Al via la 13° Giornata Internazionale del Rene dedicata (non a caso!) all’impatto delle malattie renali sulla salute femminile, proprio oggi, 8 marzo, giorno dedicato ai diritti delle donne.
Per rendere l’idea, le malattie renali croniche colpiscono 195 milioni di donne. Secondo alcuni studi, infatti, la probabilità di sviluppare una malattia renale cronica è più alta nel sesso femminile, con una prevalenza media del 14% per le donne e 12% per gli uomini. Tuttavia, vi è una buona notizia: il numero di donne sottoposte a dialisi è inferiore rispetto al numero di uomini. La progressione della malattia renale cronica, nel sesso femminile, è infatti molto, molto più lenta.
Come sempre, l’arma più efficace è sicuramente la prevenzione. Perché non sottoporsi quotidianamente a degli esami del sangue, tenendo monitorati i livelli di azotemia e creatinina? Potrebbero infatti essere validi indicatori di malattie renali. Cerchiamo di capirne di più.
Creatinina alta: quando è sintomo di insufficienza renale
La creatinina nel sangue è un prodotto di scarto, sottoprodotto di normali contrazioni muscolari. In condizioni normali, la creatinina è filtrata dai reni ed espulsa attraverso le urine.
La creatinina è un riflesso della salute metabolica generale, che si misura attraverso un esame del sangue. I valori normali di creatininemia sono compresi tra 0,6 e 1,2 milligrammi su decilitri (mg/dL) per gli uomini, e tra 0,5 e 1,1 mg/dL per le donne.
Possono verificarsi livelli elevati temporanei, a prescindere dalla funzione renale, a causa di:
- assunzione di alcuni integratori o farmaci;
- disidratazione;
- consumo di grandi quantità di carne o di proteine;
- potenziamento muscolare, attraverso utilizzo di grossi pesi.
Alti livelli di creatinina possono indicare un danno renale o una insufficienza renale cronica.
Un aumento della creatinina nel sangue, e un’escrezione ridotta, sono segni di funzione glomerulare compromessa. Malattie che colpiscono i vasi sanguigni microscopici a livello del glomerulo renale (come il diabete, malattie autoimmuni del rene, lupus) possono danneggiare le delicate strutture coinvolte nella filtrazione renale.
Alcune condizioni ereditarie (come la sindrome di Goodpasture), risposta ad agenti infettivi (come lo Streptococco), e danni causati da farmaci, possono anche ridurre la funzione renale.
Uremia alta: campanello di allarme di numerose malattie renali
L’urea è un composto organico azotato che si forma come prodotto terminale del metabolismo delle proteine. L’urea è, dunque, un prodotto di scarto dei composti azotati nel sangue.
Le proteine sono scomposte in sostanze più semplici, note come amminoacidi, che sono metabolizzati ulteriormente in un processo noto come deaminazione (eliminazione delle ammine, sostanze contenenti azoto). La maggior parte della deaminazione si verifica nel fegato. Durante il processo, si formano numerosi sottoprodotti, come l’ammoniaca che, nel fegato, si trasforma in urea.
L’urea s’immette nel sangue e, una volta arrivata ai reni, viene filtrata ed espulsa attraverso le urine.
L’urea alta può essere pericolosa. È, invece, abbastanza innocua a livelli moderati. Mentre l’urea non influenza il pH dei fluidi corporei, l’ammoniaca può modificare il pH del sangue alterando l’omeostasi.
Ci sono due termini associati ad alti livelli di urea nel sangue.
Il primo è azotemia, ossia un elevato livello di scorie azotate nel sangue. Il secondo termine è uremia che si riferisce ai sintomi clinici e alle altre anomalie biochimiche concordanti con i livelli di urea elevati.
L’uremia, in particolare, è un accumulo di urea e altri prodotti di scarto azotati, nel sangue, che di solito vengono escreti dai reni nelle urine. Con l’uremia, i segni e sintomi clinici di questo problema di fondo diventano evidenti a causa dell’impatto dei prodotti di scarto azotati su altri sistemi e dell’interruzione di altri processi metabolici.
A seconda della gravità di accumulo dei rifiuti, la condizione può variare da essere asintomatica fino alla morte.
L’uremia è sintomo d’insufficienza renale cronica in particolare allo stadio terminale. L’incapacità del rene di filtrare efficacemente il sangue, di prodotti tossici, ne causa l’accumulo nel flusso sanguigno. Questo può verificarsi in altre condizioni di malattie sistemiche e renali tra cui:
- Glomerulonefrite
- Calcoli urinari
- Malattia del rene policistico
- Nefropatia
- Ipertensione
- Diabete mellito – nefropatia diabetica
- Lupus eritematoso sistemico (LES)
- Sindrome di Goodpasture
Tutti sintomi dell’insufficienza renale cronica: come riconoscerla
Segni e sintomi associati a insufficienza renale cronica sono:
- Nausea e vomito
- Ritenzione di liquidi (edema)
- Disidratazione
- Pallore
- Prurito della pelle (prurito)
- Eruzioni cutanee (dermatite)
- Respirazione difficoltosa
- edema polmonare (liquido nei polmoni)
- Ipertensione arteriosa
- Infiammazione dell’intestino – in particolare le parti superiore e inferiore – esofagite, gastrite e colite
- Acidosi metabolica
- Anemia
- Insufficienza cardiaca congestizia
- Cardiomiopatia (ingrossamento del cuore)
- Disturbi emorragici
- Alti livelli di potassio (iperkaliemia)
- Alti livelli di fosfato (iperfosfatemia)
- Bassi livelli di calcio (ipocalcemia)
- Neuropatia periferica
- Miopatia
Azotemia alta: vomito, pallore e tachicardia
L’azotemia è un valore che indica la quantità di scorie azotate ricavate dalla sintesi delle proteine presenti nel sangue. La funzionalità dei reni è legata all’azotemia e permette di verificare quante scorie azotate sono rimaste in circolazione.
L’azotemia può essere pre-renale o post-renale. Nell’azotemia pre-renale c’è un ridotto flusso di sangue a livello renale che non permette alle scorie azotate di essere filtrate. Con l’azotemia post-renale, il rene impedisce l’escrezione di urea e altri rifiuti e si verifica il blocco del tratto urinario.
Tra i sintomi dell’azotemia alta troviamo:
- Astenia
- Vomito
- Pallore
- Dimagrimento eccessivo
- Tremore
- Tachicardia
- Ipertensione
- Ridotta produzione di urina
Tra le cause dell’azotemia alta troviamo:
- Eccessiva sudorazione
- Scompenso cardiaco
- Digiuno
- Diabete
- Insufficienza cardiaca
- Febbre
- Dieta iperproteica
- Disidratazione provocata da diarrea abbondante
Le cause dell’azotemia alta possono essere diverse e coesistere con una normale funzionalità renale.
Nel corso del primo trimestre di gravidanza, l’azotemia diminuisce mantenendo valori più bassi per tutto il periodo di gestazione. In presenza di valori elevati in gravidanza, sarebbe utile un nefrologo.
L’alimentazione è fondamentale per curare l’azotemia alta. Può essere utile seguire una dieta ipoproteica, evitando carne rossa, salame, bresaola, prosciutto crudo, grana, tonno e merluzzo. Inoltre, per aiutare i reni a purificare il sangue, è importante bere di più.