Ogni lavoratore deve essere ben consapevole delle condizioni secondo le quali è possibile richiedere l’aspettativa per malattia.
È importante conoscere i limiti entro i quali si è tutelati contro eventuali licenziamenti, dal momento che l’aspettativa non è una condizione sempre verificabile e non tutti i tipi di contratto la prevedono.
Vediamo insieme, quindi, quali sono i requisiti per poter richiedere l’aspettativa per malattia.
Aspettativa per malattia: in cosa consiste
Tra i diritti del lavoratore, vi è quello di poter recuperare il proprio stato di salute fino alla completa guarigione, come previsto da uno dei pilastri della nostra Costituzione.
Il dipendente, infatti, non può essere licenziato se in malattia, ma questa tutela non dura in eterno: dopo un determinato lasso di tempo, il datore di lavoro può prendere dei provvedimenti e recedere il contratto con il degente.
Il periodo di comporto, ovvero il massimo ammontare di assenze per malattia, varia a seconda dell’anzianità di servizio e può andare dai tre ai sei mesi (in base al superamento dei 10 anni di senilità). Questo intervallo è sempre retribuito.
Per evitare che la scadenza del periodo di comporto avvenga quando il dipendente non è ancora del tutto guarito, si può richiedere l’aspettativa per malattia.
In questo caso, però, l’aspettativa non è retribuita.
Quando l'aspettativa per malattia è retribuita?
Per le motivazioni che abbiamo già visto, l’aspettativa per malattia non è mai retribuita. Il periodo di retribuzione è limitato ad altre tipologie di permesso, oppure al semplice periodo di malattia, che varia da 180 giorni a 360 a seconda dell’anzianità.
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Per quali motivi può essere richiesta l'aspettativa per malattia?
Se, allo scadere del periodo di comporto, il dipendente non riprende regolarmente a lavorare, il datore di lavoro può procedere al licenziamento. Per evitare questo avvenimento, il lavoratore può richiedere l’aspettativa per malattia.
Esistono, però, altri tipi di permessi legati alla salute propria o altrui che, anche in questo caso, non sono retribuiti.
Vediamoli insieme:
- Aspettativa per assistere un familiare portatore di handicap: consente al dipendente di richiedere un periodo di aspettativa della durata massima di tre anni, al fine di assistere un familiare con handicap grave. Allo stesso tempo, il lavoratore può godere di permessi orari giornalieri, stavolta retribuiti, oppure di tre giorni mensili.
- Aspettativa per gravi motivi familiari: permette di chiedere, per gravi e documentati motivi familiari e per determinate patologie, un periodo di congedo non superiore a due anni – ma non retribuito. Nel caso in cui l’aspettativa venga chiesta per degenza del figlio, è consentita per tutta la sua durata fino al compimento dei tre anni di vita. Sono, invece, cinque giorni lavorativi all’anno per ciascun genitore con figli di età compresa tra i 3 e gli 8 anni.
- Aspettativa per partecipare a programmi terapeutici e riabilitativi: i lavoratori tossicodipendenti che vogliono accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione hanno diritto alla conservazione del posto di lavoro per il tempo necessario al trattamento riabilitativo. Inoltre, l’aspettativa è riconosciuta anche ai familiari del tossicodipendente, qualora il SERT ne attesti la necessità.
Esistono, invece, casi in cui l’aspettativa legata a motivi di salute può essere retribuita:
- Lavoratori invalidi civili (con riduzione di capacità lavorative oltre il 50%), mutilati o colpiti da patologie tumorali: possono usufruire di 30 giorni all’anno di congedo retribuito a carico del datore di lavoro, per sottoporsi a cure.
- Aspettativa per lutto o infermità di un familiare: si parla di un permesso retribuito di tre giorni lavorativi all'anno in caso di decesso, o di grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado. In caso di decesso, i giorni di aspettativa per lutto devono essere utilizzati entro 7 giorni dall’evento.
- Donne vittime di violenza e inserite in percorsi di protezione: hanno diritto a un’aspettativa retribuita per un periodo massimo di tre mesi, con stipendio anticipato dall’azienda, ma a carico dell’INPS. La lavoratrice deve avvertire il datore di lavoro con almeno 7 giorni d’anticipo, comunicare la data d’inizio e di fine del congedo, presentando la certificazione del percorso che andrà ad affrontare e avanzare la domanda all’INPS o rivolgendosi al CAF.
Aspettativa per malattia, nel pubblico e nel privato: le differenze
Non esistono particolari e significative differenze tra l’aspettativa per malattia per dipendenti pubblici o per quelli del privato. Di seguito, però, riportiamo i più curiosi:
- Il lavoratore che viene ammesso a un dottorato di ricerca può chiedere l’aspettativa, ma viene retribuito se è un dipendente pubblico e solo se il dottorato non prevede alcun pagamento.
- L’unico caso in cui è possibile lavorare durante l’aspettativa è quello in cui il dipendente pubblico chieda il congedo per avviare un’attività in proprio.
Come fare la domanda per richiedere l'aspettativa per malattia?
Per richiedere l’aspettativa è necessario fare domanda al proprio datore di lavoro, mentre per assistere familiari con handicap occorre richiedere all'INPS.
La richiesta di aspettativa viene, quindi, presentata al proprio titolare a cui è riservato, in ogni caso, il diritto di non accoglierla o di rimandarne l'inizio in caso di comprovate esigenze organizzative. La richiesta dev'essere inoltrata al datore con un preavviso di almeno 30 giorni