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Colera

Malattie infettive e tropicali Microbiologia e virologia
Colera

Che cos'è il colera

Il colera è una malattia infettiva acuta causata da un batterio, il Vibrio cholerae. Le persone colpite presentano:

  • Grave diarrea (fino a 50/100 scariche al giorno), con eliminazione di liquido incolore con aspetto a fiocchetti, detto anche “ad acqua di riso”
  • Forte disidratazione dovuta alla perdita di liquidi
Questi sintomi possono diventare talmente gravi da provocare la morte per shock ipovolemico. La maggior parte della gente contrae la malattia attraverso cibo e acqua contaminati; anche se i sintomi possono essere lievi, circa il 10-20% delle persone può sviluppare una diarrea abbondante da uno a cinque giorni dopo l'ingestione dei batteri. La malattia richiede un'immediata assistenza medica.

Sintomi del colera

I sintomi del colera sono una diarrea acquosa che contiene spesso chiazze di materiale biancastro (muco e alcune cellule epiteliali) che assumono un aspetto a “fiocchetti” o “ad acqua di riso”; il volume della diarrea può essere enorme; le scariche sono brevi (50-150 millilitri eliminati a scarica) e frequenti (dalle 50 alle 100 scariche quotidiane).

Come conseguenza dell’imponente perdita di liquidi compaiono:

Nelle forme gravi di colera si osservano:

  • shock ipovolemico;
  • grave squilibrio elettrolitico con acidosi;
  • insufficienza renale da necrosi tubulare acuta secondaria alla prolungata ipotensione.

Cause del colera

Il batterio V. cholerae è un batterio Gram-negativo e dispone di un flagello (un’appendice del microorganismo) per la motilità e di pili (strutture simili a capelli) utilizzati per attaccarsi ai tessuti degli ospiti. Esistono circa 200 sierotipi di V. cholarae che vengono distinti in base ad un antigene somatico O presente sulla superficie del microorganismo. Il classico colera è causato da due sierotipi principali:

  • O1
  • O139
Vibrio cholarae produce una tossina, che è la causa dei sintomi più gravi di colera. La tossina prodotta da questi sierotipi di V. cholerae è un'enterotossina composta da due subunità, A e B. L'enterotossina penetra all’interno degli enterociti, e attraverso l’attivazione di specifici enzimi normalmente deputati al funzionamento della cellula, induce l’escrezione di cloruro di sodio nel lume intestinale, e conseguentemente di acqua. Quando il volume di acqua supera la capacità di riassorbimento dell’intestino si sviluppa la diarrea acquosa.

Colera: come si trasmette

Il batterio si trasmette tramite l'ingestione di acqua o cibi contaminati da esso. I molluschi, per via della loro azione filtrante, accumulano al loro interno molti vibrioni, rappresentando infatti un mezzo d'infezione quando consumati crudi o poco cotti.

Come viene diagnosticato il colera

La diagnosi è fatta mediante isolamento dei batteri dalla coltura delle feci.

Prognosi del colera

La prognosi del colera è in funzione della rapidità con cui viene iniziato il trattamento reidratante.

Il tasso di mortalità legato a casi di colera non trattati può arrivare fino al 50% durante le epidemie di grandi dimensioni in particolare nei paesi sottosviluppati in cui le cure primarie non sono sempre disponibili, ma può essere ridotto a circa 1% se i protocolli di trattamento sono rapidamente messi in atto. In molti pazienti, se la disidratazione è rapidamente invertita, la prognosi è spesso eccellente.

Trattamento per il colera

Il principale trattamento del colera è la reidratazione, inizialmente per via endovenosa e successivamente per via orale. La terapia antibiotica da sola è inadeguata, ma può abbreviare la durata della diarrea e diminuire il periodo di escrezione dei vibrioni con le feci.

Prevenire il colera

Gli individui possono prevenire o ridurre la possibilità di contrarre il colera:

  • lavandosi le mani prima di manipolare gli alimenti
  • usando acqua potabile o altri liquidi sicuri
  • mangiando cibo ben cotto
Inoltre, sono disponibili vaccini che possono prevenire il colera, anche se la loro efficacia varia dal 50% -90%, a seconda degli studi riportati. I vaccini sono somministrati per via orale mentre quelli iniettati non si sono dimostrati molto efficaci.

Prof. Antonio Cascio Medico Chirurgo
Prof. Antonio Cascio
infettivologopediatra

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