Le donne che assumono farmaci, antidepressivi compresi, spesso devono affrontare una scelta difficile durante la gravidanza. Infatti, nonostante vogliano mantenere i loro bambini al sicuro e ridurre il rischio di danno, spesso necessitano di prescrizioni quotidiane di farmaci per alleviare il dolore, bilanciare gli ormoni o controllare le emozioni. L’arresto improvviso dei farmaci, inoltre, potrebbe lasciare queste madri paralizzate di fronte alle normali attività.
Grazie ad un nuovo studio, però, decidere di assumere farmaci antidepressivi in gravidanza potrebbe essere più semplice (e meno rischioso!). Vediamo insieme perché.
Antidepressivi in gravidanza e autismo: c’è una correlazione?
Molti professionisti e ricercatori, in passato, sostenevano che esistesse una correlazione tra utilizzo di antidepressivi durante la gravidanza e rischio per il bambino di sviluppare l’autismo.
In particolare, uno studio canadese, analizzando un campione di oltre 140mila bambini di Quebec, ha concluso che sembra esserci un legame tra antidepressivi e autismo. Gli stessi ricercatori, però, hanno ammesso poi che questa osservazione non prova che gli antidepressivi siano la causa diretta dell’autismo.
La loro ipotesi è stata inoltre smentita da un recente studio, che analizza gli effetti degli antidepressivi in un campione di oltre 950mila madri e molto più di 1 milione di bambini. Dalle analisi effettuate, emerge che gli antidepressivi non hanno un rapporto diretto con l’autismo. Tuttavia, i ricercatori hanno osservato un potenziale legame con alcuni fattori genetici, soprattutto se entrambi i genitori assumono, per evidente necessità, antidepressivi.
Questo risultato prova ulteriormente che l’assunzione di antidepressivi non aumenta il rischio di autismo e sembra suggerire, invece, che questa correlazione avrebbe una spiegazione di tipo genetico.
Utilizzare di antidepressivi durante la gravidanza
I medici prescrivono gli antidepressivi quando un individuo mostra segni di depressione prolungata, con manifestazioni come ansia, sensi di colpa, istinti suicidi e molti altri sintomi disabilitanti sia mentali che fisici.
Qualora una donna incinta decidesse improvvisamente di interrompere gli antidepressivi, si potrebbero manifestare alcuni effetti collaterali gravi come, ad esempio:
- la donna potrebbe ripiegare sulle droghe, sul fumo e sull’alcool per alleviare la depressione;
- in caso di depressione post partum dopo il travaglio, questa potrebbe presentarsi amplificata;
- nei casi più gravi, le donne potrebbero tentare il suicidio.
È quindi evidente che – a seconda della gravità della depressione di cui soffre la donna – questi farmaci sono un aiuto importante, talvolta fondamentale, anche tenendo conto dei presunti rischi per il bambino.
Trattamenti alternativi ai farmaci antidepressivi
Esistono alcuni rimedi naturali contro depressione di tipo lieve o moderato. Molti di questi erano già noti nella cosiddetta “medicina popolare” ed attualmente vengono consigliati a coloro che sperimentano sensazioni di tristezza o di disperazione croniche.
Ecco alcune erbe in grado di sollevare l’umore:
- Erba di San Giovanni – Si tratta di una pianta tipica dell’Europa, dell’Asia occidentale e dell’Africa settentrionale. È comunemente utilizzata nel trattamento della depressione, seppur non approvata dalla FDA (Food and Drug Administration) per curare questa condizione. L’assunzione di questa erba è correlata all’aumento di serotonina, una sostanza chimica cerebrale solitamente bassa negli individui affetti da depressione. Anche diversi antidepressivi convenzionali funzionano aumentando i livelli di serotonina nel cervello.
- Acidi grassi Omega-3 – Sono una forma di grassi sani. Si trovano nei pesci (ad esempio in salmoni, trote, sardine, etc.) oppure possono essere integrati sotto forma di capsule di olio di pesce, ricche di Omega-3.
- Zafferano – spezia derivante dal Crocus sativus, una pianta della famiglia delle Iridaceae. Secondo uno studio in Alternative Medicine Review, l’assunzione del pistillo dello zafferano può risultare utile nel trattamento della depressione.
- SAMe (S-adenosil metionina) – molecola naturale, che può essere assunta come integratore. In caso di depressione, sembrerebbe in grado di agire aumentando i livelli di serotonina nel cervello. Non è considerata un farmaco dalla FDA (Food and Drug Administration) ma si consiglia comunque di non sforare la dose eccessiva consigliata, in quanto potrebbe causare mal di stomaco e costipazione.
- Folati – sembrerebbe esserci un legame tra bassi livelli di acido folico (la forma sintetica del folato) e la presenza di depressione. Consumare quotidianamente alimenti ricchi di folati (come fagioli, lenticchie, cereali arricchiti, verdure a foglia scura, semi di girasole, avocado, etc.) o assumere integratori di acido folico possono migliorare l’efficacia di altri farmaci antidepressivi.
- Zinco – si tratta di un nutriente legato alle funzioni mentali come l’apprendimento ed il comportamento. La psichiatria evidenzia che bassi livelli di zinco nel sangue sono associati alla depressione. Secondo Nutrition Neuroscience, assumere un supplemento di 25 mg di zinco ogni giorno per 2 settimane contribuisce a ridurre i sintomi associati alla depressione, oltre che ad aumentare la quantità di acidi grassi omega-3 disponibili nel corpo.
In ogni caso, è opportuno ricordare che, nonostante alcune erbe e integratori sembrerebbero in grado di trattare la depressione, non sono un sostituto affidabile per il suo trattamento, soprattutto in caso di depressione grave.
La depressione è infatti una malattia, talvolta anche grave e – come tale – deve essere sempre curata con l’aiuto di un esperto. Anche e soprattutto in gravidanza!