La parola flebite proviene dal termine greco phleps che significa vena e il suffisso -itis che sta per infiammazione, quindi infiammazione delle vene.
Flebite è, infatti, il nome dato all’infiammazione delle vene. Questa si riscontra solitamente a carico degli arti inferiori (gambe), ma può colpire ogni altra vena del corpo. La più comune causa di flebite è rappresentata da un coagulo o trombo, che si forma nella vena e ne ostruisce il flusso sanguigno.
Se la vena colpita si trova in superficie può causare quella che viene definita tromboflebite superficiale, se invece è profonda e si trova all’interno di un muscolo, in questo caso si parla di trombosi venosa profonda.
Flebite alle gambe
Nel 90% dei casi, la flebite è associata alle vene varicose della safena (vena della gamba che si estende dall’alluce al ginocchio e che si unisce alla vena femorale), una piccola percentuale colpisce invece le vene delle braccia.
Quando il sangue forma un coagulo nella vena, si forma un trombo. Il trombo è in grado di irritare la parete venosa, provocando l’infiammazione della parete venosa e dei tessuti circostanti. Vediamo come.
In primo luogo, abbiamo bisogno di capire il motivo per cui il coagulo si forma nelle vene. In vene normali, il sangue scorre perchè pompato dai muscoli del piede o della gamba in movimento. Quando la gamba è ferma, il sangue fluisce verso il basso lungo la gamba e si ferma per l’inattività delle valvole venose, che hanno smesso di lavorare a causa della prolungata inattività del soggetto.
Di conseguenza, risulta invertito il flusso sanguigno che aumenta la quantità di sangue nelle vene delle gambe. La prolungata immobilità va quindi a causare un indebolimento a carico delle pareti venose, che iniziano a dilatarsi. Se queste vene dilatate sono visibili in superficie, sono chiamate vene varicose. Se invece sono troppo profonde per essere viste, si parla di vene varicose occulte.
In determinate circostanze, il sangue può quindi coagulare all’interno di queste vene varicose o vene varicose occulte, coaguli di questo tipo sono chiamati trombi. Quando un trombo si forma all’interno di una vena, ne irrita la parete, andando a causare l’infiammazione della parete venosa e dei tessuti circostanti. L’infiammazione a sua volta aumenta l’afflusso locale di sangue e porta i globuli bianchi nella zona colpita, che saranno poi i responsabili del riassorbimento del coagulo nel corso del tempo.
Tuttavia, in alcuni pazienti, prima che ciò avvenga, il coagulo può estendersi e causare gravi problemi non solo nell’arto interessato.
Studi recenti effettuati negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, hanno mostrato che la flebite alla gamba è in grado di provocare anche quella che viene chiamata embolia polmonare ovvero l’ostruzione acuta (completa o parziale) di uno o più rami dell’arteria polmonare, patologia molto seria in grado di mettere in pericolo la vita del soggetto che ne è affetto.
Quali sono i sintomi della flebite?
La flebite può manifestarsi in diversi modi. La maggioranza dei pazienti affetti da flebite solitamente lamenta un esordio improvviso dei sintomi con peggioramento di questi nel giro di pochi giorni.
Il primi sintomi sono malessere, indolenzimento e/o dolore diffuso nell’area interessata dalla flebite.
Dal momento che la flebite è causata da un coagulo nella vena, le pareti venose sono infiammate e infiammano anche lo strato di pelle più superficiale.
La pelle di conseguenza risulta arrossata (a meno che non sia molto profonda) e solitamente indolenzita. In alcuni casi, i soggetti affetti da flebite soffrono di:
- febbre
- dolore al petto
- crampi e tremori a carico degli arti interessati
Qualora uno o più di questi sintomi occorrano è bene contattare il medico per verificare le proprie condizioni di salute.
Quali sono le cause della flebite?
La flebite come abbiamo visto si verifica a seguito di un trombo venoso che porta all’infiammazione di tutta la parete venosa. La flebite colpisce solitamente soggetti con una circolazione sanguigna debole o le cui vene sono già indebolite da medicinali o da catetere intravenoso.
Dal momento che la flebite è spesso causata da un danno alle vene, è più facile avere la flebite in vene nelle quali il sangue scorre più lentamente del normale, come nelle vene varicose. Questa patologia è solita verificarsi anche a seguito di complicazioni dovute a interventi chirurgici o medici.
Molte flebiti si verificano nella gamba, già affetta da vene varicose o da trombosi della vena profonda. Patologie a carico del sangue quali cancro, possono causare il verificarsi di diversi coaguli nelle vene di tutto il corpo in maniera inaspettata ed improvvisa.
Quali sono i trattamenti indicati?
La cura della tromboflebite dipende dal tipo e dalla regione colpita.
La flebite dev’essere trattata immediatamente perché se trascurata si possono verificare complicanze mediche serie come l’embolia polmonare. La diagnosi di trombosi venosa superficiale nella maggioranza dei casi è clinica, ma necessita di un supporto strumentale (ecocolordoppler) per i seguenti motivi:
- per confermare la diagnosi (diagnosi differenziale con cellulite, erisipela, linfangite, nelle quali gli assi venosi sono pervi e comprimibili);
- per stabilire l’estensione e la localizzazione della trombosi venosa;
- per escludere una concomitante trombosi venosa profonda.
Attraverso le indicazioni fornite dalle indagini strumentali il medico potrà consigliare il tipo di trattamento più idoneo.
Se la flebite colpisce una vena superficiale, il medico può consigliarvi di ricorrere all’automedicazione, ad esempio alzare la gamba malata o usare un comune antinfiammatorio topico. Solitamente, vengono prescritti degli antidolorifici, come il paracetamolo o l’ibuprofene per alleviare i sintomi della flebite.
Ma è bene ricordare che l’assunzione di questi farmaci va sempre effettuata sotto controllo medico in quanto questi farmaci possono andare ad interagire con altri farmaci (anticoagulanti e antitrombotici), eventualmente prescritti per la cura della flebite.
Altri trattamenti consigliati sono i bendaggi o le calze elastiche compressive, in grado di agevolare la ripresa regolare del flusso sanguigno.
Se si ha una anamnesi di tromboflebite delle vene profonde, o se vi è il sospetto che la flebite potrebbe estendersi alle vene profonde, viene prescritta l’assunzione di anticoagulanti (eparine a basso peso molecolare, pentasaccaride e raramente anticoagulanti orali).
Come si previene la flebite?
Per cercare di prevenire episodi di flebite i medici consigliano di:
- fare esercizio fisico;
- evitare lunghi periodi di immobilità;
- tornare a una mobilizzazione precoce anche a seguito di un intervento chirurgico
- esercizi per le gambe durante un lungo viaggio in macchina, aereo o treno;
- buona igiene infermieristica e pronta rimozione di cateteri per via endovenosa
- se si è fumatori, smettere di fumare;
- utilizzare calze a compressione dopo un episodio di flebite o anche nel caso di viaggi molto lunghi;
- utilizzare l’eparina nel caso di immobilizzazione prolungata.