Negli USA si stima che dei circa 29,1 milioni di casi di diabete, 8,1 milioni non siano diagnosticati. Una nuova ricerca indica che una visita dal dentista potrebbe essere un modo efficace per scoprire se si è affetti da diabete oppure no.
Pubblicato sull’American Journal of Public Health, uno studio su 408 pazienti odontoiatrici dimostra che l’utilizzo di sangue crevicolare gengivale per il test A1c per l’emoglobina (HbA1c) produce valori quasi identici a quelli ottenuti con il sangue di un dito (99% di correlazione tra i due campioni).
Un primo passo molto importante
Il test HbA1c è promosso dall’American Diabetes Association per scopi diagnostici e di monitoraggio del controllo glicemico.
“Alla luce dei risultati dello studio, la visita dentale potrebbe davvero essere un’occasione utile per effettuare lo screening del diabete tra i soggetti a rischio, un primo passo molto importante per identificare coloro che hanno bisogno di ulteriori esami per determinare il loro stato di salute”, afferma Shiela Strauss, professore associato di infermieristica presso la New York University e principale promotore dello studio.
La ricerca si basa su un precedente studio che aveva dimostrato la fattibilità nell’utilizzo di sangue gengivale per uno screening sul diabete nel corso di un esame dentale di routine. Questo tipo di screening può essere un’utile possibilità aggiuntiva per tutti coloro che sono a rischio di contrarre il diabete ma non hanno mai fatto visite specifiche, mentre è un’opportunità decisamente vantaggiosa soprattutto per chi ha più di 45 anni, sostiene Strauss.
Il test HbA1c durante le visite odontoiatriche potrebbe essere utilizzato anche per determinare il grado di controllo glicemico tra i soggetti cui il diabete è già stato diagnosticato.
“Il nostro studio ha una notevole importanza per la sanità pubblica, perché identifichiamo il valore e l’importanza di capitalizzare l’occasione di una visita odontoiatrica sia per lo screening di soggetti a rischio diabete, finora mai diagnosticati (soprattutto sopra i 45 anni), sia per monitorare il controllo glicemico nei pazienti affetti da diabete, come aiuto per mantenersi in salute il più possibile”, conclude Strauss.