In medicina, da diverso tempo si utilizza la “cura del ghiaccio” per alleviare il dolore fisico, tanto che gli sportivi usano la crioterapia per il recupero dopo allenamenti intensi.
Sviluppata in Giappone nel 1978 per il trattamento dell’artrite reumatoide, la crioterapia, che consiste nel sottoporsi per 3 minuti a temperature bassissime, è stata raffinata e migliorata in Europa e la sua applicazione a scopo terapeutico nel trattamento di malattie reumatiche diventa sempre più frequente, sebbene più come crioterapia locale che sistemica.
“La crioterapia locale può rivelarsi efficace nei pazienti affetti da artrite. Il freddo svolge un’azione analgesica alleviando il dolore articolare – spiega il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica di Humanitas – “La crioterapia potrebbe inoltre rientrare nei trattamenti di alcune malattie reumatiche anche per sostituire parzialmente l’impiego di farmaci antinfiammatori come il cortisone“.
Ci sono modi diversi per sottoporsi alla crioterapia, tre minuti al freddo ma con modalità diverse:
- Criocamera, una stanza mobile a bassissime temperature (fino a -160 C°) dove, dopo aver indossato intimo monouso e mascherine, si è completamente esposti al freddo.
- Criosauna, dove il corpo viene inserito in una sorta di tubo da cui escono solo la testa e il collo.
- Trattamento locale, beneficiando dell’azione del freddo solo nelle parti interessate dal dolore.
Ridurre l’infiammazione con la crioterapia
Uno studio pubblicato, nel 2014, sulla rivista scientifica Expert review of Clinical immunology sostiene i benefici della crioterapia locale. Sono stati studiati 257 pazienti affetti da artrite reumatoide, e ne sono stati dimostrati i benefici. Lo studio conferma che il freddo induce una riduzione della temperatura intra-articolare, mediatore di processi infiammatori.
Le basse temperature, a cui viene sottoposto il corpo, innescano meccanismi di difesa che favoriscono la circolazione sanguigna, il sistema endocrino, il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale. La crioterapia attiva, dunque, proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antidolorifiche, anti-metaboliche e antidepressive.
Il freddo, infatti, favorisce la liberazione di due neurotrasmettitori, l’acetilcolina e la noradrenalina che inibiscono i centri dell’infiammazione, bloccando alcuni mediatori infiammatori e la produzione di molecole di adesione che attivano la fuoriuscita dei globuli bianchi promotori dell’infiammazione nei tessuti. Inoltre, il freddo provoca vasocostrizione, limitando l’infiammazione e bloccando reazioni enzimatiche che distruggono i tessuti.
Il ghiaccio, dunque, “spegne” l’infiammazione e, chi non riesce a sottoporsi alla crioterapia potrebbe utilizzare impacchi o spray raffreddanti o eseguire massaggi con il ghiaccio direttamente sull’articolazione dolorante.
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