Infezione da Dengue: ultimi aggiornamenti e direttive sanitarie

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 21 Giugno, 2024

Due scienziate monitorano una ricerca in laboratorio

L'epidemia da Dengue, in corso in Brasile e in altri paesi del Centro e Sud America, ha sollevato l'allarme su una possibile espansione anche in Europa. 

La crescente mobilità globale e i cambiamenti climatici favoriscono il trasferimento dei vettori della malattia, aumentando il rischio di introduzione e diffusione della Dengue anche in territori precedentemente considerati a basso rischio.

Di seguito una panoramica sulla situazione attuale della Dengue in Brasile, dei potenziali rischi legati alla propagazione della malattia in Europa e in Italia, insieme alle strategie preventive e alle azioni necessarie per affrontare questa minaccia emergente per la salute pubblica.

Cos’è la Dengue

La Dengue è una malattia di origine virale trasmessa dalle zanzare, in particolare dalla zanzara Aedes aegypti (quella della febbre gialla) e, in alcune regioni, dalla zanzara Aedes albopictus

È endemica in molte parti del mondo, principalmente nelle regioni tropicali e subtropicali

Il virus rimane nel flusso sanguigno dell'individuo infetto per un periodo compreso tra 2 e 7 giorni.

Il contagio non avviene tra soggetti infetti, ma nel momento in cui una zanzara punge una persona infetta ed essa stessa diventa portatrice del virus, trasmettendolo alle altre persone che punge.

I sintomi si manifestano dopo 5-6 giorni dalla puntura e solitamente sono:

  • stato febbrile;
  • dolore intorno e dietro agli occhi;
  • intensi dolori muscolari e articolari (spesso per questo viene definita "febbre spaccaossa");
  • mal di testa acuti;
  • nausea e vomito;
  • irritazioni cutanee.

È importante sottolineare che nei bambini i sintomi tipici spesso non si manifestano.

La diagnosi solitamente si basa proprio sui sintomi, ma può essere confermata con esami specifici per individuare il virus o gli anticorpi nel sangue.

Come provare a proteggersi? La strategia preventiva più efficace consiste nel minimizzare il contatto con le zanzare portatrici del virus

È quindi cruciale adottare pratiche come l'uso di repellenti, indossare abiti protettivi adeguati, installare zanzariere e tende. Dal momento che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, prestare attenzione durante questo periodo è particolarmente importante.

Bisogna, inoltre, eliminare ogni potenziale stagnazione d'acqua nelle aree urbane e rurali, nonché condurre campagne mirate di disinfestazione per ridurre la popolazione di zanzare, soprattutto del genere Aedes

Non esiste una cura specifica per la Dengue, ma nella maggioranza dei casi le persone guariscono completamente entro due settimane.

Il trattamento comprende il riposo assoluto, l'uso di farmaci per ridurre la febbre e l'assunzione di liquidi per contrastare la disidratazione. In alcuni casi, stanchezza e depressione possono persistere per diverse settimane.

La malattia può, però, evolvere in una forma di febbre emorragica che potrebbe portare a veri e propri collassi che, in alcuni casi, potrebbero essere mortali.

Situazione nei paesi colpiti con un focus sul Brasile

Diversi Paesi dell'America Centrale e del Sud, tra cui Perù, Argentina, Guatemala e Brasile, hanno dichiarato lo stato d'allerta o di emergenza a causa dell'epidemia da questa malattia tra febbraio e marzo del 2024.

Secondo gli attuali dati epidemiologici, nei primi mesi del nuovo anno sono state segnalate circa un milione di infezioni in Brasile, il paese che al momento è maggiormente colpito. 

Si tratta di un aumento del 400 percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e si contano circa 120 decessi confermati, mentre le autorità stanno indagando su diverse altre centinaia di casi.

Come spiegato dalla virologa Ilaria Capua in un'intervista su Fanpage.it, la Dengue è endemica in Brasile da molto tempo. 

L'estate è stata straordinariamente piovosa (in quei luoghi dove le stagioni sono rovesciate rispetto alle nostre) e bisogna ricordare che la Dengue è una malattia trasmissibile attraverso vettori. Quindi, quanto più umida è l'estate, tanto maggiore è la proliferazione delle zanzare. Di conseguenza, il numero di vettori in grado di diffondere la malattia aumenta.

Va anche notato che il fenomeno climatico ciclico di El Niño, che ha comportato un aumento generale delle temperature, ha favorito ulteriormente il diffondersi delle zanzare responsabili della diffusione del virus. 

Sebbene il Brasile abbia già avviato la vaccinazione, il numero di persone vaccinate rispetto alla popolazione totale non è molto elevato.

Il paese più popoloso dell'America Latina, data la situazione emergenziale, sta valutando anche l'adozione di test rapidi “fai da te” per la diagnosi della Dengue.

Daniel Pereira, direttore dell'Area Prodotti Sanitari dell'Agenzia Nazionale di Sorveglianza Sanitaria (Anvisa), ha dichiarato che si sta discutendo con il Ministero della Salute per autorizzare l'uso dei test domiciliari.

Pereira ha, infatti, spiegato che esistono due tipi di test disponibili: quelli di laboratorio e quelli rapidi, ma per questi ultimi è necessaria l'approvazione ministeriale.

Attuali misure di prevenzione in Italia

Al momento in Europa e in Italia non sussiste uno stato di allarme, ma la maggiore attenzione è rivolta al futuro, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici, come sottolinea un rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea).

Questi studi indicano che le temperature nell'Europa meridionale sono già sufficienti per permettere alle zanzare tigre di trasmettere malattie come la Dengue.

Negli ultimi 10 anni, il numero di casi è passato da soli 10 all'anno a centinaia e si sono anche verificati casi autoctoni.

Come illustrato da Ilaria Capua, in Italia, fino a qualche anno fa, la Dengue non era presente poiché la zanzara Aedes aegypti, vettore della malattia, non era presente nel nostro Paese. Tuttavia, negli ultimi 20 anni si è diffusa e si è stabilita in maniera endemica la zanzara tigre, Aedes albopictus, anch'essa competente nel trasmettere la Dengue, sebbene in misura inferiore. 

Di conseguenza, se viaggiatori viremici provenienti da zone infette, come il Brasile e non solo, vengono punti dalle zanzare autoctone in un aeroporto italiano, queste ultime potrebbero trasportare sangue infetto e dunque la prossima vittima della Dengue potrebbe infettarsi localmente.

Nell'anno precedente, il Lazio è stata la seconda regione italiana per casi di Dengue, dopo la Lombardia.

Dei 347 casi totali registrati, di cui 82 di origine autoctona, secondo l'ultimo monitoraggio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità, circa 60 casi sono stati individuati nelle aree di Roma, Anzio e nella provincia di Latina (in particolare a San Felice Circeo, Cisterna e Aprilia). L'età media dei pazienti, con il 55% di essi di sesso maschile, è stata di 36 anni.

Per affrontare questa situazione non ancora emergenziale ma potenzialmente pericolosa, il Ministero della Salute italiano ha emesso una nuova circolare riguardante le misure di sorveglianza sanitaria nei confronti del virus.

Questo documento include anche chiarimenti relativi alla precedente circolare del 14 febbraio 2024, concentrandosi in particolare sulla sorveglianza degli aeromobili, delle imbarcazioni e delle merci.

Le misure sono le seguenti:

  • tipologia di merci sottoposte a controllo: pneumatici usati, fiori recisi freschi e piante ornamentali trasportate in substrato acquatico, nonché tronchi di legname esotico che potrebbero trattenere anche piccole quantità di acqua, favorendo comunque la sopravvivenza e la riproduzione degli insetti;
  • la sorveglianza delle merci: devono essere accompagnate da certificazioni che confermano la loro disinfezione al momento della spedizione dalle aree colpite o devono essere sottoposte, a spese e cura degli importatori, a trattamenti appropriati di disinfezione prima della loro importazione;
  • aeromobili: viene specificato che gli aerei provenienti direttamente o indirettamente, con scali intermedi, da Paesi o territori a rischio devono essere in possesso di un certificato di disinsettazione residua con validità di 8 settimane. In assenza di questo certificato, devono essere sottoposti eccezionalmente al trattamento prima dell'imbarco e della partenza, durante il carico prima della partenza o all'arrivo (nella cabina o negli scompartimenti di carico inferiore), con validità per ogni singola tratta.

Oltre ai controlli menzionati, l'Italia ha avviato da qualche tempo l'accumulo dei due vaccini approvati lo scorso anno dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): il Dengvaxia e il Qdenga (qui la pagina del Ministero della Salute dedicata alla Dengue). 

Febbre Oropouche: in Veneto il primo caso europeo

La febbre Oropouche è una malattia virale diffusa principalmente in Sud America e Centro America, ma recentemente è stato diagnosticato il primo caso in Europa, in Italia.

Scoperta nel 1955, la febbre Oropouche è causata da un virus (OPOV) trasmesso all'uomo attraverso le punture di insetti, principalmente moscerini e zanzare. Al momento non si conoscono altre possibili modalità di contagio. 

Lo spiega il dottor Federico Giovanni Gobbi, direttore del Dipartimento di malattie infettive, tropicali e Microbiologia dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove è stato recentemente isolato il primo caso in Europa.

Nonostante sia diffusa principalmente in Sud America, con oltre 500.000 casi diagnosticati dal 1955, si stima che il numero reale sia molto più alto a causa delle limitate risorse diagnostiche disponibili nella regione.

Secondo il dottor Gobbi, la febbre Oropouche rappresenta una delle arbovirosi (infezioni virali trasmesse da artropodi) più diffuse del continente.

Soltanto nel 2024, sono stati registrati più di 5.000 casi in Bolivia, Brasile, Colombia, Perù e, più recentemente, anche a Cuba.

L'aumento dei casi desta preoccupazione, non solo per le conseguenze sulla salute individuale, che possono includere febbre alta, dolori articolari, eruzioni cutanee e, in alcuni casi, complicanze neurologiche, ma anche per il rischio di diffusione in nuove aree.

Il primo caso europeo, diagnosticato in Italia su una paziente di ritorno da un viaggio nei Caraibi, evidenzia la necessità di una maggiore sorveglianza e prevenzione.

I sintomi, come spiega la dottoressa Concetta Castilletti, responsabile dell'Unità di Virologia e Patogeni emergenti dell'Irccs, sono simili a quelli di altre febbri virali tropicali come Dengue, Zika e Chikungunya.

I più comuni sono:

  • febbre alta: superiore ai 39°;
  • mal di testa intenso;
  • dolore dietro gli occhi (dolore retro orbitale);
  • malessere generale;
  • dolori muscolari (mialgia);
  • dolori alle articolazioni (artralgia);
  • nausea;
  • vomito;
  • fotofobia (fastidio alla luce).

Raramente può colpire anche il sistema nervoso centrale:

  • meningite;
  • encefalite (infiammazione del cervello).

La malattia viene trattata con farmaci antipiretici e antidolorifici per alleviare i sintomi. Nella maggior parte dei casi, la guarigione è completa entro una settimana o due.

Circa nel 60% dei casi i sintomi si ripresentano in forma più lieve dopo la fase acuta, in un periodo che può variare da 2 a 10 giorni o anche un mese dalla prima comparsa.

In caso di sospetta febbre Oropouche è fondamentale rivolgersi a un medico per una diagnosi e un trattamento adeguati.

La prevenzione si basa su alcune semplici precauzioni:

  • evitare le punture di moscerini usando repellenti;
  • indossare abiti che coprano la pelle;
  • usare zanzariere nelle zone a rischio; 
  • diagnosi precoce: identificare rapidamente la malattia è fondamentale per contenere il contagio;
  • sorveglianza costante: monitorare la situazione per individuare nuovi casi e possibili focolai;
  • interventi di salute pubblica: come la disinfestazione, per eliminare i vettori che trasmettono la malattia.

Ma c’è il rischio di epidemie in Europa? Al momento è basso, tuttavia, i cambiamenti climatici e l'aumento degli spostamenti di persone potrebbero favorire la diffusione del virus in futuro.

Rincuora che il principale vettore di questo virus, Culicoides Paranensis, non sia presente in Europa. Come spiegano gli esperti del dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, anche se altri insetti, come le zanzare Culex quinquefasciatus e Aedes Aegypti, potrebbero teoricamente trasmettere il virus, al momento non ci sono prove che questo accada in Italia. 

Quindi, anche se il primo caso europeo di febbre Oropouche è stato recentemente diagnosticato in Italia, si tratta di un caso importato e non vi sono ancora evidenze di casi autoctoni di trasmissione. 

Gli scienziati stanno lavorando per sviluppare un vaccino e per migliorare la sorveglianza del virus, inoltre, le autorità sanitarie stanno anche aumentando la consapevolezza sulla malattia e su come prevenirla.

“Sotto questo aspetto l'essere riusciti ad isolare il virus OPOV ci fornisce un'arma in più per affinare la diagnostica e la ricerca. La diagnosi tempestiva e la sorveglianza costante, unite a interventi di salute pubblica come le disinfestazioni, rimangono lo strumento principale per contenere questi rischi”, concludono gli specialisti dell'’Irccs. 

È importante, dunque, rimanere informati e preparati, ma non bisogna farsi prendere dal panico: la febbre Oropouche è una malattia seria, ma con le giuste precauzioni il rischio di contagio può essere contenuto.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
Arianna Bordi | Editor
in Salute

220 articoli pubblicati

Contenuti correlati
Donna che riposa nel letto
Hai mai provato a immaginare una casa per addormentarti? Scopri perché funziona

Vuoi addormentarti più velocemente e profondamente? La soluzione potrebbe essere quella di visualizzare mentalmente una casa, uno spazio sicuro per allontanare stress e ansie.

Carta dei tarocchi tenuta in mano in primo piano
Credi nel destino e vorresti una risposta scientifica al fenomeno? Potrebbe trattarsi di apofenia

Quale scienza c'è dietro la teoria dei fili invisibili e l'apofenia? Esploriamo il legame tra coincidenze, destino e la nostra percezione della realtà.