Vi è mai capitato di vomitare sangue? Tale fenomeno, noto in medicina come ematemesi, si riferisce alla presenza di notevoli quantità di sangue nel vomito.
Attenzione, però: l’ematemesi è da considerarsi un sintomo, e non una patologia. La sua incidenza annua è di circa 100-150 casi ogni 100.000 individui e rappresenta circa lo 0,1% di tutti gli accessi annuali di un Pronto Soccorso. In generale, possiamo affermare che l’ematemesi è quasi sempre connessa alla perdita di sangue nella parte alta del tratto gastrointestinale, proveniente dunque da esofago, stomaco o duodeno.
La colorazione del sangue nel vomito come elemento di diagnosi
Il sangue nel vomito può essere di diverso colore: rosso vivo, nero oppure marrone scuro. Il colore del sangue presente nel vomito è infatti in grado di fornire indizi importanti per una tempestiva diagnosi da parte del personale medico.
- Sangue scuro – Il sangue di colore molto scuro, nero o marrone, di solito proviene da una fonte non eccessivamente copiosa ma costante di sanguinamento. Generalmente, il materiale ematico assume tale colorazione poiché è rimasto nello stomaco abbastanza a lungo da ossidarsi ed essere parzialmente o totalmente digerito.
- Sangue rosso vivo – Il sangue rosso scarlatto, invece, è solitamente indice di un’emorragia acuta, recente e abbondante, il più delle volte con origine nell’esofago o nello stomaco.
Nel caso in cui a questo sintomo si accompagnassero altri campanelli di allarme quali vertigini, respiro corto e affannoso, vista offuscata, confusione, nausea, sensazione di svenimento o altri segnali di shock, vi consigliamo di recarvi immediatamente al pronto soccorso o chiamare il 112 (numero unico delle emergenze), per richiedere aiuto e identificare prontamente le cause del sanguinamento, prevenendo il verificarsi di altre complicazioni sanitarie o eventi avversi, tra cui la morte.
Quali sono le cause del vomito di sangue
Vomitare sangue solitamente crea un notevole allarme, ma è bene ricordare che l’ematemesi può essere anche provocata da cause non necessariamente gravi, come l’ingestione di sangue dal naso oppure da episodi di tosse ricorrenti e piuttosto violenti.
Tra le cause più comuni di ematemesi è bene ricordare i sanguinamenti del tratto gastrointestinale superiore (quindi di bocca, esofago, stomaco e della parte superiore dell’intestino tenue), le ulcere peptiche (allo stomaco o al duodeno) o, ancora, la lacerazione dei vasi sanguigni.
Di seguito vi proponiamo una lista più esaustiva delle possibili cause, in grado di spiegare la presenza di sangue nel vomito:
- Insufficienza epatica acuta
- Epatite alcolica
- Tumori benigni dello stomaco o dell’esofago
- Cirrosi epatica
- Difetti nei vasi sanguigni del tratto gastrointestinale
- Duodenite
- Cancro all’esofago
- Esofagite
- Erosioni gastriche
- Varici gastriche
- Esofago di Barrett
- Febbre emorragica di Marburg
- Febbre gialla
- Gastrite
- Lacerazione di Mallory-Weiss
- Lesione di Dieulafoy
- Uso ricorrente di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) o di Aspirina
- Tumore al pancreas
- Pancreatite
- Ulcere peptiche
- Episodi di vomito ricorrenti o vigorosi
- Cancro allo stomaco
Per quanto riguarda i neonati e i bambini, il vomito di sangue può derivare anche da altri fattori, quali:
- Disturbi della coagulazione del sangue
- Allergia al latte
- Insufficienza di vitamina D
- Lesioni al tratto orofaringeo.
Dal momento che anche un singolo episodio di ematemesi può nascondere una patologia in grado di determinare emorragie gravi e consistenti, capaci di mettere a repentaglio la vita stessa dell’individuo è consigliabile recarsi prontamente al pronto soccorso per valutare le possibili cause sottostanti l’emorragia. Se possibile può risultare utile portare al pronto soccorso un campione del liquido e l’eventuale lista di farmaci che il paziente ha assunto di recente.
Come curare questa condizione
Il vomito di sangue è considerato una seria emergenza medica. È quindi fondamentale recarsi tempestivamente in una struttura ospedaliera, per ricevere assistenza ed effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento dell’ematemesi ha inizio con l’individuazione della causa che ha provocato l’emorragia cui solitamente segue la stabilizzazione emodinamica del paziente, attraverso la somministrazione di sangue per via endovenosa.
Altri trattamenti possibili prevedono, a seconda della fonte dell’emorragia, la somministrazione di farmaci antiemorragici, la cauterizzazione dei vasi sanguigni responsabili della fuoriuscita di sangue fino al ricorso, nei casi più gravi, a un intervento chirurgico. Se l’episodio emorragico dovesse risolversi spontaneamente, si procede all’aspirazione del contenuto gastrico, tramite sondino o attraverso la somministrazione di farmaci antiacidi.
Il consiglio generale dopo uno o più episodi consecutivi di ematemesi, è quello di restare a digiuno per un paio di giorni e, successivamente, seguire una dieta a base di liquidi evitando i cibi solidi o irritanti.