Quando nel corpo si viene a verificare una carenza dei globuli rossi, si viene a presentare una condizione che è conosciuta con il nome di anemia. Questa va a colpire un numero altissimo di persone, infatti, è stato stimato che ne sia affetto ben un quarto dell’intera popolazione mondiale, 1,62 miliardi di individui circa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito il concetto di anemia come un valore di emoglobina inferiore ai 14 g/dl nell’uomo, ai 12 g/dl nella donna e agli 11 g/dl nella donna gravida. Tra le numerose cause di anemia, la carenza di ferro rappresenta la più comune.
Anche se spesso viene sottovalutata, si tratta di una condizione importante, in quanto i globuli rossi vanno a giocare un ruolo chiave nella circolazione dell’ossigeno nel sangue e nella conseguente eliminazione dell’anidride carbonica.
Un recente studio della Mayo Clinic ha cercato di andare a individuare le cause più importanti che portano allo svilupparsi dell’anemia. Prima tra tutti un sanguinamento anomalo, che non permette al corpo di sostituire tutti i globuli rossi in modo efficace e, come seconda causa, un disturbo di qualche genere che porta il corpo a distruggere i globuli rossi stessi.
Andiamo però a conoscere meglio questo disturbo, esaminandone i fattori di rischio, i sintomi e i trattamenti.
I fattori di rischio dell’anemia
Non esistono dei particolari fattori di rischio che rendono alcuni soggetti maggiormente esposti al presentarsi dell’anemia, rispetto ad altri. Infatti una buona fetta della popolazione mondiale, almeno una volta nel corso della propria vita, ne viene colpita.
Secondo una ricerca del National Institute of Health, le donne che si trovano in età fertile sono una classe tra quelle più a rischio, a causa delle perdite ematiche che si presentano ogni mese con il ciclo mestruale. Anche durante una gravidanza si può presentare l’anemia, infatti, nell’organismo si modificano i livelli di ferro e acido folico, che svolgono un ruolo fondamentale nella produzione del sangue.
Durante la gestazione si modifica anche la composizione del sangue, con i livelli di plasma che aumentano in modo più veloce rispetto a quelli dei globuli rossi, portando così al presentarsi dell’anemia nella donna. Il National Institute ha inserito tra i soggetti più a rischio di anemia anche i bambini, in special modo quelli nati prematuramente o che vengono alimentati con una dieta che non sia ricca di ferro.
I sintomi dell’anemia
Veniamo adesso ai sintomi che caratterizzano l’anemia. Questi sembrano variare da soggetto a soggetto; ci sono individui che li presentano tutti, mentre altri sono totalmente asintomatici. Il Medical News Today ha stilato un elenco dei principali sintomi che si possono presentare in soggetti anemici.
I più comuni sono una sensazione di stanchezza che si accompagna a una mancanza di energie. La pelle tende ad assumere un colore pallido e il battito cardiaco diventa irregolare e accelerato. Mancanza di respiro, dolore al petto, mal di testa e vertigini sono gli altri sintomi che vanno a completare il quadro generale.
Quando l’anemia raggiunge livelli preoccupanti questi vanno via via peggiorando ed è quindi opportuno rivolgersi a un medico non appena si presentano dei segni che possano far pensare all’anemia.
Come si cura l’anemia?
La cura che va messa in atto in chi soffre di anemia è di attuare dei trattamenti per andare a ripristinare i giusti valori di globuli rossi nel sangue. Questo può essere fatto attraverso l’assunzione di ferro, vitamina B12 e acido folico attraverso l’alimentazione, inserendole in un corretto regime dietetico.
Nel caso in cui questa soluzione non fosse applicabile o serva un trattamento più intensivo, il medico potrà prescrivere dei farmaci specifici, che stimolino la produzione dei globuli rossi. Il Medical News Today ha però anche evidenziato come sia importante andare ad agire, per risolvere l’anemia, sulle cause che l’hanno prodotta. Infatti, nel caso di donne con cicli mestruali con flussi intensi, è opportuno andare a somministrare farmaci in grado di renderli più contenuti e quindi andare ad allontanare il rischio anemia.
Il modo più classico per diagnosticare l’anemia è quello di fare un’analisi del sangue, ma chi ha paura degli aghi sarà felice di sapere che gli ingegneri della HemaApp hanno creato un’applicazione, da poter scaricare su ogni tipo di smartphone, che permette di controllare i livelli di emoglobina nel sangue, semplicemente andando a utilizzare una fotocamera integrata.
In conclusione, si può affermare che per diagnosticare l’anemia è sufficiente una semplice analisi del sangue, quindi, un controllo, al primo sintomo che possa far sospettare di essere affetti da questo disturbo, vi andrà a evitare guai ben peggiori.