Per comprendere meglio ciò che accade nel corpo umano al momento del consumo dei dolcificanti artificiali, sono stati condotti degli studi su vari tipi di animali, che hanno portato a risultati a dir poco sconvolgenti.
Infatti, secondo l’Università di Sydney, consumare dolcificanti artificiali porta ad avere sempre più appetito, anche se la richiesta di energia non è così forte. Questo studio è uscito sulla rivista Cell Metabolism e i suoi risultati spiegano l’azione dei dolcificanti artificiali sulle funzioni cerebrali relative alla regolazione dell’appetito e alle percezioni gustative.
Più dolci, più fame
Secondo questa ricerca, esiste nel cervello un nuovo sistema che riesce a rilevare e a integrare l’energia e la dolcezza contenute nel cibo. Per verificare le ipotesi, sono stati fatti dei test su alcuni animali ed è stato rilevato che, dopo essere stati sottoposti a una dieta a base di dolcificanti artificiali, come il sucralosio, il loro appetito era notevolmente aumentato.
Infatti, è stato scoperto che il contenuto energetico è integrato con la sensazione di dolcezza nei centri di ricompensa del cervello. Se si crea uno squilibrio tra questi due elementi, avremo una ricalibrazione del cervello e un aumento delle calorie consumate.
Il professor Neely ci spiega che durante la ricerca è emerso questo risultato: con un consumo cronico dei dolcificanti artificiali, gli animali sono indotti a mangiare di più anche se hanno le calorie necessarie per il sostentamento.
Alle persone che cercano di combattere l’obesità vengono prescritti in tutto il mondo i dolcificanti artificiali ma, come abbiamo visto, non è tutto oro ciò che luccica.
Questo è il primo studio per individuare come i dolcificanti artificiali siano in grado di stimolare l’appetito: i ricercatori hanno identificato una rete neuronale complessa che risponde all’assunzione del dolcificante, incitando l’animale a mangiare ancora anche se non è necessario.
Con questi test, i ricercatori sono riusciti a mappare le aree del cervello interessate dalla funzione relativa al bilanciamento tra il contenuto energetico e l’appetito. I ricercatori hanno anche scoperto che i dolcificanti artificiali aumentano l’iperattività, l’insonnia e la diminuzione della qualità del sonno.
Per scoprire se i dolcificanti artificiali hanno aumentato anche l’assunzione di cibo nei mammiferi, il laboratorio del professor Herbert Herzog da Garvan ha poi replicato lo studio utilizzando i topi. Anche i topi che hanno consumato una dieta a base di sucralosio per sette giorni, hanno mostrato un significativo aumento del consumo di cibo e il percorso neuronale coinvolto era lo stesso degli altri animali analizzati.
Quindi, gli alimenti e le bevande “senza zucchero” possono non avere la funzione desiderata sull’organismo e, talvolta, anche creare dei danni all’organismo.
Il rischio dei dolcificanti
Se hai aggiunto il un dolcificante artificiale alla tua dieta, come il sucralosio (nome commerciale Splenda) perché pensi che sia una sana alternativa allo zucchero, ti stai sbagliando. La ricerca dell’Istituto Ramazzini ha legato la popolare alternativa allo zucchero con il cancro, in particolare con la leucemia.
I risultati sono stati presentati in una conferenza sul cancro a Londra nel 2012 e questo ha spinto il Center for Science in the Public Interest (CSPI) a declassare Splenda dalla categoria “sicuro” a quello di “cautela”.
Ora che lo studio è stato pubblicato in una rivista, il CSPI ha nuovamente declassato Splenda, questa volta da “cautela” a “evitare.” Infatti, è stato scoperto che i dolcificanti artificiali possono aumentare il rischio di cancro nei topi. I ricercatori hanno alimentato i topi con dei dolcificanti artificiali, cominciando dalla nascita e proseguendo per tutta la loro vita. I topi sono stati alimentati con concentrazioni variabili della sostanza.
Un aumento significativo dei tumori è stato osservato nei topi maschi e il rischio è aumentato insieme con la dose. Anche il rischio di leucemia nei topi maschi è significativamente aumentato, specialmente a con dosi da 2.000 a 16.000 ppm.
Secondo lo studio: “Questi risultati non supportano i dati precedenti che affermano che il sucralosio non è nocivo. Ulteriori studi sono necessari per dimostrare la sicurezza del sucralosio e per capire il suo legame con il cancro. Considerando che milioni di persone sono probabilmente esposte, sono urgenti degli studi approfonditi“.
Il CSPI ha spiegato che gli unici studi di alimentazione a lungo termine condotti su Splenda sono stati condotti solo dal suo produttore. Il nuovo studio afferma, invece, che dopo più di un decennio, il CSPI è finalmente riuscito a raccomandare ai consumatori di evitarlo.