Arresto cardiaco o infarto? A volte, si è inclini a confondersi e a utilizzare in maniera impropria i due termini. Cerchiamo, dunque, di fare chiarezza.
Cosa è l'arresto cardiaco?
Quando parliamo di "arresto cardiaco" facciamo riferimento a un cattivo funzionamento del cuore che non riesce a pompare correttamente il sangue e, dunque, a condurre l'ossigeno agli organi vitali. La mancanza di circolazione porta a gravissime conseguenze, sino alla morte del paziente.
L'ossigeno trasportato dal sangue, infatti, è un elemento indispensabile per far sì che organi e tessuti si mantengano vivi e in funzione. A essere particolarmente vulnerabile è il cervello che, se non adeguatamente ossigenato, si danneggia irreversibilmente in pochissimo tempo.
Le differenze tra l'infarto e l'arresto cardiaco
Seppur spesso confusi, quindi, arresto cardiaco e infarto non sono la stessa cosa. In particolare, l'infarto è una condizione che nei casi più complessi può generare un arresto cardiaco, ma non sempre. Dunque, anche gli interventi richiesti sono differenti.
Con un infarto, infatti, si assiste a un danno improvviso solo a una parte di cuore generato dall’occlusione di una delle coronarie, le arterie responsabili dell'afflusso di sangue al tessuto muscolare cardiaco.
Chi è colpito da infarto manifesta sintomi come il dolore toracico, il male a una o entrambe le spalle, alla schiena, al collo, alla mascella o allo stomaco. Ancora, può presentare fiato corto, pallore, sudorazione e nausea.
Se l’infarto si estende a una maggiore porzione del cuore, alterandone le contrazioni, si può avere un arresto cardiaco.
Come agire in questi casi?
In caso di emergenza sareste in grado di riconoscere la differenza tra un infarto miocardico e un arresto cardiaco? Vediamo le principali differenze in questa infografica, elaborata insieme a Italian Resuscitation Council.