Dentina scoperta: sintomi, cause, e cosa fare

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 13 Gennaio, 2025

Una ragazza dal dentista

La dentina è uno strato del dente che si trova sotto lo smalto, la parte più dura e protettiva del dente. Quando la dentina rimane scoperta, significa che lo smalto o la gengiva che normalmente la proteggono sono stati danneggiati o si sono ritirati.

Questa condizione può portare a sensibilità dentale, perché la dentina contiene piccoli tubicini che collegano l'esterno del dente alla parte interna, dove si trovano i nervi. Quando questi tubicini sono esposti, gli stimoli come il caldo, il freddo o i cibi zuccherati possono raggiungere i nervi, causando fastidio o dolore.

Vediamo cosa fare quando la dentina è esposta, le cause, i sintomi e i trattamenti. Infine, uno sguardo al futuro per capire quando e se sarà possibile contare sulla rigenerazione naturale della dentina. Grazie alla ricerca nel campo delle cellule staminali dentali.

Cos'è la dentina

La dentina è il tessuto minerale che costituisce la parte principale del dente. Si trova sotto lo smalto nella corona e sotto il cemento nella radice. È formata da idrossiapatite (circa il 70%), una componente organica (20%) e acqua (10%). Questo equilibrio le conferisce una combinazione di resistenza e flessibilità che protegge la struttura dentale.
 
A differenza dello smalto, la dentina è un tessuto vivo prodotto dagli odontoblasti, cellule situate nella polpa dentaria, attraverso un processo chiamato dentinogenesi. Questa produzione continua durante tutta la vita, garantendo il rinnovamento e la protezione del dente.

A livello strutturale, la dentina è attraversata da tubuli microscopici che contengono prolungamenti cellulari e fluido dentinale. Questi tubuli sono responsabili della sensibilità dentale, in quanto trasmettono stimoli alla polpa interna.

A cosa serve la dentina?

Come premesso, la dentina è lo strato del dente che si trova subito sotto lo smalto, il rivestimento esterno della corona del dente. In quanto tale, la sua funzione è quella di sostenere la struttura dello smalto e di proteggere la polpa dentale che contiene nervi e vasi sanguigni.


Potrebbe interessarti anche:


Grazie alla sua consistenza più morbida rispetto allo smalto, la dentina aiuta a contenere lo stress meccanico attutendo la pressione esercitata dalla masticazione del cibo. Come anticipato, attraverso i tubuli dentinali la dentina è anche responsabile del trasferimento degli impulsi sensoriali dalla superficie del dente alla polpa, in risposta a calore, freddo o pressione. 

Cosa significa avere la dentina scoperta: le cause

La dentina scoperta è una condizione che si verifica quando lo strato interno del dente, in genere protetto dallo smalto o dal cemento radicolare, viene esposto a causa della perdita di questo rivestimento esterno.

Le cause di dentina scoperta sono diverse, tra queste:

  • abrasione: per un uso scorretto dello spazzolino o per dentifrici troppo abrasivi;
  • erosione dello smalto: lo smalto si consuma nel tempo a causa di abitudini come il consumo di cibi e bevande acide o per problemi derivanti da bruxismo (digrignare i denti) o da reflusso gastroesofageo;
  • carie dentale: una carie non trattata può consumare smalto e arrivare alla dentina, lasciando la parte interna del dente vulnerabile;
  • recessione gengivale: le gengive si ritirano lasciando scoperta la parte del dente vicino alla radice a causa di una pulizia dei denti troppo aggressiva, malattie gengivali, età avanzata;
  • traumi o fratture: un colpo al dente o una frattura possono danneggiare lo smalto e scoprire la dentina;
  • trattamenti odontoiatrici: in alcuni casi, interventi come otturazioni o sbiancamenti dentali possono temporaneamente lasciare scoperta la dentina.

Cosa succede quando la dentina resta scoperta: conseguenze e sintomi

Quando la dentina è esposta, i piccoli tubi dentinali che la compongono consentono il passaggio di stimoli sensoriali che raggiungono le terminazioni nervose nella polpa, causando dolore improvviso e acuto.

Fenomeno noto come ipersensibilità dentinale che si manifesta quando i denti vengono a contatto con cibi o bevande calde, fredde, dolci o acide. Anche l'aria fredda o il semplice spazzolamento dei denti possono provocare fastidio

Oltre alla sensibilità dentinale, le conseguenze legate al deterioramento della dentina sono:

  • sclerosi dentinale: una condizione in cui i tubuli dentinali, i piccoli tubi che collegano la polpa alla parte inferiore dello smalto, si calcificano come risposta fisiologica di difesa naturale;
  • maggiore rischio di infezioni dentali: l'assenza dello smalto protettivo può facilitare l'ingresso dei batteri attraverso i tubuli dentinali fino alla polpa, aumentando il rischio di carie profonde e infezioni pulpari (pulpiti), e richiedendo il ricorso a terapie più invasive come quella canalare, o anche detta endodontica, (devitalizzazione).

Ma ci sono anche altri sintomi che si possono osservare quando la dentina resta scoperta, associati all'ipersensibilità dentinale:

  • dolore alle gengive: può verificarsi dolore nella zona in cui la gengiva si è ritirata, lasciando scoperta la dentina;
  • denti che sembrano più lunghi: a causa della recessione gengivale, i denti possono apparire più allungati o più grandi del normale;
  • alitosi e carie: come precisato poco sopra, la dentina scoperta può portare a una maggiore predisposizione alla formazione di carie, ma anche di alitosi (a causa dei batteri);
  • sanguinamento delle gengive: le gengive possono diventare più sensibili e sanguinare facilmente durante la pulizia dei denti.

Trattamenti per la dentina scoperta: accorgimenti di igiene orale e terapie professionali

Ci sono diversi modi per affrontare il problema della dentina scoperta, a seconda della gravità della situazione. Nei casi più lievi, si possono adottare semplici accorgimenti quotidiani. Nei casi più avanzati è necessario ricorrere a trattamenti professionali.

Dentifricio e collutorio specifici per l'igiene orale quotidiana

Il solo spazzolamento non basta. Integrare un dentifricio e un collutorio specifici per denti sensibili nella routine di igiene orale può aiutare a prevenire ulteriore deterioramento dello smalto o della dentina, oltre a ridurre i sintomi dell'ipersensibilità dentinale. Questi prodotti creano una specie di barriera protettiva che allevia i sintomi.

Cambiare le proprie abitudini

Prevenire significa anche cambiare alcune abitudini scorrette che possono scatenare la sensibilità e danneggiare ulteriormente lo smalto: evitare cibi e bevande acide o zuccherate, per esempio, che – oltre a usurare lo smalto – sono anche deleterie per altre ragioni legate alla sana alimentazione

Usare anche il filo interdentale

Il filo interdentale manuale può aiutare a pulire gli spazi tra i denti e a rimuovere i residui di cibo e placca, non raggiungibili con il semplice spazzolino.

Una ragazza dal dentista

Trattare condizioni di salute e problemi sottostanti

All'origine dei problemi ci possono essere condizioni come il digrignamento dei denti, bulimia o reflusso gastroesofageo, che vanno trattate per evitare che possano avere conseguenze sui denti.

Smettere di fumare

Come le bevande zuccherate, anche il fumo aumenta le probabilità di incorrere in una serie di problemi di salute dentale e di altro tipo. Smettere di fumare riduce il rischio di infezione e problemi gengivali che possono peggiorare l'esposizione della dentina.

Trattamenti odontoiatrici professionali

Le terapie professionali sono mirate alla risoluzione del problema, tra queste:

Il bonding dentale

Il dentista può intervenire applicando una resina del colore del dente sulla zona esposta per proteggerla e ridurre la sensibilità. Questa è la soluzione più comune cui si ricorre quando la causa è una lesione esterna, come per esempio un dente incrinato. 

Innesti gengivali

Se la causa dell'esposizione dentinale è una gengiva ritirata, si può intervenire con un innesto gengivale per coprire la radice esposta e proteggere la dentina.

Trattamento canalare

Nei casi più gravi, quando l'esposizione ha causato danni alla polpa del dente, potrebbe essere necessario un trattamento canalare (devitalizzazione) per eliminare il dolore e proteggere il dente.

La dentina può rigenerarsi da sola?

I denti, come altri organi del corpo, possiedono un meccanismo di riparazione naturale che interviene per ripristinare i danni subiti. Quando la dentina subisce danni, a causa di traumi dentali o scarsa igiene orale, la polpa dentale può convertire le cellule staminali immagazzinate in odontoblasti, cellule capaci di generare nuovo tessuto dentinale.

La rigenerazione naturale della dentina dipende dalla presenza di polpa vitale, ed è possibile quando i danni sono ridotti. Nel caso in cui la dentina fosse compromessa in modo grave, le cellule staminali presenti potrebbero non essere sufficienti per riparare il danno.

Ma in ogni caso, ottenere una rigenerazione completa del tessuto pulpare non è semplice. Infatti, i tessuti duri come quelli dentali sono difficili da riparare. Lo smalto del dente non può autoripararsi, mentre la dentina e il cemento hanno una capacità limitata di rigenerazione.

Come emerge anche da questa ricerca, le procedure di ingegneria tissutale moderna e le cellule staminali dentali possono stimolare la rigenerazione della polpa e della dentina. Ma sono ancora necessari altri sviluppi prima che queste tecniche di rigenerazione possano essere integrate nell'odontoiatria tradizionale.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Christian Raddato
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Valentina Montagna | Editor
Valentina Montagna | Editor
in Salute

775 articoli pubblicati

a cura di Dr. Christian Raddato
Contenuti correlati