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Vene varicose

Flebologia
Vene varicose

Che cosa sono le vene varicose

Le vene varicose sono vene che hanno perso la funzione valvolare, e che si manifestino come vene gonfie e dilatate, apparendo solitamente di colore bluastro o viola scuro.
Si tratta di una vera e propria malattia e non di un problema estetico (anche se, curando la patologia, di conseguenza, anche l'aspetto estetico delle gambe ne trova giovamento).

Le varici o vene varicose sono quindi vene in cui le valvole hanno smesso di funzionare correttamente e, per meccanismi legati alla pressione al loro interno, si dilatano.

Si tratta di una patologia molto comune, che colpisce fino a 3 adulti su 10. Di solito, le donne tendono a essere più colpite rispetto agli uomini.

Sintomi delle vene varicose

Alcune persone affette da vene varicose non presentano nessun dolore o fastidio, mentre altri sono colpiti più gravemente.

I sintomi delle vene varicose possono includere:

  • gambe doloranti e pesanti;
  • piedi e caviglie gonfi;
  • bruciore o crampi alle gambe;
  • prurito.

Quanto sono comuni le vene varicose

Le vene varicose sono una condizione molto comune che, come accennato, colpisce fino a 3 adulti su 10, presentando una suggestione di familiarità.
Spesso, infatti, sono colpiti i membri della stessa famiglia.

Tutte le vene possono diventare varicose, ma le più colpite in assoluto e di gran lunga sono quelle degli arti inferiori.

Le cause delle vene varicose

Per capire la causa delle vene varicose è in primo luogo utile comprendere come funziona la circolazione del sangue.

Sistema circolatorio

Il sistema circolatorio è formato da arterie, vene e vasi linfatici. Arterie e vene costituiscono un sistema chiuso che porta il sangue dai polmoni ai tessuti e viceversa.

Le arterie trasportano il sangue ricco di ossigeno ai tessuti, si suddividono in milioni di piccoli vasi (capillari) e questi ultimi convergono nelle vene, che riportano il sangue ai polmoni. Le vene si suddividono in “profonde” e “superficiali”

  • le prime decorrono tra i muscoli e prendono il nome delle arterie;
  • le seconde formano un circolo sottocutaneo; le safene, due per arto, fanno parte del sistema superficiale. 
La vena grande, o interna, decorre dal malleolo interno all’inguine; la vena piccola, o esterna, decorre dal malleolo esterno alla piega del ginocchio.
Il cuore è la pompa che permette al sangue di arrivare ai tessuti, ma la sua spinta si esaurisce (a causa della frammentazione del circolo) nei milioni di capillari.

Per tornare ai polmoni, il sangue deve quindi avvalersi di altri sistemi di “spinta”, anche perché negli arti inferiori va contro gravità. 
I meccanismi preposti a ciò sono: 

  • l’attività muscolare (muscoli che si accorciano e si allargano spingendo sulla parete della vena e strizzandola come un budello – pompa muscolare), che però è valida solo per le vene del circolo profondo;
  • la pressione negativa del torace che richiama a sé il sangue; 
  • le valvole.
Questi ultimi due sistemi comuni ai circoli profondo e superficiale.

Valvole

Dentro le vene, si trovano strutture valvolari ad “ala di gabbiano”, unidirezionali, ossia che si aprono per consentire il passaggio del sangue nella direzione prevista e si chiudono per evitare il cosiddetto “reflusso”, il sangue che scorre all'indietro.

Quest’ultima condizione si verifica quando le valvole sono assenti o non funzionano, è a questo punto che le vene si possono definire varicose.
Per questioni di pressione, le vene senza valvole tendono a gonfiarsi e aumentare di molto le proprie dimensioni, dato che si tratta di strutture elastiche. 
A lungo andare, l’elasticità si perde e le vene ingrossate rimangono tali, finché non si interviene.

Diagnosi di vene varicose

Per diagnosticare le vene varicose bisogna sempre rivolgersi a uno specialista

Le complicanze di una patologia apparentemente di così poco conto possono essere gravi e invalidanti nel breve periodo, e si deve pertanto porre rimedio anche se le varici non causano alcun disagio. Nei casi in cui:

  • le vene varicose causano dolore o disagio;
  • la pelle sopra e/o intorno alle vene è dolorante e irritata;
  • il dolore alle gambe causa irritazione e disturbi del sonno.
Allora è probabile che si stia per verificare una complicanza dovuta alle vene varicose, dunque, bisogna essere ancor più solerti nel consultare un medico esperto.

La diagnosi di vene varicose viene effettuata tramite la visita e l’ecocolordoppler (ECD). La prima, consente di valutare la sede e l’estensione delle varici, mentre per il secondo, si tratta di un’ecografia, e quindi di un esame per definizione non invasivo, che dà precisissime informazioni sulle condizioni delle valvole e sui reflussi presenti.

L’ECD è considerato il gold standard nella diagnostica delle malattie delle vene, ed è imprescindibile per stabilire una strategia terapeutica.

Cura per le vene varicose

Esistono diverse tecniche per curare le vene varicose e guarire.
Le più accreditate includono:

  • Calze a compressione − Sono calze appositamente progettate per comprimere sempre le gambe, in modo da migliorare la circolazione. Spesso, sono più strette alla caviglia. Questo spinge il sangue a fluire verso l'alto, in direzione del cuore. Oggi, le indicazioni all’uso della calze si sono molto ridotte e sono state per lo più confinate alla prevenzione in corso di interventi chirurgici particolari (ortopedia, pelvi).
  • Intervento chirurgico − Le vene varicose devono essere rimosse chirurgicamente o tramite scleroterapia. L’intervento è di solito effettuato in anestesia locale, più eventuale sedazione, che permette un rientro a casa il giorno stesso. Tuttavia, in alcuni casi, un pernottamento in ospedale può essere necessario.
Vene varicose: tipologie di intervento

  • Legatura e stripping − La maggior parte dei chirurghi utilizza una tecnica chiamata legatura e stripping (rimozione), che consiste nella legatura e nella rimozione della/e vena/e insufficiente/i. Per ciò che concerne la safena interna, si effettuano un’incisione di 4-5 cm sulla piega inguinale e un altro molto più piccolo o sul malleolo interno o dove la coscia termina vicino al ginocchio. La safena viene legata e sezionata sopra e sotto e vi viene fatto passare all’interno un cavo di plastica sottile e flessibile, tramite il quale si sfila la vena generalmente da sotto. A questa procedura, si possono associare delle varicectomie/flebectomie, che consistono nell’asportazione dei collaterali dilatati di coscia e gamba. Una fasciatura viene applicata al termine dell’intervento e rimossa dopo 7 giorni. La legatura e stripping delle vene varicose può causare ecchimosi, di solito a livello di coscia, e transitori disturbi della cute a livello della caviglia. Le complicanze più gravi sono eccezionali. Il recupero va da 24 ore a 5 giorni e il paziente può tornare alle proprie attività in tempi rapidi. Alcuni chirurghi consigliano l’uso di calze elastiche nel post-operatorio.
  • Scleroterapia − La scleroterapia è solitamente adatta vene residue post-intervento o per i capillari. Alcuni autori la utilizzano anche per chiudere la safena, ma i risultati non sembrano ottimi (con fino al 34% di persistenza di strie scure sul decorso della safena). La si esegue sempre ambulatorialmente. Nei capillari si può iniettare una semplice sostanza chimica che le irrita e le fa chiudere. Le vene più grandi si chiudono con la cosiddetta schiuma sclerosante. E’ sempre utile eseguire un ecocolordoppler per stabilire la fattibilità della scleroterapia. È possibile trattare più di una vena nella stessa sessione. Sia la scleroterapia standard sia la scleroterapia con schiuma non necessitano si alcun tipo di anestesia, essendo quasi del tutto indolori. La scleroterapia può causare, seppur raramente, effetti indesiderati, tra cui: coaguli di sangue nelle altre vene delle gambe; modificazione del colore della pelle (macchie brune possono svilupparsi nelle zone in cui sono state trattate le vene; mal di testa, svenimenti e problemi temporanei della vista come complicanze molto rare.
  • Ablazione con radiofrequenza − Questa metodica prevede il riscaldamento della parete delle vene varicose utilizzando l'energia meccanica della frequenza radio. Un piccolo tubo, chiamato catetere, viene inserito nella vena dopo un esame ecografico. Una sonda che invia energia a radiofrequenza viene inserita nel catetere. Questo riscalda la vena fino alla rottura delle pareti, chiudendola e bloccandola. Una volta che la vena è stata sigillata, il sangue sarà naturalmente reindirizzato a una delle vene sane. L’ablazione con radiofrequenza si effettua in anestesia locale. La procedura può causare alcuni effetti collaterali a breve termine, quali: lievi ustioni alla pelle; formicolii (parestesie). Potrebbe essere necessario indossare calze a compressione fino a due settimane dopo l’ablazione con radiofrequenza.
  • Trattamento laser endovenoso − Come per l'ablazione con radiofrequenza, il trattamento laser endovenoso consiste nell’inserimento di un catetere in vena e in un’ecografia per guidarlo nella corretta posizione. Un piccolo laser viene fatto passare attraverso il catetere posizionato nella parte superiore della vena varicosa. Il laser rilascia brevi raffiche di energia che riscaldano la vena e la richiudono. Il trattamento laser endovenoso viene effettuato in anestesia locale. Dopo la procedura, nelle zone interessate possono apparire dolorosi lividi. Sono possibili anche lesioni dei nervi, ma di solito sono solo temporanee.

Complicazioni delle vene varicose

Le complicazioni delle vene varicose possono comportare:

  • Tromboflebite − La tromboflebite è l'infiammazione (gonfiore) delle vene della gamba ed è causata dalla formazione di coaguli di sangue nelle vene. Nel caso colpisca una vena varicosa, si definisce “varicoflebite”. Se colpisce il circolo profondo, evenienza rara, si deve far ricorso alla terapia anticoagulante. Se ad essere interessata è, invece, una vena del circolo superficiale, oggi si tende a praticare una terapia locale con anti-infiammatori o eparinoidi in crema e antidolorifici per Os. Pare, infatti, che i rischi derivanti dalla flebite superficiale siano ridotti e tali da non giustificare una terapia anticoagulante.
  • Emorragia − L'emorragia è un’evenienza rara. Le vene varicose in prossimità della pelle possono sanguinare se la gamba subisce un taglio o un trauma. Il sanguinamento può essere difficile da fermare. Occorre sdraiarsi, sollevare la gamba e applicare pressione direttamente sulla ferita.
  • Eczema varicoso − L’eczema varicoso è una condizione che colpisce la pelle facendola diventare rossa e squamosa. Si possono anche sviluppare vesciche e croste.
  • Ipodermatosclerosi − La lipodermosclerosi è la condizione in cui la pelle si indurisce, diventa tesa e si colora irreversibilmente di rosso scuro o marrone. Questa lesione si manifesta di solito sulla zona intorno alla caviglia sulla parte interna e può essere una condizione che porta alla temibile ulcera.
  • Ulcere venose − Si tratta di un’ulcera che si sviluppa in seguito all’aumento della pressione nelle vene soprattutto nel 1/3 inferiore della gamba. Tale aumento della pressione venosa comporta una fuoriuscita di liquidi che si raccolgono nei tessuti (edema) e vi riducono l’apporto di sangue causandone la morte cellulare, e quindi l’ulcerazione.  L’ulcera è una sfida per chi ne soffre e chi la deve trattare. È, infatti, tipico che una volta chiusa tenda a recidivare con una certa frequenza. L’unico sistema comprovato per chiudere un’ulcera per sempre è il trattamento chirurgico.

Prevenire le vene varicose

Esistono poche prove che suggeriscono la possibilità di prevenzione delle vene varicose o di miglioria di quelle esistenti.
Tuttavia, se si hanno già le vene varicose, ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutare ad alleviare qualsiasi dolore o disagio delle vene varicose, come:

  • evitare di stare fermi o seduti per lunghi periodi di tempo;
  • alzare le gambe ogni volta che si può;
  • fare regolarmente esercizio fisico;
  • fare una vita sana dal punto di vista igienico-alimentare.

Fattori di rischio delle vene varicose

Ci sono alcuni fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare vene varicose, ossia:

  • Genere − Le donne hanno maggiori probabilità di essere affette da varici rispetto agli uomini. La ricerca suggerisce che ciò potrebbe avvenire perché gli ormoni femminili tendono a rilassare le pareti delle vene, rendendo le valvole più soggette a perdite.
  • Familiarità − Il rischio di sviluppo di vene varicose è maggiore se un parente stretto è affetto da questo disturbo.
  • Sovrappeso − Essere molto in sovrappeso aumenta il lavoro delle vene e la pressione interna all’addome. Ciò può incrementare la pressione sulle valvole, rendendole più a rischio.
  • Tipo di lavoro − Alcune ricerche suggeriscono che i lavori che richiedono di rimanere lunghi periodi in piedi possono aumentare il rischio di vene varicose, sebbene probabilmente questo costituisca solo un cofattore in grado di creare problemi a chi è già predisposto.
  • Gravidanza − Quando una donna è incinta, la quantità di sangue nel suo corpo aumenta per contribuire a sostenere lo sviluppo del bambino. Ciò fa sforzare maggiormente il sistema circolatorio. Inoltre, l’aumento dei livelli ormonali durante la gravidanza causa il rilassamento delle pareti muscolari dei vasi sanguigni. Da ultimo, bisogna ricordare il peso del feto sulla pelvi e sulle grosse vene che vi sono contenute.
  • Traumi − I traumi possono essere causa di trombosi o flebiti da trauma diretto sulla parete della vena, o dall’infiammazione che provocano sui tessuti circostanti al vaso.
Dr. Maurizio Di Giacomo Medico Chirurgo
Dr. Maurizio Di Giacomo
angiologochirurgo generale

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