Nella vita quotidiana, siamo continuamente esposti a una miriade di stimoli dall’ambiente esterno ed è proprio la modalità con cui il nostro organismo si relaziona con questi stimoli che determina il manifestarsi di reazioni avverse.
Abbiamo chiesto alla Dr.ssa Martina Sanna, specialista in nutrizione di parlarci delle allergie alimentari legate all’autunno.
Allergie e intolleranze: vediamo le differenze
Più o meno tutti abbiamo sperimentato sui noi stessi quali possano essere gli effetti di un alimento che può averci indotto una reazione avversa, magari manifestatasi con nausea, mal di testa o spiacevoli effetti gastrointestinali.
A questo proposito, occorre fare una distinzione tra allergie vere e proprie e altri disturbi determinati dall’ingestione di alimenti, spesso intolleranze.
Nel meccanismo allergico si verifica il diretto coinvolgimento del sistema immunitario: la molecola incriminata, o parte di essa, viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario che mette in moto tutta una serie di reazioni avverse, volte all’espulsione e all’annientamento dell’agente (riconosciuto talvolta erroneamente come nocivo) introdotto nell’organismo.
Nel caso invece delle intolleranze, il sistema immunitario non viene attivato, ma si tratta di una serie di disturbi dovuti all’incapacità dell’organismo di digerire (cioè scomporre in molecole più semplici e assimilare) alcune sostanze, a causa di un cattivo funzionamento o carenza di enzimi specifici per quella determinata molecola.
Il caso più frequente è senz’altro quello del lattosio, la cui intolleranza è dovuta alla insufficiente attività o addirittura assenza dell’enzima lattasi, che scinde la molecola del lattosio in glucosio e galattosio.
Allergie alimentari: perché peggiorano durante l'autunno?
Per quanto le allergie legate al cibo non seguano una stagionalità, è anche vero che è proprio in questo periodo dell’anno avvertiamo qualche disturbo in seguito all’ingestione dei nuovi alimenti che la stagione autunnale offre.
Non c’è una vera e propria motivazione, poiché le allergie alimentari si manifestano in modo indipendente dall’avvicendarsi delle stagioni, a differenza delle allergie classiche che buona parte della popolazione manifesta (non di tipo alimentare), legate al ciclo vitale di piante e alberi, che con la liberazione dei pollini e le fioriture possono determinare reazioni allergiche nei soggetti sensibili e predisposti.
C’è da dire che i cambi di stagione, come il passaggio a temperature più rigide, possano causare uno stress per l’organismo, indebolendo le difese immunitarie e rendendoci quindi più sensibili nei confronti di diversi agenti allergizzanti, soprattutto gli alimenti.
La stagione autunnale rappresenta inoltre il momento dell’anno in cui si riprendono le attività lavorative e scolastiche, portando alla condivisione tra più persone degli ambienti in cui si consumano i pasti, come per esempio le mense, aumentando così il rischio di ingerire alimenti a rischio, soprattutto se si parla di soggetti con allergie precedentemente diagnosticate.
Non ci sono particolari strategie da adottare, ma è buona regola seguire una alimentazione varia ed equilibrata che comprenda i prodotti di stagione, cercando di mantenere un buono stato di salute che ci permette di affrontare l’arrivo della nuova stagione al meglio, ovviamente evitando di consumare quegli alimenti che si sanno per certi essere alla base del manifestarsi delle reazioni allergiche.
Quali sono i frutti di stagione che presentano comunemente più allergeni?
Pensando all’autunno, non può che saltare in mente la stagione tipica della frutta secca, come noci, nocciole, mandorle, ecc., che rappresentano uno degli alimenti più allergizzanti in assoluto.
Anche tra la frutta fresca troviamo qualche alimento allergizzante, come i kiwi, i cachi, l’uva, ma questo dipende dalla individuale predisposizione e sensibilità nei confronti delle molecole presenti in questi particolari frutti.
Un aspetto da non sottovalutare, soprattutto negli individui allergici in modo conclamato, sono le reazioni crociate (o cross reactions), cioè una corrispondenza tra allergie ai pollini e allergie alimentari.
Vediamo degli esempi: chi è allergico alle Graminacee può manifestare disturbi nei confronti di arance, kiwi, arachidi e mandorle; l’allergia alle parietarie mostra connessione con l’allergia alimentare al fico; Artemisia e altre composite manifestano cross-reattività con la zucca.
In caso di attacco allergico bere molta acqua può aiutare?
Mantenere il corpo idratato contribuisce al benessere delle mucose dell’apparato gastrointestinale, alleviando così le infiammazioni che sono causate da una sostanza liberata dalle cellule immunitarie per combattere gli allergeni, l’istamina; studi scientifici hanno, infatti, dimostrato che la produzione di questa molecola organica diminuisce con l’aumento dell’assunzione giornaliera di acqua.
Se si scopre di avere un'allergia è necessario eliminare totalmente l’alimento “incriminato”?
In individui allergici, l’eliminazione totale dell’alimento che fa scaturire la reazione avversa è l’unica strategia efficace per evitare il manifestarsi della sindrome allergica.
Soprattutto in caso di bambini allergici, con il rientro a scuola, è bene dargli ferme indicazioni sul consumare esclusivamente il proprio pasto (preparato appositamente senza allergeni) e non condividere il cibo altrui.
Discorso diverso invece per le intolleranze, poiché il più delle volte, una graduale reintroduzione dell’alimento scatenante può aiutare a migliorare la sintomatologia, rieducando il sistema enzimatico ad attivarsi in presenza di quella determinata sostanza.