La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Si misura in millimetri di mercurio (mmHg) e si esprime con due valori: la pressione sistolica (massima) e la pressione diastolica (minima).
La pressione sistolica rappresenta la forza esercitata dal cuore durante la contrazione (sistole), ovvero quando batte e si contrae pompando sangue; mentre la diastolica indica la pressione presente nelle arterie tra una contrazione e l'altra (diastole), quando il cuore riposa tra un battito e l’altro.
Conoscere entrambi i valori, ideali ed effettivi, è molto importante per mantenere la pressione arteriosa entro i parametri ottimali, di riferimento, e preservare la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Valori pressori costantemente elevati, infatti, aumentano il rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari come infarto, ictus, scompenso cardiaco e insufficienza renale.
Per questo motivo, è importante controllare regolarmente la pressione e adottare uno stile di vita sano, intervenendo con il trattamento farmacologico quando necessario. Anche perché l'ipertensione non dà segnali evidenti nelle sue fasi iniziali o comunque i sintomi si manifestano solo nei casi più gravi e pericolosi, come le crisi ipertensive.
Vediamo, dunque, quali sono i valori pressori corretti da considerare nella norma e quelli che invece vanno osservati con attenzione. Una pressione elevata può essere un episodio isolato, ma può anche essere ricorrente e diventare patologia cronica. Una condizione che necessita una diagnosi e una terapia appropriata.
Tabella pressione sanguigna
I valori di riferimento per la pressione sanguigna sono stati definiti sulla base di studi epidemiologici che hanno valutato il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari in rapporto ai livelli pressori.
Secondo le linee guida internazionali, una pressione ottimale dovrebbe essere:
- valore inferiore a 120 mmHg per la sistolica (massima);
- inferiore a 80 mmHg per la diastolica (minima);
- valori compresi nel range 120-129 mmHg per la sistolica e 80-84 mmHg per la diastolica sono considerati normali;
- valori di 130-139 mmHg per la sistolica e 85-89 mmHg per la diastolica indicano una pressione normale-alta.
Si parla di ipertensione arteriosa quando:
- la pressione sistolica è uguale o superiore a 140 mmHg e/o
- la diastolica è uguale o superiore a 90 mmHg.
L'ipertensione viene classificata in tre gradi di severità crescente:
- grado 1 (140-159 mmHg per la sistolica e/o 90-99 mmHg per la diastolica);
- grado 2 (160-179 mmHg per la sistolica e/o 100-109 mmHg per la diastolica);
- grado 3 (≥180 mmHg per la sistolica e/o ≥110 mmHg per la diastolica).
Di seguito, la tabella sui valori pressori tratta dalla pagina del Policlinico Gemelli
Grado di severità:
Molto bassa
Pressione sistolica < 100
Pressione diastolica < 59
Ottimale
Pressione sistolica 100 - 129
Pressione diastolica 60 - 85
Pre-ipertensione
Pressione sistolica 130 - 139
Pressione diastolica 86 - 89
Ipertensione stadio 1
Pressione sistolica 140 - 159
Pressione diastolica 90 - 99
Ipertensione stadio 2
Pressione sistolica 160 - 179
Pressione diastolica 100 - 109
Ipertensione stadio 3
Pressione sistolica > 180
Pressione diastolica > 110
Dunque, si parla di ipertensione quando i valori della pressione sistolica (la "massima") sono superiori a 140 mm Hg e quelli della pressione diastolica (la "minima") sono superiori a 90 mm Hg.
Da osservare, però, che una singola misurazione elevata non basta per diagnosticare ipertensione arteriosa, ma è necessario riscontrare valori al di sopra della norma in più occasioni separate.
Inoltre, ci sono da considerare i fattori di rischio come età, sesso, fumo, obesità, diabete e familiarità per malattie cardiovascolari, che possono leggermente spostare i valori massimi di riferimento.
Altro accorgimento: la pressione sanguigna non è sempre costante. In genere, infatti, è più alta al risveglio e diminuisce durante il corso della giornata.
Misurare la pressione arteriosa
La misurazione della pressione arteriosa è fondamentale per una corretta diagnosi e gestione dell'ipertensione. Esistono diversi strumenti per misurare la pressione, tra cui:
- sfigmomanometro tradizionale;
- i dispositivi elettronici da braccio o da polso;
- le app per smartphone e smartwatch.
Lo sfigmomanometro è lo strumento più comune e affidabile per misurare la pressione.
Per utilizzarlo in modo corretto, è importante seguire alcuni accorgimenti:
- scegliere un bracciale della misura adeguata alla circonferenza del proprio braccio;
- sedersi in una posizione comoda, con la schiena e i piedi appoggiati divano o sedia e pavimento;
- posizionare il bracciale sulla pelle nuda del braccio, circa 2-3 cm sopra la piega del gomito, con il tubo rivolto verso il basso lungo il corso dell'arteria brachiale;
- evitare di parlare o muoversi durante la misurazione;
- non tenere le gambe accavallate durante la misurazione;
- effettuare almeno due misurazioni a distanza di 1-2 minuti l'una dall'altra e considerare la media dei valori ottenuti, cercando di farlo in ambiente tranquillo e senza fattori esterni che possano disturbare o stressare il paziente durante la misurazione.
I dispositivi elettronici da braccio o da polso sono un'alternativa allo sfigmomanometro tradizionale. Anche in questo caso, è importante scegliere un apparecchio validato e seguire le istruzioni. In generale, è preferibile utilizzare i dispositivi da braccio rispetto a quelli da polso, perché questi ultimi possono essere meno accurati se non posizionati correttamente.
Le app per smartphone e gli smartwatch offrono un metodo innovativo per il monitoraggio della pressione arteriosa. È importante, però, scegliere app validate e approvate da autorità sanitarie riconosciute. Inoltre, è consigliabile utilizzare questi strumenti come complemento delle misurazioni tradizionali, piuttosto che come sostituto, soprattutto in caso di valori pressori elevati o irregolari.
Ecco infine le domande più frequenti che riguardano l'ipertensione.
Quali sono i fattori che possono causare ipertensione?
La pressione arteriosa è influenzata da molteplici fattori, alcuni non modificabili, come l'età e la predisposizione genetica, altri invece legati allo stile di vita e alle abitudini individuali. Tra i principali fattori che possono incidere sui valori pressori ritroviamo:
- età: con l'avanzare degli anni, le arterie tendono a perdere elasticità e a irrigidirsi contribuendo all'aumento della pressione sistolica;
- peso corporeo: l'eccesso di peso e l'obesità sono associati a un maggior rischio di ipertensione, perché il cuore deve lavorare di più per pompare il sangue attraverso una rete vascolare più estesa;
- alimentazione: una dieta ricca di sale, grassi saturi e zuccheri raffinati può favorire l'aumento della pressione arteriosa. Al contrario, una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi insaturi (come quelli presenti nell'olio d'oliva e nel pesce) gioca a favore;
- attività fisica: la sedentarietà è un fattore di rischio per l'ipertensione, mentre l'esercizio fisico regolare aiuta a mantenere sana l'attività cardiaca e i vasi sanguigni in salute;
- fumo: il fumo di sigaretta è un potente vasocostrittore e può causare un aumento acuto della pressione arteriosa. Nel lungo termine, il fumo danneggia le pareti dei vasi sanguigni accelerando il processo di aterosclerosi e aumentando il rischio di ipertensione;
- alcol: il consumo eccessivo di alcol può causare un aumento temporaneo della pressione arteriosa e, se protratto nel tempo, può portare a ipertensione cronica;
- stress: lo stress cronico può attivare il sistema nervoso simpatico e stimolare il rilascio di ormoni come l'adrenalina e il cortisolo, che possono causare un aumento della pressione arteriosa;
- assunzione di farmaci: alcuni farmaci, come i decongestionanti nasali, gli antidolorifici (FANS), i contraccettivi orali e gli steroidi anabolizzanti, possono causare un aumento della pressione arteriosa come effetto collaterale;
- malattie concomitanti: alcune condizioni mediche, come il diabete, l'apnea notturna, le malattie renali e le disfunzioni tiroidee, possono contribuire allo sviluppo dell'ipertensione;
- fattori genetici: una storia familiare di ipertensione può aumentare il rischio di sviluppare la condizione, suggerendo una componente genetica nella regolazione della pressione arteriosa.
Piccoli cambiamenti, come ridurre l'apporto di sale, aumentare l'attività fisica e gestire lo stress in modo efficace, possono avere un impatto significativo sul controllo dei valori pressori.
Cosa si intende per ipertensione sistolica isolata e diastolica isolata?
L'ipertensione arteriosa può presentarsi in due forme distinte: ipertensione sistolica isolata e ipertensione diastolica isolata. L'ipertensione sistolica isolata è caratterizzata da valori di pressione sistolica (massima) superiori a 140 mmHg, con valori di pressione diastolica (minima) inferiori a 90 mmHg. Questa condizione è più frequente negli adulti anziani, a causa della perdita di elasticità delle arterie dovuta all'invecchiamento. Altri fattori di rischio per l'ipertensione sistolica isolata includono il fumo, l'obesità, il diabete e la sedentarietà.
L'ipertensione diastolica isolata, invece, si verifica quando la pressione diastolica è superiore a 90 mmHg, mentre la sistolica rimane al di sotto di 140 mmHg. Questa forma di ipertensione è più comune nei giovani adulti e può essere associata a fattori di rischio come lo stress cronico, l'eccessivo consumo di alcol e sale, l'uso di alcuni farmaci (come i decongestionanti nasali) e la presenza di malattie renali o endocrine.
Entrambe le forme di ipertensione, se non controllate, possono avere serie implicazioni per la salute. L'ipertensione sistolica isolata è un forte predittore di eventi cardiovascolari, in particolare di infarto e ictus, perché sottopone il cuore e i vasi sanguigni a uno stress meccanico costante. Inoltre, è stata associata a un aumentato rischio di demenza e declino cognitivo negli anziani.
L'ipertensione diastolica isolata, d'altra parte, può portare a un ispessimento e irrigidimento delle pareti delle arterie (aterosclerosi), aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e danno d'organo nel lungo termine. Inoltre, valori elevati di pressione diastolica possono causare un sovraccarico di lavoro per il cuore favorendo lo sviluppo di ipertrofia ventricolare sinistra e scompenso cardiaco.
Quali sono i sintomi della pressione alta?
Si tende ad associare una serie di sintomi alla pressione alta, tra i quali:
- nervosismo;
- sudorazione;
- difficoltà nel dormire;
- rossore del viso;
- mal di testa mattutino;
- stordimento e vertigini;
- acufeni;
- alterazioni della vista.
Ma è bene sapere che l'ipertensione, in realtà, molto spesso è asintomatica. Non solo: i sintomi possono anche dipendere da condizioni sottostanti di altro genere, essere presi alla leggera o imputati a malesseri di altra natura. Ecco perché è fondamentale monitorare i parametri della pressione sanguigna.
Ci sono molteplici di sintomi di pressione alta che possono dipendere da altre cause, come:
- capillari rotti a livello oculare;
- rossore del viso;
- vertigini;
- eccessiva sudorazione.
Mentre quando la pressione sanguigna è troppo alta, raggiungendo livelli pericolosi, si possono avere sintomi quali:
- emicrania;
- forte ansia;
- fiato corto;
- sanguinamento dal naso.