L’intossicazione alimentare è una malattia causata da cibo contaminato; batteri, virus e parassiti – o loro tossine – sono le cause più comuni di intossicazione alimentare; gli organismi infettivi possono contaminare gli alimenti in qualsiasi fase (trasformazione o produzione).
Nella maggior parte dei casi, il cibo diviene infetto a causa di una contaminazione incrociata (trasferimento di organismi nocivi da una superficie a un’altra). Ciò è particolarmente problematico per i cibi crudi e pronti da mangiare (come insalate o altri prodotti freschi); dal momento che tali alimenti non vengono cotti prima di essere ingeriti, gli organismi nocivi in essi presenti non possono essere distrutti con la cottura, e di conseguenza possono causare intossicazione. La contaminazione può verificarsi anche a casa se il cibo non viene correttamente gestito o cotto.
I sintomi dell’intossicazione alimentare
I sintomi dell’intossicazione alimentare variano a seconda della fonte di contaminazione. La maggior parte dei tipi di avvelenamento alimentare causano uno o più tra i seguenti sintomi:
I sintomi dell’intossicazione alimentare possono iniziare poche ore dopo aver mangiato il cibo contaminato, ma a volte si manifestano alcuni giorni dopo (e in rari casi qualche settimana più tardi). Il più delle volte l’intossicazione è lieve e si risolve da sola, senza bisogno di alcun trattamento, mentre nei casi più gravi può rendersi necessario il ricovero ospedaliero.
La durata dell’intossicazione varia da qualche ora a diversi giorni. Talvolta, possono manifestarsi sintomatologie più gravi, tra cui:
- Frequenti episodi di vomito e incapacità di trattenere i liquidi (feci e urina)
- Sangue nel vomito o nelle feci
- Diarrea per più di tre giorni
- Dolore estremo o severi crampi addominali
- Temperatura superiore a 38,6 °C
- Segni o sintomi di disidratazione – sete eccessiva, secchezza delle fauci, minzione scarsa o assente, grave debolezza, vertigini
- Sintomi neurologici come visione offuscata, debolezza muscolare o formicolio nelle braccia
Nel caso in cui si sia affetti da uno o più dei sintomi appena descritti, è necessario rivolgersi a un medico.
I cibi più pericolosi: il parere dell’esperto
Dopo aver trascorso più di 20 anni di lavoro sulle possibili cause di avvelenamento da cibo, Bill Marler ha deciso di non mangiare più determinati alimenti. L’avvocato ha elencato in un recente articolo comparso su una rivista salutistica i cibi che ha definitivamente tagliato dalla sua dieta. Avendo vinto più di 600 milioni di dollari per i clienti affetti da intossicazione alimentare, Marler afferma che le sue esperienze lo hanno convinto che gli alimenti che stiamo per svelarvi non valgono alcun rischio:
- Ostriche crude: Marler afferma di aver visto più malattie di origine alimentare legate ai frutti di mare durante gli ultimi cinque anni che nei due decenni precedenti. La colpa è del surriscaldamento delle acque marine globali, che incrementa la crescita dei microbi; questi finiscono nelle ostriche – i molluschi sono noti per assorbire batteri – ed i consumatori li ingeriscono mangiando ostriche crude.
- Frutta e verdura pretagliate o prelavate: Marler sostiene di evitarle “come la peste”. La convenienza e la praticità di questi alimenti possono attirare; tuttavia, più sono le persone responsabili della gestione e dell’elaborazione del cibo, più alta è la possibilità di contaminazione.
- Germogli crudi: focolai di batteri nei germogli crudi sono sorprendentemente comuni. Negli ultimi due decenni si sono rintracciati in essi più di 30 tipi di batteri (principalmente salmonella ed Escherichia coli). “Ci sono troppi focolai batterici per non prestare attenzione al rischio di contaminazione dei germogli; questi sono alimenti che evito nel modo più assoluto”, riferisce Marler.
- Le carni crude (o semicrude): siamo spiacenti, cari Chef: Marler non ordinerà le sue bistecche al sangue o a cottura media. Secondo l’esperto, la carne deve essere cotta interamente a 70° C per uccidere tutti i batteri che potrebbero causare infezioni da E. coli o da salmonella.
- Uova non cotte: per chi ricorda l’epidemia di salmonella degli anni ’80 e dei primi anni ’90, ciò non è un mistero; secondo Marler, la possibilità di incorrere in un’intossicazione alimentare da uova crude è molto più bassa oggi di quanto non fosse 20 anni fa, ma a suo parere non vale ancora la pena di correre tale rischio.
- Latte non pastorizzato e succhi di frutta freschi: un movimento in continua crescita incoraggia le persone a bere il latte “crudo”, così come i succhi di frutta, sostenendo che la pastorizzazione impoverisce il loro valore nutrizionale. Marler ritiene che la pastorizzazione non sia pericolosa, mente le bevande non pastorizzate possono esserlo, dal momento che saltare tale fase di sicurezza implica un aumento del rischio di contaminazione da parte di batteri, virus e parassiti.