Come sconfiggere il pre-diabete

Claudia Lepori | Blogger

Ultimo aggiornamento – 26 Ottobre, 2016

Cosa è il Prediabete

A 28 anni, Jennyvi Dizon pensava di essere abbastanza sana ma, quando ha fatto le analisi, il glucosio nel sangue (glicemia) e il colesterolo sono risultati più alti del livello normale.

La madre della ragazza soffre di diabete, per cui i livelli elevati di glucosio nel sangue erano particolarmente preoccupanti, facendo pensare a un caso di familiarità con la patologia. Jennyvi ha appreso che il risultato del test significava “prediabete”, una condizione che può portare al diabete di tipo 2 e aumenta anche il rischio di malattie cardiovascolari.

Cosa è il pre-diabete?

Si definisce prediabete una condizione di mezzo fra il diabete di tipo 2 e lo stato di normalità. È diabete ogni condizione caratterizzata da valori di glicemia, misurata a digiuno nel plasma venoso, uguale o superiore a 126 mg/dl o da valori di glicemia, 2 ore dopo un carico di glucosio di 75 g, eguale o superiore a 200 mg/dl.

Il prediabete copre quella fascia di valori glicemici rilevati a digiuno, compresi fra 100 e 125 mg/dl. Secondo l’American Diabetes Association, anche un valore di emoglobina glicata (HbA1c) eguale o superiore al 6,5% è indicativo di una condizione di diabete. Anche seguendo questo criterio diagnostico, si configura una condizione intermedia fra diabete e normalità, corrispondente a valori di HbA1c compresi fra 5,7 e 6,4%.

Il pre-diabete: la condizione nascosta

Le persone con prediabete di solito non hanno sintomi e molti pazienti che ricevono la notizia della loro condizione di pre-diabete non pensano che sia un grosso problema.

La gente non prendere abbastanza seriamente la cosa“, dice Ann Albright, direttore della Divisione Diabete presso il Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta. “La buona notizia è che c’è qualcosa che si può fare al riguardo“, aggiunge la dottoressa Albright.

Il modo migliore per combattere il prediabete e tenere la glicemia nei livelli di normalità è con un piano coordinato di alimentazione sana, una maggiore attività fisica e una perdita di peso, se si è in sovrappeso.

Se ci viene diagnosticato il prediabete, è necessario iniziare a fare i cambiamenti dello stile di vita in fretta. C’è una finestra di tempo ben precisa, da circa i tre a i sei anni, in cui è possibile trasformare i livelli di glucosio elevati, continua la dottoressa Albright.

Conoscere il rischio del pre-diabete

Chiunque sia in sovrappeso e abbia quarantacinque anni o più deve essere valutato per il prediabete, consiglia l’American Diabetes Association.

Le giovani donne in sovrappeso potrebbero richiedere dei test, se hanno una storia familiare di diabete o di pressione sanguigna alta o di colesterolo HDL basso e trigliceridi alti o se hanno dato alla luce un bambino di peso superiore a 4 kg.

È necessario conoscere il proprio stato di rischio per adottare misure di prevenzione“, afferma la dottoressa Albright.

Prendere l’iniziativa: andare dal medico

Jennyvi ha deciso rapidamente di combattere il suo prediabete andando dal medico. Sette mesi più tardi, ha perso 15kg, ha modificato le sue scelte alimentari e le abitudini, così come ha aumentato l’attività fisica. Ha ridotto lo zucchero e i grassi dalla sua dieta, gli spuntini di mezzanotte e, insieme al marito, fa passeggiate quotidiane con il loro cane. “Non mi considero a dieta. Si tratta di un cambiamento di vita“, dice.

Come risultato, il livello di zucchero nel sangue è sceso a livelli normali e non è più nella fascia di prediabete.

Che cosa aiuta ad adottare uno stile di vita sano?

Sheryl Lozicki, un nutrizionista del Michigan, suggerisce di avere tre obiettivi principali, se si è a rischio di prediabete: mangiare regolarmente (non saltare i pasti o farli in ritardo); praticare esercizio fisico per un totale di 30 minuti al giorno; avere una media di otto ore di sonno ogni notte. “Quando siamo in carenza di sonno, siamo portati a mangiare in maniera insensata o a mangiare troppo per tirarsi su a livello energetico“, afferma Lozicki.

La soluzione per cambiare abitudini alimentari comincia scegliendo tre comportamenti nuovi e impegnandosi a mantenerli per almeno quattro settimane. Il dottor Lozicki sceglie come fondamentali questi:

  • Bere una tazza di acqua ai pasti e una tazza tra i pasti. In questo modo ci si riempie lo stomaco e ci si sente pieni.
  • Limitare il succo di frutta al 100 per cento a una mezza tazza. Bisogna invece passare a consumare la frutta intera per ottenere più fibre e una migliore nutrizione.
  • Dimenticarsi di soda e bevande zuccherate, succhi di frutta, bevande sportive e bevande energetiche.
  • Passare da consumare latticini interi a parzialmente scremati o addirittura senza grassi.
  • Aumentare i cereali integrali in tutti i pasti. Passare dalla pasta normale a quella integrale. Utilizzare la farina d’avena per la prima colazione e sceglierre il riso integrale. I cereali integrali hanno carboidrati complessi, che causano un aumento più lento di zucchero nel sangue così come altri benefici per la salute.
  • Nessun alimento ad eccezione della frutta fresca dovrebbero essere sempre visibile sul bancone della cucina o alla vista di tutti.
  • Mantenere la frutta e verdura lavata, tagliata e sempre disponibile sullo scaffale principale del frigorifero.
  • Scrivere ciò che si mangia e perché. Chiedersi se si aveva fame, se si era arrabbiati, solitari, ecc.? Dovete conoscere che cosa innesca la voglia di mangiare o vi fa mangiare troppo.

Infine, ricordatevi che l’’aumento di fibre nella dieta aiuta a ridurre lo zucchero nel sangue.

 

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Scritto da Claudia Lepori | Blogger

Amo la lettura e la fotografia, mi piace sognare ad occhi aperti e viaggiare con la fantasia. Da sempre appassionata di benessere e salute, finalmente su Pazienti.it posso scrivere di argomenti che mi interessano ed entusiasmano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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