Una delle malattie neurologiche più frequenti è l’epilessia: essa si può manifestare anche durante la notte, ma spesso è difficile fare una diagnosi accurata, poiché i sintomi sono molto simili ad altri disturbi del sonno.
Ma entriamo più nel dettaglio.
Cos’è l’epilessia notturna del lobo frontale?
L’epilessia notturna consiste in una serie di brevi e periodiche crisi che colpiscono il lobo frontale del cervello durante il sonno.
È proprio la sua natura "notturna" che rende poco chiaro il riconoscimento di questo disturbo che, insieme all’epilessia del lobo temporale, è una delle forme di epilessia focale più frequente.
Quali sono le cause dell’epilessia notturna negli adulti?
Le cause possono essere congenite, ma anche acquisite: vediamo in cosa consistono.
- Anomalia genetica, chiamata Epilessia del Lobo Frontale ad Eredità Autosomica Dominante (ADNFLE), che colpisce indifferentemente i maschi e le femmine, e determina un’alterazione dei collegamenti tra talamo e corteccia cerebrale.
- Traumi, lesioni tumorali (che costituiscono un terzo dei casi) e malformazioni vascolari.
L’epilessia notturna può portare alla morte?
Molte delle persone colpite da epilessia notturna riescono a vivere una vita con aspettativa pari a quella di ogni altro individuo.
In alcuni casi, esiste un rischio maggiore: con un controllo ottimale e adottando le dovute precauzioni, è però possibile ridurre significativamente i rischi di morte.
Quali sono i fattori che aumentano il rischio di morte precoce?
Tra i fattori troviamo:
- Cadute o traumi dovuti alle convulsioni
- Gravi problemi di salute pregressi come ictus o tumori
- La durata delle convulsioni: se si interrompe drasticamente l’assunzione di farmaci anti-convulsivanti, queste si possono protrarre anche per più di cinque minuti
Epilessia notturna infantile: perché colpisce soprattutto i bambini? Tutte le cause
Poiché il cervello dei bambini non è ancora del tutto sviluppato, l’epilessia notturna si manifesta maggiormente in giovane età (si stima che circa il 60% dei pazienti ha visto esordire i sintomi in tenera età).
Solitamente, le crisi avvengono tra i cinque e i vent’anni e si manifesta anche attraverso delle “assenze”, brevissime sospensioni in cui, per qualche secondo, il bambino sembra distratto e fuori dal contesto in cui si trova. Ha una forma benigna e tende a guarire con lo sviluppo puberale del bambino.
Ecco le cause:
- Malformazioni congenite
- Traumi o lesioni del cervello
- Carenza di ossigeno alla nascita
- Infezioni
Il trattamento consiste nella rimozione delle cause scatenanti, altrimenti si forniscono farmaci anticonvulsivanti (ma, nell’oltre 70% dei casi, si guarisce autonomamente).
Epilessia notturna: cosa cambia dai bambini agli adulti?
In entrambi i casi, possono entrare in scena fattori sociali:
- Per quanto riguarda i bambini, è importante che il medico fornisca informazioni dettagliate sulla malattia e avere un atteggiamento ottimistico sulle prospettive di guarigione. L’iper-protezione familiare e le possibili discriminazioni a scuola non hanno sicuramente un effetto positivo.
- Negli adulti, invece, possono presentarsi difficoltà con l’integrazione sociale, anche per il pregiudizio e la scarsa informazione riguardo la malattia.
I sintomi: come riconoscere una crisi epilettica notturna
Riconoscere i sintomi della crisi epilettica è un passo importantissimo per la diagnosi della stessa. Una cosa fondamentale da fare è osservare il paziente mentre dorme.
I sintomi più frequenti sono:
- Sensazione di cadere
- Tremori
- Nausea
- Movimenti degli arti e grida
- Gemiti e pianto
- Occlusione dei pugni
- Iperventilazione o mancanza di respiro
- Smorfie involontarie
- Risate
- Postura asimmetrica
- Masticazione
- Vocalizzi privi di senso
- Salivazione
- Deglutizione
- Allucinazioni gustative
I sintomi della crisi epilettica notturna sono legati all’attivazione incontrollata del lobo frontale che, sulla base dell’origine e delle modalità di propagazione dell’attività elettrica anomala, avrà una sintomatologia variabile.
La crisi è, generalmente, di breve durata e compare a frequenza variabile: da pochi episodi in un anno a molte crisi nella stessa notte. Spesso queste crisi sono anticipate da sintomi premonitori, come:
- paura;
- ansia;
- formicolii;
- tensione muscolare.
Le crisi possono essere di due tipi:
- parziali complesse, con perdita di conoscenza
- parziali semplici, senza perdita di conoscenza o distacco dalla realtà
Epilessia notturna: quali sono le terapie più efficaci?
Per combattere l’epilessia notturna, occorre rivolgersi a un Neurologo, uno Psichiatra o un Neuropsichiatra.
Le terapie consistono nell’assunzione di farmaci anticonvulsionanti (anche se molti pazienti, con il tempo, sviluppano una forma di resistenza a questo trattamento) come, ad esempio, la Benzodiazepine o il Clonazepam.