Possiamo dirlo con un buon grado di certezza: il Coronavirus determina polmoniti più gravi negli uomini, per i quali il tasso di mortalità risulta quasi raddoppiato rispetto alle donne.
A sottolineare il dato, messo già in risalto da vari studi epidemiologici cinesi, il dr. Guido Bertolini, a capo del Laboratorio di epidemiologia presso l'Istituto Mario Negri di Bergamo, da giorni in prima linea nel contrasto all'emergenza che sta bloccando il nostro paese. “Ormai possiamo dirlo – ha sottolineato lo specialista - questo virus contagia più i maschi delle femmine”.
Il tasso di mortalità è più alto per gli uomini
Come abbiamo visto, il sentore che gli uomini fossero più a rischio era già nell'aria. Lo studio sopra citato, coordinato dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e pubblicata sulla rivista scientifica Chinese Journal of Epidemiology, aveva infatti evidenziato che il tasso di mortalità dei contagiati da Coronavirus risulta essere del 2,8% per gli uomini contro l'1,7% delle donne.
La tendenza, in Italia, è pressoché identica. Ovviamente, i dati sono ancora parziali ma, come sottolineato dal dr. Bartolini, "le statistiche dopo tre settimane cominciano a essere chiare"
Su dieci contagiati in modo grave, 7 sono maschi e 3 sono femmine. Nelle persone anziane, questo rapporto diventa ancora più marcato: 8 a 2. In più, si può affermare che sul totale dei decessi, il 70% sono uomini e il 30% donne. Tale proporzione si rispecchia anche nei dati del numero di ricoverati nelle terapie intensive.
Il modello non è di certo nuovo. Come sottolineato da più parti, sono molte le infezioni virali del tratto respiratorio che, negli gli uomini, possono avere esiti peggiori. SARS e MERS in primis. Insomma, anche in questo caso, i rischi del Coronavirus per gli uomini sono nettamente più alti, sebbene i motivi non siano ancora del tutto chiari.
Perché gli uomini sono più a rischio rispetto alle donne
Ma quali sono i motivi per cui il Coronavirus provoca un'infezione più aggressiva negli uomini?
Per ora, ci muoviamo solo nel campo delle ipotesi. Nonostante ciò, sembrerebbe giocare un ruolo di punta l'assetto ormonale: come sappiamo, infatti, gli estrogeni offrono alla donna un ottimo grado di difesa immunitaria. Ma, a dirla tutta, questo dettaglio contrasta con il fatto che all'aumentare dell'età la forbice degli uomini colpiti (e uccisi) dal COVID-19 aumenta ulteriormente rispetto alle donne, sebbene quando sopraggiunge la menopausa si ha una minore produzione di estrogeni. C'è ancora molto da capire, come ha sottolineato il dr. Bertolini.
Ci sono poi questioni genetiche. Sempre in tema risposta immunitaria, le donne hanno una difesa migliore rispetto agli uomini, forse anche a causa della presenza di due cromosomi X, nei quali sono presenti geni immuno-correlati.
“C'è qualcosa nel sistema immunitario nelle donne che è più efficace” - ha dichiarato al New York Times la dr.ssa Janine Clayton, direttrice dell'Ufficio di ricerca sulla salute delle donne presso il National Institutes of Health (NIH).
Il miglior adattamento immunitario - evidenziato in più casi - potrebbe essere legato alla necessità di proteggere i figli durante l'allattamento, che garantisce un flusso di anticorpi in grado di permearne il sistema immunitario in sviluppo. Sì, si tratta solo di ipotesi, ma è comunque bene metterle sul tavolo.
Anche lo stile di vita gioca un ruolo fondamentale
La differenza tra uomini e donne nell'affrontare il Coronavirus potrebbe in parte essere legata anche allo stile di vita. Ovviamente, anche in questo caso, i dati più statisticamente rilevanti arrivano dalla Cina.
Lì, ad esempio, il 50% degli uomini sono fumatori, mentre le donne sono soltanto il 3%. E, in materia, l'Istituto Superiore di Sanità è stato molto chiaro: i fumatori hanno più del doppio delle probabilità di avere bisogno della terapia intensiva o della respirazione artificiale.
Ricordiamo, infine, quali sono le principali complicanze associate alla mortalità del Coronavirus: diabete e l'ipertensione, che (almeno) nel Paese asiatico hanno un'incidenza sensibilmente maggiore proprio negli uomini.