Perdere peso, in maniera sana, riducendo le calorie introdotte? Nulla di più sbagliato, se non si fa attenzione a quali alimenti mangiamo. È quanto affermato da Pier Luigi Rossi, nutrizionista toscano che parla di dieta molecolare.
Che cos’è la dieta molecolare?
Una barretta di cioccolata al latte o una merendina hanno, in media, circa 150 kcal per porzione, le stesse che potrebbe avere lo spuntino in una dieta ipocalorica prescritta da uno specialista. Tuttavia, assumere la stessa quantità di calorie, mangiando mandorle e frutta, sarà sicuramente molto più salutare rispetto alla cioccolata e alle merendine.
Non conta solo la quantità di calorie introdotte, ma soprattutto la loro qualità.
È ovvio che introducendo meno calorie si dimagrisca, ma è anche importante porre attenzione a quali alimenti mangiamo.
“L’organismo, anche se assume lo stesso numero di calorie, reagisce in modo diverso in base alle molecole che vengono introdotte con il cibo e che condizionano la secrezione di ormoni: sono questi i veri responsabili dell’accumulo di peso corporeo.” – sostiene P.L. Rossi – “A dialogare con il nostro DNA sono le molecole dei cibi, dalle proteine ai minerali, non le calorie”.
Due bicchieri di birra e una porzione di spaghetti con il tonno potrebbero avere le stesse calorie, ma è evidente che gli spaghetti sono più ricchi di nutrienti quali: carboidrati, proteine, vitamine, fibra, omega 3.
Le affermazioni di Rossi sono chiare: la dieta deve essere varia perché l’organismo ha bisogno di tutti i nutrienti. Esistono diverse diete che si focalizzano su una categoria di cibi a scapito di altri, ma è la dieta mediterranea quella corretta, perché bilanciata e utile a fornire i nutrienti necessari per la sopravvivenza cellullare.
La dieta molecolare è uno stile di vita, un’educazione alimentare che richiede la consapevolezza di ciò che si mangia. Una volta comprese le regole del “gioco” non si rischia, dopo aver perso peso, di ritornare alle cattive abitudini alimentari che avevano condotto al sovrappeso.
Dimagrire in 5 mosse: i consigli di Pier Luigi Rossi
Innanzitutto, possiamo distinguere i cibi in due grandi categorie:
1) Piatti Vegetali che comprendono alimenti provenienti dalla terra, quali:
- Pane
- Pasta
- Cereali
- Cibi composti con farina
- Legumi
- Patate
- Olio extra vergine di oliva
- Verdura
- Frutta
- Vino
2) Piatti Animali che comprendono:
- Latte
- Latticini
- Formaggi
- Carne rossa
- Carne bianca
- Pesci
- Uova
- Burro
- Salumi
Partendo da questa distinzione, ecco cinque consigli che, P.L. Rossi fornisce nel suo libro “Dalle calorie alle molecole” per un comportamento alimentare consapevole.
- Un modello sano di alimentazione quotidiana prevede che l’80% del cibo sia assunto da un piatto vegetale e il 20% da un piatto animale. L’aumento della percentuale di piatti animali rispetto ai piatti vegetali è una delle cause di sovrappeso, obesità e patologie degenerative legate a un’alimentazione scorretta.
- Fare 5 pasti al giorno: colazione, spuntino a metà mattinata, pranzo, merenda e cena. La distribuzione dei pasti ogni tre ore impedisce bruschi picchi glicemici post-prandiali che causano, a loro volta, aumento dell’insulina, responsabile dell’accumulo di grasso e del continuo senso di fame.
- Mangiare di più tra colazione e pranzo (65% dell’energia giornaliera), e meno tra merenda e cena (35%). Questo perché, durante la giornata, l’organismo umano non si trova sempre nelle stesse condizioni ormonali e metaboliche. Mangiare molto a cena determina aumento di peso e accumulo di colesterolo e massa grassa.
- Limitare la dose dei carboidrati (pasta, riso, pane, pizza, patate, frutta e dolci). Se a pranzo si mangia pasta o riso, non è consigliabile mangiare anche il pane e viceversa. Tra i cereali è meglio scegliere i cereali interi (farro, orzo, miglio, riso, mais, grano saraceno). I legumi hanno via libera, essi, infatti, garantiscono nutrienti a elevato valore biologico, carboidrati glicemici, non glicemici e fibre.
- Abbinare pane e cereali interi ai piatti proteici ma non la pasta. Il pane, infatti, contiene meno carboidrati rispetto alla pasta. In generale, nei pasti proteici le proteine dominano sui carboidrati; Nei pasti glucidici (a base di cereali e carboidrati) sono i carboidrati a dominare sulle proteine. Sapere questo è importante perché la secrezione di insulina è condizionata dal rapporto molecolare tra carboidrati e proteine.