamento antibiotico.

L'OMS sollecita, dunque, un'azione globale e multisettoriale urgente da parte di governi, industrie farmaceutiche e operatori sanitari per affrontare la crescente minaccia della resistenza antimicrobica.

Tra le strategie raccomandate:

  • promuovere un uso appropriato degli antibiotici: è fondamentale prescrivere gli antibiotici solo quando realmente necessari e seguire le corrette dosi e modalità di somministrazione;
  • investire nella ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici: è urgente sviluppare nuovi farmaci efficaci contro i batteri resistenti;
  • sostenere la ricerca su agenti antimicrobici non tradizionali: oltre agli antibiotici tradizionali, è importante esplorare nuove alternative, come i batteriofagi e gli anticorpi;
  • sensibilizzare il pubblico: è necessario aumentare la consapevolezza del problema della resistenza agli antimicrobici e incoraggiare comportamenti responsabili nell'uso degli antibiotici.
Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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