Lipasi alta? Pancreas, reni e cistifellea: ecco tutte le cause

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 07 Maggio, 2021

lipasi alta e amilasi alta: ecco le cause e i sintomi della condizione

Avere la lipasi alta significa soffrire di una condizione più tecnicamente detta iperlipasemia, ovvero una concentrazione troppo alta di lipasi a livello ematico, che può essere espressione di patologie pancreatiche. 

Cerchiamo di capirne di più.

Lipasi e amilasi: i valori normali

La digestione e demolizione degli amidi o carboidrati introdotti con la dieta viene controllata da un enzima digestivo detto amilasi, prodotto sia dalle ghiandole salivari, e dunque presente a livello orale, ma anche a livello pancreatico.

Allo stesso tempo, il metabolismo di grassi o trigliceridi è regolato dall’azione di un enzima detto lipasi, che esplica la sua funzione a livello salivare ma soprattutto gastro-intestinale.

I valori normali di lipasi sono:

  • Lipasi Individui adulti (maschi e femmine): intervallo compreso tra 0 e 50 UI/L

I valori normali di amilasi, invece, sono:

  • Adulti (maschi e femmine) con meno di 50 anni: intervallo compreso tra 6 e 55 UI/L
  • Adulti (maschi e femmine) over 50: intervallo compreso tra 6 e 63 UI/L

In particolare, lipasi e amilasi sono due enzimi sintetizzati dal pancreas e, di conseguenza, concentrazioni ematiche più alte rispetto ai valori di riferimento di lipasi e amilasi pancreatiche possono indicare la presenza di disturbi a livello della ghiandola pancreatica come, ad esempio, una condizione infiammatoria, acuta o cronica, nota come pancreatite, quasi sempre correlata a una colecistite da calcolosi biliare.

La causa di lipasi alta? Pancreatite, ma non solo

Dunque, i livelli ematici di lipasi e amilasi vengono utilizzati per effettuare la diagnosi di pancreatite, patologia che può causare un aumento dei valori sia della lipasi che della amilasi nel sangue fino a tre volte rispetto al valore di riferimento.

I principali sintomi della pancreatite sono:

  • Dolore addominale forte
  • Malessere con nausea e vomito
  • Disturbi intestinali
  • Febbre

I soggetti che corrono il maggior rischio di insorgenza, sono coloro che risultano in sovrappeso o sono obesi, hanno una storia familiare di pancreatite, hanno concentrazioni ematiche di trigliceridi più alte dei valori di riferimento (iperlipidemia), assumono e bevono alcolici in eccesso o soffrono di calcolosi delle cistifellea (poiché i calcoli possono bloccare il passaggio delle secrezioni pancreatiche dal pancreas all’intestino).

Tuttavia, valori alti di lipasi e amilasi possono essere causati anche da altre condizioni quali:

  • Neoplasie pancreatiche o gastriche
  • Infezione e/o infiammazione (colecistite) della cistifellea
  • Insufficienza renale
  • Ostruzione intestinale
  • Ostruzione dei dotti biliari
  • Calcolosi biliare
  • Malattie epatiche

In linea generale, per diagnosticare l’iperlipasemia è sufficiente un comune esame emato-chimico. Per completare il quadro clinico, nel caso in cui il medico sospetti la presenza di patologie a carico di cistifellea, pancreas o reni, si eseguiranno esami diagnostici quali:

  • Ecografia della cistifellea
  • Ecografia del pancreas
  • TAC dell’addome

Iperlipasemia: come comportarsi

Spesso, l’iperlipasemia è una condizione asintomatica, a meno che non sia determinata da pancreatite o da un’altra condizione che può causare dolore, nausea e vomito.

In caso di pancreatite, i sintomi di questa infiammazione possono includere nausea, sudorazione, astenia e si può registrare anche un dolore al centro del petto, che può irradiarsi verso la schiena. Poi, se si sviluppa la pancreatite, le cellule beta delle isole di Langerhans, deputate alla sintesi dell’insulina, possono non riuscire a secernere questo importante ormone e, di conseguenza, si sviluppa una forma di diabete transitorio, i cui sintomi sono rappresentati da sete eccessiva, minzione frequente, calo ponderale e astenia.

In caso di iperlipasemia, asintomatica o non, è consigliabile evitare l’assunzione di alcolici e di tenere sotto controllo i valori ematochimici e l’evoluzione dei sintomi.

In caso di dolore, possibile in caso di pancreatite, il medico può prescrivere terapie farmacologiche volte alla riduzione delle algie a base di FANS, come naprossene o ibuprofene o a base di paracetamolo. Se, in caso di pancreatite o neoplasie, il pancreas non è più in grado di secernere enzimi pancreatici deputati al metabolismo dei lipidi, è possibile compensare la ridotta secrezione pancreatica esocrina mediante l’assunzione di estratti pancreatici per via orale. La dose d’assunzione viene decisa dal medico, in funzione del volume e della consistenza delle feci e del numero di scariche del paziente durante la giornata.

In linea generale, in caso di iperlipasemia, è necessario attenersi strettamente alle indicazioni mediche, evitare l’assunzione di alcolici (che possono anche interagire coi farmaci assunti per il trattamento dell’iperlipasemia), seguire una dieta a basso contenuto di grassi (povera di carni rosse) e ricca in fibre e bere dai 2 ai 3 litri di acqua al giorno.

Questo è tutto. La parola, ora, la passiamo al vostro medico curante!

Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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