La gestazione è un periodo molto particolare, per questo, occorre prestare attenzione a ciò che si mangia e si beve.
Il caffè in gravidanza è tra le sostanze di cui una futura mamma si preoccupa maggiormente: infatti, la caffeina durante la gestazione viene assimilata dall'organismo con più difficoltà rispetto ad altre sostanze, pertanto, il suo consumo va mantenuto entro certi limiti.
Inoltre, la caffeina è una sostanza che non si trova solo nel caffè, ma anche in altre bevande e alimenti. Scopriamone di più.
Caffeina e gravidanza: che rapporto c'è?
Molte donne in stato interessante si chiedono se sia lecito assumere caffè durante la gestazione o se sia meglio eliminare completamente le bevande che contengono caffeina, avendo paura che tale sostanza riesca a interferire con il corretto sviluppo del feto e con la crescita del bambino.
L'OMS e il Ministero della Salute non vietano in toto il consumo di caffè & co. durante la gravidanza; tuttavia, esiste una quantità massima giornaliera consigliata da non superare durante i nove mesi gravidanza.
Se, dunque, è lecito consumare caffeina in gravidanza, è anche opportuno che la futura mamma non superi mai i limiti raccomandati, affinché non vi siano ripercussioni sulla salute della donna e, in particolare, su quella del feto.
Scopriamo, dunque, quali sono le dosi consigliate per assumere il caffè (o bevande e alimenti contenenti caffeina) durante la dolce attesa e se esistono delle controindicazioni.
Caffè in gravidanza: quali sono le dosi raccomandate?
Il caffè è quella bevanda che si ottiene attraverso l'infusione della polvere dei semi torrefatti della pianta di caffè. Si tratta di una sostanza ricca di caffeina (o teina), la quale scientificamente viene anche chiamata 1,3,7- trimetilxantina, un alcaloide naturale dall'effetto nervino (ossia in grado di stimolare il sistema nervoso centrale).
Sebbene il caffè abbia degli effetti anche positivi sull'organismo (e si riveli utile per chi ha bisogno di un boost di energia in più, come gli sportivi) in altri casi può avere effetti indesiderati, ad esempio durante la gravidanza.
Ecco perché è importante saperne di più sul rapporto che intercorre tra caffeina e gestazione, uno stato fisiologico particolare che ha sempre bisogno di attenzioni specifiche e di modificazioni delle proprie abitudini.
La caffeina è una sostanza che si trova in molte bevande e cibi.
Esistono alcuni alimenti con una concentrazione maggiore di caffeina, che è importante tenere particolarmente d'occhio durante il periodo della gravidanza.
- Caffè espresso: contiene tra i 64 e i 100 mg di caffeina (considerando una tazzina da 30 ml): dipende dalla tipologia di miscela utilizzata per il caffè.
- Caffè istantaneo: ha un contenuto di caffeina pari a 157 mg (prendendo come unità di misura una tazzina da 30 ml).
- Caffè decaffeinato: in questo caso il contenuto di caffeina è abbastanza modesto, ma tuttavia presente: esso è infatti inferiore ai 5 mg, sempre considerando una tazzina da 30 ml.
- Tè: nel tè, la caffeina corrisponde a 30-50 mg in una tazza da 250 ml.
- Cola: una delle bevande gassate più amate e conosciute al mondo contiene tra i 30 e i 50 mg di caffeina per una lattina da 330 ml.
- Cioccolata fondente: ebbene sì, anche la cioccolata fondente contiene caffeina; il suo contenuto è pari a 26 mg di caffeina per una barretta da 30 g.
- Cioccolata al latte: la cioccolata al latte non è esente dalla caffeina, sebbene ne contenga una quantità esigua. Una barretta da 43 grammi di cioccolato al latte contiene 9 mg di caffeina.
La raccomandazione dell'OMS in merito al consumo di caffeina durante la gestazione è di 300 mg al giorno, mentre il Ministero della Salute suggerisce di non superare i 200 mg giornalieri.
Considerato che una tazzina di caffè può arrivare a 100 mg di caffeina, è bene non superare le due tazzine di caffè al giorno, per evitare di correre un rischio per la salute della futura mamma e del bebè in arrivo.
Oltre all'elenco sopra esposto, è bene sapere che la caffeina è presente in tutte le sostanze nervine: cioccolato, bibite energizzanti, cola, e preparati a base di caffè o cioccolato. Dunque, è opportuno evitare di assumere tali cibi o bevande nel caso in cui si siano già presi due caffè in un giorno.
Caffè in gravidanza: primo trimestre
In genere si pensa che il primo trimestre sia il più delicato per la formazione del feto e per le possibili conseguenze sulla salute del bambino. Ecco perché anche il rapporto tra caffeina e gravidanza nel primo trimestre merita un'ulteriore indagine.
Diversi studi hanno dimostrato che un eccesso di caffeina durante il primo trimestre e il secondo trimestre può provocare un aumento del rischio di aborto spontaneo. Dunque, è fondamentale limitare l'assunzione del caffè e prestare una particolare attenzione anche alle altre bevande e alimenti contenenti caffeina.
Un elevato consumo di caffè in gravidanza nel terzo trimestre, così come nel secondo trimestre, può provocare pirosi gastrica (una condizione che produce bruciore o fastidio all'esofago, talvolta accompagnati da reflusso).
Si sa: è importante non assumere farmaci durante la gravidanza, per cui la cura per la pirosi consiste in primis nell'eliminazione (o, se non è possibile, nella riduzione) degli alimenti e delle bevande gastro-irritanti, tra cui, appunto, il caffè e i cibi con un alto contenuto di grassi.
Anche il consumo di pasti piccoli e frequenti, nonché il mantenimento della posizione eretta, possono contribuire ad alleviare la pirosi gastrica.
Non solo caffè: tè e ginseng in gravidanza
Sebbene il caffè sia forse la bevanda che più contiene caffeina, si è visto che esistono altri alimenti e bevande in cui essa è presente.
Il tè è una di queste, ma non è nocivo per il suo contenuto di caffeina (o teina). Infatti, l'assunzione di tè va tenuta sotto controllo anche perché contiene catechine, composti che interferiscono con il corretto assorbimento dell'acido folico (una sostanza indispensabile per scongiurare malformazioni al feto).
Il tè nero, in particolare, contiene una quantità di caffeina maggiore rispetto ad altre miscele (tra i 30 e i 50 mg per tazza, pari ad una bibita energizzante).
Non esistono studi scientifici che abbiano attestato eventuali effetti negativi del ginseng in gravidanza; tuttavia, una ricerca del 2003 dell'Università di Hong Kong ha esposto gli embrioni di alcune cavie ai principi attivi del ginseng, evidenziando come gli embrioni sviluppassero difetti di crescita scheletrica e muscolare.
Considerato, dunque, l'esito di tale ricerca sulle cavie, è meglio evitare assumere ginseng durante il primo trimestre di gravidanza, quando l'embrione umano è nelle prime fasi del suo sviluppo. In ogni caso, è bene evitare allarmismi: le quantità di ginseng a cui erano state sottoposte le cavie nel corso dell'esperimento fu massiccia e di gran lunga superiore a quella che un essere umano può normalmente ingerire.
Se amate il ginseng, potete assumerlo in quantità moderate dal terzo trimestre di gravidanza, senza superare la quantità di una o due tazzine al giorno.
Caffè decaffeinato in gravidanza
Si è visto come il caffè decaffeinato contenga una minore quantità di caffeina. Dunque quanti decaffeinati è possibile consumare al giorno, in gravidanza?
Attualmente non esistono linee guida da parte dell'OMS o del Ministero della Salute in merito al consumo di caffè decaffeinati in gestazione.
Senz'altro, dal momento che il decaffeinato contiene una quantità davvero modesta di caffeina, potrebbe essere considerato più sicuro rispetto al caffè normale.
Tuttavia, è bene considerare che il decaffeinato subisce un processo di trasformazione di lavorazione abbastanza complesso (il cui obiettivo è quello di eliminare la caffeina dal prodotto). Attraverso tale processo, la bevanda viene a contatto con numerosi agenti chimici, tra cui i solventi, anche se, in realtà, la maggior parte di questi vengono eliminati durante il processo di torrefazione. Tuttavia, per non correre rischi, anche in questo caso è meglio non abusare dei decaffeinati, ma limitarsi a massimo due tazzine al giorno.
Anche per il tè deteinato vale lo stesso principio: il processo di trasformazione può essere alterato dagli agenti chimici con cui il tè viene lavorato. In alternativa, è meglio preferirgli tisane e infusi considerati sicuri, come la camomilla, la melissa, il finocchio e lo zenzero.
Caffè d'orzo in gravidanza
L'alternativa forse migliore al caffè o al tè in gravidanza è il caffè d'orzo, che non contiene caffeina e che possiede, inoltre, proprietà digestive e antinfiammatorie.
Il caffè d'orzo, oltretutto, ha anche proprietà galattogene (ovvero che favoriscono la produzione di latte). Ecco perché il caffè d'orzo non è consigliato solo in gravidanza, ma anche durante la fase dell'allattamento.
Occorre sottolineare anche che il caffè d'orzo non apporta alcuna caloria all'organismo (a meno che non si aggiungano miele o zucchero come dolcificanti nella bevanda).
È però opportuno ricordare che il caffè d'orzo contiene glutine e, pertanto, non deve essere assunto dalle pazienti celiache o da quelle intolleranti alle proteine dei cereali.
I rischi del caffè in gravidanza
Si è visto fin qui quali siano le dosi massime consentite di caffè in gravidanza e quali siano le alternative migliori al caffè durante la gestazione. Tuttavia è bene ricordare anche quali possono essere i rischi legati al consumo di caffè in gravidanza.
Come già accennato, durante la gestazione la donna rallenta il metabolismo della caffeina di quindici volte rispetto al normale: ecco perché aumentano i rischi per la crescita e per lo sviluppo fetale.
Dopo l'assunzione del caffè, la caffeina assorbita dall'organismo si accumula nella placenta. Il feto ha una immaturità funzionale del fegato e non produce gli enzimi che servono al metabolismo di questa e di altre sostanze. Il caffè, inoltre, è in grado di ridurre l'assorbimento di ferro (altra sostanza importantissima durante la gravidanza) in particolare se la donna è fumatrice.
Esistono numerosi studi che hanno evidenziato come vi sia uno stretto rapporto tra l'assunzione di caffeina e un esito avverso in gravidanza. Come già detto, un consumo di caffè può aumentare il rischio di incorrere in aborto spontaneo, ma non solo: esso può provocare anche un basso peso del neonato alla nascita (o, viceversa, obesità nel nascituro), nonché un parto prematuro.
Come comportarsi, invece, con l'assunzione di caffè dopo il parto? La caffeina riesce a passare nel latte materno e provocare, da un lato, ipereccitabilità e, dall'altro, difficoltà nel sonno del bambino.
Un suggerimento è quello di evitare un abuso nel consumo di bevande e alimenti contenenti caffeina e teina, seguendo lo stesso dosaggio consigliato per la gravidanza.
In ogni caso, è sempre bene consultare il medico.