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Con la collaborazione della Società Italiana di Pediatria, riportiamo una interessante intervista al prof. Walter Ricciardi sull'andamento del Coronavirus in Italia, tratta dal magazine "Pediatria".
Perché così tanti casi in Italia? Il Servizio Sanitario Nazionale riuscirà a tenere? Quando ne usciremo?
Tre domande ricorrenti che abbiamo posto al Prof. Walter Ricciardi, rappresentante italiano nell’Executive Board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e Consigliere del Ministero della Salute per il coordinamento con le istituzioni sanitarie nazionali e internazionali.
Prof. Ricciardi come si spiega il fatto che in Italia c’è una incidenza maggiore di casi rispetto all’Europa?
L’Italia ha anticipato di circa due settimane il trend che ora interessa tutti i Paesi europei, anche perché due eventi hanno aggravato l’evoluzione dell’infezione: il primo paziente italiano è stato incredibilmente attivo, biologicamente e socialmente, ed è stato diagnosticato in ambiente ospedaliero, dove ha contagiato personale sanitario, altri pazienti e visitatori, determinando un’accelerazione della dinamica del focolaio epidemico.
La tenuta del sistema sanitario è a rischio?
In Lombardia è messa a durissima prova ed è ai limiti della sostenibilità in alcune province; nel resto del Paese, che però deve prepararsi, ancora no.
Le misure di contenimento e di preparazione attivate dovrebbero servire ad evitare che la pressione riscontrata al nord possa interessare anche le regioni centro-meridionali, alcune delle quali appaiono non adeguatamente preparate a una grave emergenza epidemica.
Quando ragionevolmente ci si può aspettare che finirà l’epidemia?
Se le misure di contenimento verranno adeguatamente rispettate ed implementate, la fase acuta potrebbe rallentare e poi decrescere nell’arco dei prossimi due mesi; ma, trattandosi di un virus respiratorio nuovo, è presumibile che quella “cronica” possa durare ancora molti mesi.