Fame di pelle: quando la mancanza di contatto fisico genera ansia e stress

Redazione

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

Giovane Coppia con Mascherina si Saluta con i Gomiti fuori di Casa senza Abbracci né Baci né Usando le Mani

 È ormai più di un anno che ci siamo abituati a ridurre al minimo i contatti con gli altri, senza fare carezze né abbracciare o stringere i nostri cari. 

Il distanziamento sociale, purtroppo ancora necessario in questa fase della pandemia da Covid-19, cancella e preclude gesti affettuosi e contatto fisico con gli altri. Le ripercussioni sul benessere psicologico non sono poche, specie per i bambini, gli anziani e in generale chi vive solo. 

Fame di pelle: cos'è e da cosa dipende

Il fenomeno prende quindi il nome di “fame di pelle”, e sta iniziando a essere documentato a livello scientifico. Il contatto fisico e i gesti di affetto svolgono un fatti una funzione rassicurante, perché fa sentire protetti e al sicuro. Inoltre, a livello neurochimico, induce la produzione di ossitocina, l’ormone che sortisce un effetto rilassante. 

« Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre, il senso di sicurezza e di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive che hanno un effetto "tranquillizzante"  » affermano Enrico Zanalda e Massimo di Giannatonio, co-presidenti della  SIP , la Società Italiana di Psichiatria.

Carenza di contatto fisico: gli effetti psicologici

Le avvisaglie arrivano da alcuni studi scientifici americani che registrano il fenomeno dell'era Covid ossia, appunto, la fame di pelle. Bastano alcune settimane senza contatti fisici, cioè senza toccare mani o senza abbracciare nessuno, per vedere aumentare alcuni disturbi psicologici

Le conseguenze sono infatti preoccupanti: si registra infatti un aumento di depressione e ansia, ma anche stress, insonnia e sensazione di affaticamento costante. 

A dirlo, uno studio dell'Università di Miami che ha coinvolto 260 persone, di cui il 60% ha riportato una carenza di contatto affettuoso e fisico durante il primo lockdown.

La salute mentale, quindi, è direttamente correlata al contatto fisico e alla socialità, che la virtualità non riesce a sostituire completamente: siamo, dopotutto, “animali sociali”.

Fame di pelle: rimedi

Cosa fare, dunque? Alcune soluzioni possono risultare utili: toccare tessuti confortevoli, concedersi un massaggio ai piedi, fare un bagno caldo possono per esempio aumentare il benessere per così dire “epidermico”. 

«Le restrizioni sociali restano necessarie: in questa fase è ancora impossibile assicurare ai nostri cari non conviventi i consueti gesti di affetto, ed è evidente che né le videochiamate, né i messaggi possono sostituire l'incontro reale tra due persone» ricordano Giannantonio e Zanalda. «Ci sono però accorgimenti che possiamo adottare per supplire alla carenza di contatto fisico, stimolando il tatto in altro modo.» 

Il contatto con materiali o sostanze gradevoli provoca senz'altro piacere, il che potrebbe attenuare il disagio provocato dalla lontananza dagli altri. 

Tuttavia, questi espedienti potrebbero non essere sufficienti. Il contatto diretto è infatti indispensabile e va praticato ogni qual volta sia possibile, con conviventi e familiari con cui si è a contatto, con la speranza di poter tornare molto presto a poterci abbracciare di nuovo.

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