L’emergenza Ebola è ormai giunta a livelli altissimi. Il virus non si ferma: in Guinea, Sierra Leone e Nigeria ha già causato 2.600 morti e nessun farmaco si è rivelato definitivamente efficace per combatterlo. Una nuova terribile notizia si aggiunge a questo dramma: la grave epidemia ha scatenato l’apertura e il diffondersi di un mercato nero del sangue perché si crede che il sangue dei sopravvissuti abbia degli anticorpi in grado di combattere il virus.
L’allarme arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che con preoccupazione sottolinea anche le dimensioni di questo commercio, un tentativo estremo degli ammalati di riuscire a salvarsi. L’Ebola infatti sta uccidendo più della metà degli infetti.
Rischio di nuove infezioni
L’OMS ammette che alcuni studi suggeriscono che il sangue di coloro che sono sopravvissuti al virus potrebbe aiutare a prevenire o curare l’infezione. Rick Sacra, ad esempio, un operatore umanitario americano ricoverato in Omaha, Nebraska, ha ricevuto trasfusioni di sangue da un collega americano infettato e guarito.
Tuttavia, non vi sono ancora prove definitive e non si sa con certezza se “gli anticorpi provenienti dal plasma dei sopravvissuti siano sufficienti a trattare o prevenire la malattia”. Inoltre, sottolinea ancora l’OMS, i malati nei paesi colpiti acquistano sangue per vie illegali e non sottoposte a controlli. Il commercio può causare il diffondersi di altre infezioni, come l’HIV o altre malattie del sangue, e il diffondersi di un business pericoloso.
Margaret Chan, direttore dell’OMS, ha detto che bisogna lavorare a stretto contatto con i paesi più colpiti per arginare e limitare il più possibile questo mercato perché è interesse generale far si che il sangue possa essere disponibile attraverso canali certificati e per limitare al massimo il rischio di ulteriori infezioni.
Intensificare gli sforzi
L’OMS ha inoltre ribadito che siamo di fronte a “un’ emergenza senza precedenti” della sofferenza umana della storia recente e cerca di definire una risposta più efficace. Gli ospedali sono pieni, e le persone malate si nascondono per la paura di essere messe a maggior contatto con altri malati. Intanto, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato qualche giorno fa che intensificherà la presenza militare nelle regioni colpite, dove verranno costruiti nuovi centri di cura e arriveranno migliaia di volontari.
La paura è anche quella che il virus possa trasformarsi in una forma ancora più aggressiva e possa trasmettersi anche attraverso l’aria, mentre al momento si trasmette solo attraverso il contatto di sangue, secrezioni, tessuti, organi e fluidi corporei.