Per la prima volta, gli scienziati hanno provato a produrre il sangue artificiale dalle cellule staminali. Ci sono riusciti e questo sangue servirà per le trasfusioni più problematiche.
Le cellule staminali utilizzate sono “immortali”
Le cellule staminali utilizzate per l’esperimento sono dette “immortali”, ovvero cellule che possono essere sfruttate diverse volte e per diverse tipologie di sperimentazioni. Con queste cellule, gli scienziati sono riusciti a ricreare in laboratorio del sangue artificiale in quantità tali da permettere delle trasfusioni.
La rivista Nature Communications ha pubblicato per la prima volta i risultati dei test effettuati dall’Università di Bristol. Grazie a questa nuova scoperta scientifica, le persone che appartengono a gruppi sanguigni rari potranno ottenere trasfusioni sanguigne in tempi brevi.
Sangue artificiale: utile per le persone con un gruppo sanguigno raro
Un esperimento del genere era già stato condotto in passato, soltanto che, durante il processo, le cellule staminali morivano e la quantità di sangue ottenuto non era elevata e quindi risultava insufficiente anche per una sola trasfusione.
Con la nuova ricerca, gli scienziati sono partiti dalle cellule staminali adulte e hanno prodotto le cellule eritroidi, ovvero un tipo di cellula capace di replicarsi e di rendersi immortale. In poche parole, sono i precursori dei globuli rossi.
Entro l’anno, s’inizieranno i primi test su pazienti, utilizzando questa tipologia di sangue, soprattutto nei casi in cui i soggetti abbiano un gruppo sanguigno raro e, quindi, maggior difficoltà a ricevere una trasfusione.
Che cosa sono le cellule staminali?
Grazie alle cellule di cui è composto il corpo umano, un essere vivente è in grado di esistere, con un cuore funzionante, un cervello pensante, la pelle che si rigenera autonomamente e così via.
Le cellule però non nascono dal nulla; sono le cellule staminali a occuparsi della creazione di tutte le cellule del corpo umano.
Al momento della divisione, le cellule staminali sono in grado di produrre altri tipi di cellule o ancora altre cellule staminali. Per esempio, nel caso della pelle, potrebbe succedere che la cellula staminale generi altra pelle oppure un tipo di cellula diversa, che si occupa della produzione della melanina, che dà il colore al derma.
Nel momento in cui una cellula si danneggia o muore, le cellule staminali si attivano immediatamente per far scomparire la lesione. La loro azione è quella di rimpiazzo delle cellule morte con quelle nuove.
Grazie all’esistenza delle cellule staminali, la scienza sta facendo passi avanti nella ricerca di nuove cure, utilizzando questi elementi di vitale importanza. Quello che si ripromettono di fare i ricercatori è di sfruttare la capacità di riparazione delle staminali, per guarire il paziente senza dover ricorrere a cure aggressive e deleterie.
Non è ancora giunta l’ora, però, di abbandonare le cure tradizionali, in quanto alcune cellule potrebbero causare tumori o provocare delle reazioni immunitarie molto pericolose.
Di certo è che nei prossimi decenni molte malattie che attualmente sono incurabili e degenerative, come la sclerosi multipla, la malattia di Huntington, il Parkinson e il morbo di Alzheimer, potrebbero venir trattate con un trapianto di cellule staminali.