Spesso ci chiediamo cosa succede al nostro corpo (e alla nostra mente) quando si effettua un’anestesia totale, chiamata anche anestesia generale. Oggi parleremo proprio di questo, cercando di fare chiarezza su cosa sia l’anestesia generale, ma anche su quali sono i rischi nonché gli effetti collaterali dell’anestesia totale.
Anestesia totale: come funziona
Quando parliamo di anestesia totale si intende una procedura medica che si effettua prima di procedere a un intervento chirurgico, al fine di indurre il paziente in uno stato ipnotico, evitandogli di provare dolore e impedendogli di ricordare, immobilizzandolo.
I quattro benefici dell’anestesia, infatti, sono:
- Ipnosi
- Amnesia
- Analgesia
- Rilassamento muscolare
Per perseguire questi obiettivi, vengono utilizzati farmaci ipnotici, analgesici e miorilassanti. Se vi state chiedendo da cosa è composta l’anestesia totale, la risposta è abbastanza semplice. Per indurre gli effetti sopra elencati, si possono utilizzare combinazioni di farmaci, ma un solo farmaco può indurre più di un effetto, e i medicinali si somministrano per via endovenosa o per via aerea (utilizzando una maschera che permette di inalare i gas).
Cosa succede durante un’anestesia generale
In poco meno di un minuto dalla somministrazione dei farmaci, il paziente cade nello stato ipnotico, come se scivolasse nel sonno. In realtà, l’anestesia totale non induce il sonno, ma una perdita dello stato di coscienza.
Da questo momento in poi il paziente non avverte alcun dolore e non ricorderà assolutamente nulla di quanto accade durante l’operazione. Ad esempio, il paziente non ha alcuna sensazione e nessuna memoria (fortunatamente!) del fatto che la squadra medica inserisce un tubo nella trachea, passando per la bocca, al fine di garantire l’apporto di ossigeno.
Per assicurarsi che le condizioni del paziente si mantengano buone durante tutto l’intervento, i parametri vitali (battito e frequenza cardiaca, temperatura, ossigeno, anidride carbonica, pressione arteriosa) sono monitorati per tutto il tempo.
Controllare i parametri del paziente è fondamentale, anche per assicurarsi che l’anestesia generale sia mantenuta nel corso dell’operazione. Quando necessario, l’anestesista somministra altre dosi dei farmaci. Insomma, il risveglio dall’anestesia totale mentre si è sotto i ferri è, sicuramente, un’esperienza poco piacevole e, dunque, da evitare!
Il risveglio dall’anestesia totale
La domanda “cosa succede dopo un’anestesia totale?” è forse più frequente rispetto alla richiesta di conoscere cosa succede durante l’anestesia.
Quando l’intervento sta per terminare, l’anestesista passa alla fase di riduzione graduale degli anestetici. In questo modo si passa alla fase di risveglio dall’anestesia totale, durante la quale il paziente riprende progressivamente coscienza. Il risveglio può avvenire in una sala limitrofa a quella operatoria, dove il paziente rimane temporaneamente, così come nella stanza.
Durante il risveglio dall’anestesia totale si può verificare uno stato eccitatorio, caratterizzato da:
- Irrequietezza
- Tachicardia
- Agitazione
- Pianto
Al risveglio, il paziente non può ricordare assolutamente nulla di quanto accaduto durante l’operazione, ma può sperimentare qualche effetto collaterale dell’anestesia totale, così come il dolore nella zona operata.
I farmaci attuali consentono lo smaltimento dell’anestesia totale nell’arco di poche ore. Ma come smaltire l’anestesia totale? È una delle domande che i pazienti e i famigliari pongono più spesso a proposito dell’anestesia. Non si può fare nulla se non, semplicemente, attendere.
Ci sono vari fattori che possono influenzare la velocità di smaltimento dell’anestesia totale, tra i quali la ventilazione polmonare, il flusso ematico e la quantità di grasso nei tessuti. Lo smaltimento dell’anestesia totale, quindi, dipende dalle caratteristiche dei farmaci e dalla risposta dell’organismo e non ci sono comportamenti che possiamo mettere in atto per far sì che sia eliminata prima dall’organismo.
Effetti collaterali dell’anestesia totale
Come detto, gli effetti collaterali dell’anestesia totale sono legati all’azione dei farmaci utilizzati. La nausea e il vomito, ad esempio, possono verificarsi immediatamente dopo il risveglio dall’anestesia totale, ma di solito scompaiono entro poche ore dall’intervento. Allo stesso modo sono temporanei la sensazione di freddo, i brividi e le vertigini.
Le persone anziane sono particolarmente soggette a sperimentare confusione e perdita di memoria dopo il risveglio dall’anestesia totale. Altri effetti collaterali sono dovuti alle operazioni necessarie per effettuare l’anestesia e per mantenere la ventilazione, quindi all’inserimento dell’ago cannula in vena e del tubo in gola. Sono, infatti, effetti collaterali dell’anestesia totale i lividi, il mal di gola e lesioni alle labbra, alla lingua o, molto raramente, ai denti.
Oltre agli effetti collaterali dell’anestesia totale, è inutile negare che vi sono anche dei rischi, insiti in ogni procedura medica. Fortunatamente, però, si verificano (molto) raramente. Uno dei rischi dell’anestesia totale è la reazione allergica, che non può essere in nessun modo prevista sulla base della visita dell’anestesista che precede l’intervento, e che può essere molto grave e condurre a morte. Quest’ultima può sopraggiungere anche per altre ragioni in alcun modo prevedibili.
Esiste poi anche un altro rischio, che è quello di svegliarsi durante l’anestesia totale. È un evento davvero rarissimo, dovuto all’inefficacia del farmaco per indurre l’ipnosi. In una situazione simile, il paziente è totalmente paralizzato, ma in stato cosciente e in grado di sentire dolore (non una bella esperienza, insomma!).
Nella maggior parte dei casi, però, il paziente non sentirà alcun dolore e non si muoverà durante l’intervento (cosicché i medici possano operare senza problemi). Ma, soprattutto, dopo l’anestesia totale, al risveglio non ricorderà assolutamente nulla di tutto quello che è successo in sala operatoria.
Anche gli effetti collaterali dureranno davvero poco tempo, e si risolveranno senza creare ulteriori problemi. Insomma, la visita dell’anestesista, che precede l’intervento, serve proprio a definire quanto può essere rischioso per il paziente sottoporsi all’anestesia totale e a prendere le dovute precauzioni per minimizzare i rischi e, quindi, le conseguenze negative.