Succhiarsi il pollice da bambini può aiutare a prevenire le future allergie

Ludovica Cesaroni

Ultimo aggiornamento – 05 Settembre, 2016

Allergia e succhiarsi dito

I tuoi sintomi allergici miglioreranno, scompariranno, o sono ‘cronici’, che significa che rimarranno per sempre (o quasi)? La risposta non è semplice: ogni caso è diverso. I bambini, ad esempio, possono guarire completamente da un’allergia. Alcuni ritengono che con l’età si alleggeriscano i sintomi dell’allergia: ciò può essere dovuto al fatto che il sistema immunitario, indebolitosi con l’avanzare dell’età, non può più sviluppare una forte reazione all’allergene.

Se l’allergia si sviluppa da adulti, invece, generalmente non scompare da sola.

Quando peggiora…

Alcune persone ritengono che la propria allergia peggiori col tempo. Ciò è particolarmente vero per le allergie agli alimenti, al lattice o alle punture d’api, che possono portare a reazioni più gravi a ogni manifestazione. Possono poi esservi delle concause all’insorgenza o allo scatenarsi di un’allergia, come la stagione dei pollini o un nuovo lavoro in un vecchio e ammuffito palazzo.

Svilupperai altre allergie?

Se i sintomi dell’allergia peggiorano, potrebbe anche essere a causa di una seconda (o terza, o quarta) allergia. Avere già una sola allergia rende più predisposti a contrarne altre. Quindi, se un anno i vostri sintomi sembrano più gravi, sappiate che può essere una reazione a un altro allergene che è nell’aria.

Le allergie possono interagire in modi inaspettati. Per esempio, fino a 1/3 delle persone che sono allergiche ai pollini hanno allergie anche ad alimenti con sostanze simili, come alcuni ortaggi o frutta. I medici chiamano questa patologia sindrome orale allergica.

Si potrebbero avere più gravi reazioni allergiche qualora i due aspetti si incrociassero (ad es.: mangiare una banana nel picco della stagione dei pollini).

Perché arriva l’allergia…

Si potrebbe dar la colpa al polline nell’aria, o al gatto del vostro amico per i vostri sintomi, ma in realtà, la maggior parte di queste cose sono innocue; ciò che provoca le reazioni allergiche è il sistema immunitario, che le scambia per una minaccia e le attacca: i sintomi che avvertite sono il risultato di questo errore.

Le probabilità di sviluppare un’allergia sono da individuare anzitutto nel patrimonio genetico: sebbene le allergie specifiche non siano ereditarie, la tendenza a svilupparle lo è. I bambini con un genitore allergico hanno una probabilità del 33% di sviluppare allergie; con due genitori allergici, la probabilità cresce al 70%. Vi sono poi delle concause: ad esempio, se si entra in contatto con un allergene quando si è deboli (come a seguito di un’infezione virale), aumenta la probabilità di sviluppare un’allergia ad esso.

Come inizia l’allergia

Anche se si è stati a contatto con un allergene molte volte senza problemi, il corpo umano potrebbe percepirlo improvvisamente come un invasore. Se questo accade, il sistema immunitario studia l’allergene e produce anticorpi contro questo, nel caso la situazione si ripeta. Quando vi imbattete nuovamente in quella sostanza, gli anticorpi riconoscono l’allergene e attivano cellule speciali dette mastociti. Questi ultimi si aprono, rilasciando istamina, che causa sintomi come il gonfiore.

L‘istamina è una molecola che provoca, quindi, molti effetti biologici (dolore, prurito, broncocostrizione, dilatazione delle arteriole, ipotensione, aumento della secrezione gastrica), attraverso il legame con particolari recettori chiamati H1 e H2.

È presente in quasi tutti i tessuti; particolarmente ricchi di istamina sono il polmone, la cute, la mucosa gastrointestinale.

Gli effetti, anche pericolosi per la salute, dell’istamina sono combattuti dai farmaci antistaminici con effetto bloccante sui recettori H1 che sono quelli che mediano la maggior parte dei sintomi presenti nei disturbi allergici.

Vizi che diminuiscono il rischio ‘allergia’

I bambini che mettono continuamente le dita in bocca, potrebbero involontariamente farsi un favore, entrando in contatto con una vasta gamma di microrganismi, tra cui le enterobacteriaceae, a cui appartiene l’Escherichia Coli, e con i parassiti intestinali. Anche se questo è proprio quello che tanti genitori temono quando vedono i propri figli succhiarsi il pollice o mangiarsi le unghie, una nuova ricerca indica che ciò è effettivamente un bene per la loro salute, poiché riduce la probabilità di sviluppare allergie.

Uno studio di alcuni decenni fa aveva già dimostrato come bambini appartenenti a nuclei familiari numerosi, entrati quindi in contatto con più microbi in giovane età, avessero sviluppato un forte sistema immunitario noto come “risposta immunitaria T-helper”. Conseguentemente, avevano meno probabilità di sviluppare atopia (condizione iper-allergenica che spesso fa sviluppare asma ed eczemi).

Un test fatto ad un gruppo di 1000 individui nati tra il 1972 e il 1973 ha selezionato bambini appartenenti a diverse categorie (chi succhiava o meno il pollice e chi si mangiava o meno le unghie) e li ha sottoposti ad alcuni esami prima nell’adolescenza (13 anni) e poi nell’età adulta (32 anni). Gli esami prevedevano la verifica dello sviluppo di alcune allergie (acari, erba, pelo di animali, ecc.).

I risultati dei test fatti ad anni di distanza hanno parimenti evidenziato come l’atopia fosse più presente tra coloro che non avevano avuto da piccoli l’abitudine di mangiarsi le unghie o di succhiarsi il pollice. Dunque, anche se queste fastidiose abitudini non vanno di certo incoraggiate, è rincuorante sapere che esiste almeno un aspetto positivo del problema.

Ludovica Cesaroni
Scritto da Ludovica Cesaroni

Amo definirmi una creativa dalla forte impronta razionale. Scrivere, disegnare e creare con le mani sono le mie grandi passioni, ma il pungolo della curiosità mi ha sempre portato a interrogarmi sui grandi misteri della vita e a informarmi sui 'piccoli misteri' dell'uomo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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