Perché troppo Facebook può farci sentire tristi

Marco Cicirello | Blogger

Ultimo aggiornamento – 07 Maggio, 2015

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“Il confronto è ladro della gioia” disse Theodor Roosvelt, presidente degli USA. Dette più di un secolo fa, queste parole evidenziano una verità fondamentale che è vera anche oggi.

Nel 1950 lo psicologo sociale Leon Festinger ideò la teoria del confronto sociale per capire i meccanismi psicologici che stanno dietro la nostra necessità di confrontarci con gli altri. Festinger propose che gli individui hanno un innato bisogno di misurarsi con i loro coetanei su fattori che ritengono essere importanti per valutare ciò che stanno facendo.

Questa tendenza non è scomparsa e anzi, nell’era dei Social Network, il confronto sociale è praticamente continuo. Tali confronti possono veicolare importanti informazioni: ci stiamo misurando in termini di progresso e di risultati o stiamo facendo passi indietro?

Ovviamente, confrontandoci troppo con i nostri coetanei, finiamo spesso per sentirci male noi stessi. Se pensiamo a tutti i Social Network che esistono (Facebook, Twitter, Instagram, ecc), siamo sommersi da un flusso costante di informazioni e immagini su familiari, amici e conoscenti. A volte tutto questo è anche troppo e sarebbe meglio non venire a conoscenza di tutti questi dettagli.

Un esempio? Immaginate una festa a cui non potete andare perché non avete trovato un accompagnatore. Per un adolescente questa situazione può essere frustrante, soprattutto se il giorno dopo appaiono tutte le foto degli amici che si divertono spensieratamente e in compagnia. E’ facile immaginare che vedere, per esempio, le foto delle amiche che si divertono e ballano con i propri corteggiatori possa far sentire una ragazza adolescente poco attraente per riuscire ad avere un appuntamento con un ragazzo.

Situazioni come questa hanno ispirato una ricerca condotta dalle Università di Houston e Palo Alto che ha preso in considerazione oltre 300 studenti americani universitari (98 uomini e 236 donne) poco più che ventenni. La ricerca si è divisa in due studi, uno avvenuto in un solo giorno e l’altro in 14. I partecipanti hanno descritto il loro uso quotidiano di Facebook, i confronti che avvengono sul social network e i sintomi depressivi provati. Ciò che è stato scoperto, complessivamente, è che i ragazzi (di entrambi i sessi) che trascorrevano più tempo su Facebook riportavano più sintomi depressivi causati proprio dai confronti scaturiti dal Social Network.

Sebbene siano stati condotti diversi studi che correlano Facebook e depressione, questo di cui vi stiamo parlando ha insistito proprio sul ruolo che hanno i confronti fatti tra gli utenti e la vita delle persone di cui guardano foto e leggono informazioni.
Spesso, quando ci confrontiamo con gli altri, lo facciamo in modo molto impulsivo, senza riuscire a controllarci. Le persone tendono a presentare su Facebook quasi esclusivamente gli aspetti positivi della loro vita, tralasciando quelli meno piacevoli. Quindi, confrontandoci con la vita degli altri, tendiamo istintivamente a sentire che la nostra vita è banale, meno interessante e felice. Ma se ricordiamo che ci stiamo confrontando con una versione artificiale della loro vita, distorta in positivo, potremmo avere un punto di vista diverso.

Facebook e gli altri Social Network non sono interamente buoni o cattivi. Sono stati creati per uno scopo particolare, quelli di connetterci con amici e familiari (uno scopo essenzialmente positivo). Quindi, se vi sentite sempre un po’ giù dopo aver visto le foto delle vacanze dei vostri amici, dei loro fidanzamenti, dei loro figli…ecco, forse è arrivato il momento di allontanarvi dal computer.

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Scritto da Marco Cicirello | Blogger

La scrittura è la mia personale visione del mondo. Penso che tutto ciò che riguarda gli uomini riguardi anche me e, grazie a Pazienti, posso parlare ogni giorno della cosa più importante della vita: la salute, sia quella fisica che quella mentale.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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