Costola fratturata: cosa fare per recuperare la perfetta mobilità?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

frattura delle costole: gli esercizi di fisioterapia

La nostra gabbia toracica è formata da 12 coppie di costole, poste in modo simmetrico, che si agganciano allo sterno da un lato e alla colonna vertebrale dall’altro. Talvolta può capitare, a seguito di traumi, che si verifichi una frattura a una costola.

Dopo un evento simile, è necessario praticare della fisioterapia per recuperare una perfetta mobilità. Prima di arrivare a questo è, però, necessario partire, analizzando in modo approfondito cos’è una frattura costale.

Quanti tipi di fratture costali esistono?

Una frattura alle costole può essere:

  • Composta
  • Scomposta
  • Incrinata

Cosa causa le costole rotte?

Una delle cause principali che porta le costole a rompersi è il trauma toracico. Nelle persone anziane, che spesso soffrono di osteoporosi, può bastare un abbraccio troppo forte per farle ritrovare con una costola incrinata.

A quali rischi ci espone una frattura alle costole?

Oltre che un’intensa sensazione di dolore, una frattura costale può diventare pericolosa per gli organi interni.

Il polmone, il cuore, il fegato, la milza e molte grosse vene e arterie si trovano posizionati infatti nella gabbia toracica. Vediamo quali sono le lesioni più pericolose:

  • Le prime due costole hanno una struttura meno flessibile delle altre e questo diventa pericoloso in caso di rottura, perché si andranno a lesionare in modo scomposto, diventando pericolosissime per gli organi interni e rischiando di provocare anche la morte.
  • Una lesione che coinvolga la nona, la decima e l’undicesima può, invece, portare a lesioni, anche gravi, a fegato e milza.
  • Altro rischio è quello che si verifichi uno pneumotorace.

Quali sono i sintomi di una frattura delle costole?

I sintomi principali che fanno capo a una frattura delle costole sono un intenso dolore al petto, una tumefazione e un edema, che si presentano nella zona traumatizzata.

Il dolore si fa sentire ancora di più digitando la zona, muovendo dorso e torso e anche ruotandolo, stendendolo e flettendolo.

Il dolore è forte anche quando si tossisce, starnutisce o si ride. In alcuni casi, a questi disturbi si unisce la dispnea.
Nel caso in cui le costole incrinate siano molte, si verifica il respiro paradosso, caratterizzato da un movimento di queste in senso inverso rispetto a quelle sane. Ultimo sintomo di una frattura costale è una diminuzione della circolazione venosa.

Quali sono i tempi di guarigione dopo una frattura costale?

Del ghiaccio aiuta a stare meglio, se applicato nella zona dolorante, accompagnato da tanto riposo.

Alcune persone sentono sollievo con un bendaggio contenitivo. Una cura valida che aiuta nella guarigione dell’osso rotto è la magnetoterapia, che dimezza i tempi che servono al callo osseo per riformarsi.

Mentre si aspetta che la costola torni a posto, in caso di dolore persistente si possono utilizzare farmaci antidolorifici da banco, come l’aspirina o l’ibuprofene.

I tempi medi per la guarigione da una frattura costale sono di 6-8 settimane.

Fisioterapia dopo la frattura delle costole: che esercizi fare?

Per evitare che il dolore alle costole non passi, anche quando l’osso è ormai tornato a posto, ci si può affidare a un po’ di fisioterapia, dopo aver consultato un buon fisiatra.

Dei movimenti dolci permetteranno di tornare alla giusta mobilitazione della parte del corpo danneggiata. Nel periodo subito successivo al trauma, vanno evitate tutte le pratiche sportive che facciano aumentare il battito e di conseguenza la respirazione, situazione questa che potrebbe far aumentare l’infiammazione alle costole.

Anche i movimenti che comportino la rotazione e la flessione laterale del torace vanno assolutamente evitati, fino a guarigione completa.

Si possono però fare passeggiate. I movimenti da fare e quelli da evitare si vanno a riflettere anche sulla posizione che assumiamo durante il sonno.

L’unica posizione che si può assumere senza sentire dolore è quella sulla schiena, detta supina, meglio ancora mettendo dei cuscini sotto la schiena per assumere una posizione quasi seduta.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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