Guida alla scelta dell'antibiotico per gengive infiammate

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 13 Novembre, 2024

dentista visita paziente

L'antibiotico per la cura di gengive infiammate e doloranti è, spesso, un farmaco molto utilizzato. Approfondiamo quali sono i farmaci comunemente prescritti dal dentista e perché è importante assumere (o no) antibiotici per denti e gengive se il proprio medico li prescrive.

Antibiotico per gengive infiammate: sì o no?

Gengive doloranti, gonfie o soggette a sanguinamento sono una condizione piuttosto comune, tuttavia non è sempre detto che il dentista prescriva un farmaco antibiotico per risolvere la situazione. Bisogna infatti sottolineare che l’antibiotico serve per combattere i batteri e dev’essere impiegato solo in caso vi sia il sospetto di una infezione batterica in corso. 

La sola infiammazione, infatti, dev’essere inizialmente trattata con antiinfiammatori, e può richiedere l’antibiotico solo dopo la valutazione del medico o dell’odontoiatra. Il processo infiammatorio a carico delle gengive prende il nome di gengivite, la quale è spesso causata dalla proliferazione batterica dovuta a una scarsa igiene orale.

In ambito odontoiatrico gli antibiotici sono ampiamente usati, sia come profilassi in caso di interventi, sia per trattare patologie batteriche. Vi sono diversi tipi di medicinali che possono essere prescritti, ma sarà solo il dentista a poter valutare se e quando ricorrervi.

L'antibiotico per l'infezione gengivale, ad esempio, viene somministrato solo in determinati casi, come ad esempio se si è in presenza di una gengivite ulcero-necrotizzante o di una parodontite in stadio avanzato, mentre qualora vi fosse solo una leggera parodontite o gengivite, il dentista si orienterà piuttosto sul miglioramento dell'igiene orale (ricorrendo a una seduta di igiene professionale) e alla levigatura radicolare.

Il ricorso all'antibiotico per gengive gonfie o solo leggermente infiammate, è sconsigliato e in alcuni casi anche controproducente

Solo il dentista saprà identificare la necessità o meno di ricorrere a questa categoria di farmaci, tenendo sempre presente che, come ricorda anche l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), l'uso eccessivo di antibiotici può causare resistenza alle molecole contenute al loro interno, con la conseguenza che le infezioni batteriche risulteranno sempre più difficili da trattare.

L'antibiotico per l'infiammazione alle gengive è tuttavia necessario in caso di:

  • gengiviti croniche che non migliorano in seguito ai trattamenti meccanici;
  • gengiviti necrotizzanti, che comportano una grave infezione dei tessuti;
  • ascessi parodontali, in cui vi è un accumulo di pus a livello sottogengivale.

Quale antibiotico per denti e gengive?

Non esiste un solo antibiotico per gengivite e infiammazioni del cavo orale e la scelta del medicinale dev'essere attentamente valutata dal medico, sia in relazione alle caratteristiche del paziente che si trova di fronte, sia in base alla problematica da risolvere.

I farmaci più utilizzati in ambito odontoiatrico sono comunque l’amoxicillina, il metronidazolo e l’amoxicillina combinata con l’acido clavulanico. Essi possono essere assunto sia per via orale (sotto forma di compresse o di soluzioni liquide), per via topica (in genere il metronidazolo) o, in alcuni casi specifici, per via parentale attraverso iniezioni endovenose o intramuscolari.

Per poter valutare quale antibiotico è maggiormente idoneo a debellare l'infezione batterica, specie in casi di ascessi e presenza di materiale infettivo, il medico può decidere di effettuare un test parodontale batterico, ovvero un tampone gengivale. Esso consiste nel prelievo di liquido gengivale al fine di identificare la tipologia di batterio presente.

Qualora il dentista decida di somministrare una cura antibiotica per la gengivite occorre rispettare attentamene le indicazioni ricevute. Innanzitutto, è importante seguire gli orari e i dosaggi di assunzione previsti; bisogna poi non improvvisare un trattamento senza prima aver ricevuto l'autorizzazione dal proprio medico, onde evitare trattamenti inutili o addirittura controproducenti.

Infine, è preferibile assumere l'antibiotico lontano dai pasti e non interrompere la cura antibiotica prima del dovuto, o vi è il rischio che si vengano a creare delle resistenze al farmaco dovute alla maggior aggressività dei batteri.

Gengivite e antibiotico

La gengivite è una condizione infiammatoria che si presenta con gengive gonfie, sanguinanti e doloranti. La causa è di natura batterica, ovvero si verifica un accumulo di placca dovuto alla scarsa igiene orale, che poi determina una serie di problematiche più o meno gravi.

In genere per le gengive gonfie non si ricorre all'antibiotico (se non in rari casi) e si preferisce puntare sul miglioramento dell'igiene orale; possono poi essere prescritti farmaci ad azione antinfiammatoria per alleviare alcuni sintomi, come ad esempio l'ibuprofene e il ketoprofene.

Molto utile, poi, è l'abitudine di utilizzare un collutorio a base di clorexidina, ovvero una sostanza azione antibatterica, e di aumentare la frequenza dello spazzolamento dentale.

In tutti quei casi in cui la gengivite richiede un antibiotico, il dentista potrà prescrivere l'amoxicillina od un altro antibiotico. Questa molecola risulta una delle più utilizzate e può essere somministrata in combinazione con l'acido clavulanico, che ha la capacità di potenziarne l'effetto.

Un altro antibiotico per gengive sanguinanti e infiammate molto utilizzato è il metronidazolo, che risulta particolarmente efficace soprattutto sui batteri anaerobi; questa molecola può poi essere abbinata alla ciprofloxacina, che agisce impedendo la moltiplicazione dei batteri e ne favorisce l'eliminazione. Altri antibiotici utilizzati in caso di gengivite sono poi le tetracicline, la doxiciclina e la clindamicina.

Occorre tenere presente che gli antibiotici assunti per via sistemica tendono a disperdersi, e solo una minima parte riesce a raggiungere le tasche gengivali dove è presente l'infezione batterica. Inoltre, lo strato di placca che avvolge le gengive tende a non far penetrare il medicinale, diminuendo ancor di più l'effetto antibiotico.

Ecco perché, prima di somministrare i farmaci, si tende comunque a effettuare una rimozione manuale della placca che infesta il parodonto, così da accrescere l'effetto battericida del farmaco.

Antibiotici per gengive infiammate: quali sono le alternative?

Se il medico ritiene di non prescrivere l'antibiotico per gengive infiammate e doloranti, è comunque necessario intervenire per migliorare lo stato dell'infezione. Indispensabile è l'igiene orale eseguita con un professionista, unita a uno spazzolamento scrupoloso anche a casa.

Rimuovere la placca e il tartaro che si accumulano sulle gengive è fondamentale per tenere sotto controllo la proliferazione batterica ed evitare che questa crei dei problemi. Si consiglia quindi di utilizzare spazzolini dalle setole medio-morbide (in modo da evitare traumi a gengive già infiammate) e di spazzolare molto bene i denti seguendo la direzione che va dalla gengiva verso il dente.

Bisognerà poi passare sempre il filo interdentale tra un dente e l'altro, utilizzando, se necessario, anche lo scovolino. In alcuni casi può inoltre essere utile effettuare degli sciacqui con un collutorio a base di clorexedina

Questa sostanza, che può anche essere applicata sotto forma di gel per uso topico, svolge una potente azione antisettica in grado di sfiammare le gengive e di aiutare nella rimozione della placca, tenendo a bada i sintomi dolorosi della gengivite.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Christian Raddato
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