Esami del sangue per il neonato: ecco cosa sapere

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 04 Dicembre, 2024

neonato fa prelievo di sangue

Le analisi del sangue nei bambini rappresentano uno strumento fondamentale per monitorare la salute nei primi giorni e mesi di vita.

Sin dal momento della nascita, infatti, il sangue può fornire informazioni cruciali su eventuali condizioni congenite, malattie metaboliche o carenze nutrizionali.

Ecco una guida.

Esami del sangue nei bambini: a cosa servono?

Gli esami del sangue per il neonato, detto anche screening neonatale, consistono in semplici test non invasivi capaci di identificare in modo precoce numerosi disturbi.

Si tratta di un programma di medicina preventiva, al fine di ricercare determinate patologie (anche congenite) che potrebbero ostacolare il normale sviluppo del neonato.

In questo modo, può essere possibile intervenire per tempo con azioni mirate e specifiche per migliorare la prognosi del disturbo e la qualità di vita del paziente.

In Italia, gli esami del sangue per i neonati sono obbligatori e offerti gratuitamente a tutti dal 1992 (L. 104/1992) e riguardando tre malattie:

Inoltre, nel rispetto del DPCM 12 gennaio 2017 (articolo 38, comma 2), sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il nostro Paese garantisce a tutti i neonati "le prestazioni necessarie e appropriate per la diagnosi precoce delle malattie congenite previste dalla normativa vigente e dalla buona pratica clinica, incluse quelle per la diagnosi precoce della sordità congenita e della cataratta congenita, nonché quelle per la diagnosi precoce delle malattie metaboliche ereditarie individuate con decreto del Ministro della Salute in attuazione dell'articolo 1, comma 229, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, nei limiti e con le modalità definite dallo stesso decreto".

Più in generale, poi, gli esami del sangue per i neonati risultano strumenti diagnostici chiave per osservare la salute dei più piccoli e identificare in maniera precoce eventuali problemi.

Ecco gli scopi principali di questi esami:

  • monitoraggio della bilirubina: un’elevata concentrazione di questo elemento nel sangue può causare ittero e provocare ingiallimento della pelle e degli occhi. L'analisi della bilirubina serve a monitorare e gestire questa condizione;
  • verifica di infezioni: il neonato, nel corso del parto o in ospedale, può sviluppare alcune infezioni, come la sepsi neonatale;
  • anemia e altre condizioni ematologiche: l’anemia e altre anomalie nei globuli rossi, bianchi o piastrine potrebbero indicare condizioni come infezioni o malattie genetiche;
  • valutazione dei livelli di zucchero nel sangue: è possibile calcolare i livelli di zuccheri e prevenire la glicemia, soprattutto nei neonati prematuri o di madri diabetiche.

Questi esami sono poco invasivi e possono fornire informazioni cruciali per la cura del neonato nelle prime fasi di vita.


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A che età fare il primo prelievo di sangue ai bambini

I test del sangue obbligatori per neonati sono un diritto per tutti i nuovi nati e vengono eseguiti presso il centro nascita prima che il bambino lasci l’ospedale; in Italia, per legge, fra le 48 e le 72 ore di vita.

Considerando, però, gli esami del sangue generici, questi servono a ricercare eventuali problematiche (check up di controllo): tale screening, di norma, viene prescritto dai diciotto anni.

Qualora il bambino dovesse manifestare disturbi che richiedono un approfondimento, il pediatra prescriverà il prelievo, a qualsiasi età.

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Le tempistiche per gli esami del sangue ai bambini solitamente sono:

  • tra i 6 mesi e 1 anno: il pediatra potrebbe prescrivere un prelievo di sangue per controllare eventuali carenze nutrizionali o per monitorare livelli di vitamine e minerali. In questa fascia d’età è importante valutare l'anemia, soprattutto in bambini che non ricevono abbastanza ferro dalla dieta o che sono nati prematuri;
  • 2-5 anni: il pediatra potrebbe richiedere esami del sangue per escludere allergie, infezioni, disturbi generici o carenze nutrizionali – compatibilmente con la storia medica del bambino ed eventuali sintomi;
  • prima dell'inizio della scuola: intorno ai 4-6 anni, alcuni bambini possono sottoporsi a prelievi di sangue come parte di un controllo generale di salute prima di iniziare la scuola, soprattutto se ci sono preoccupazioni legate alla crescita o a particolari sintomi.

Esami del sangue al neonato: quali fare?

I bambini possono essere sottoposti a diversi esami del sangue, molti dei quali sono simili a quelli eseguiti sugli adulti.

Questi esami possono essere generali o specifici per determinate patologie e si dividono in quelli di primo livello o di secondo livello (più approfonditi), a seconda delle necessità.

Tra gli esami del sangue di primo livello (i più comuni) per i bambini troviamo:

  • glicemia: per monitorare il metabolismo degli zuccheri;
  • creatinina e azoto: per valutare la funzionalità renale;
  • emocromo: per controllare la quantità di globuli bianchi, rossi, emoglobina e piastrine;
  • sideremia e ferritina: per individuare eventuali carenze di ferro;
  • transaminasi e bilirubina: per controllare lo stato di salute del fegato;
  • proteina c reattiva e procalcitonina: utili per rilevare infezioni o infiammazioni;
  • colesterolo totale, hdl e trigliceridi: per monitorare il metabolismo dei lipidi e prevenire problemi cardiovascolari;
  • elettroliti come sodio, potassio e calcio: importanti per valutare situazioni di possibile disidratazione.

Tra gli esami di secondo livello, più approfonditi, troviamo:

  • esami allergologici: tra cui ige specifiche, prick test e rast (radio allergo sorben test);
  • esami immunologici: come immunoglobuline, titoli anticorpali e immunità cellulare;
  • esami per la crescita: come quelli per la celiachia, transglutaminasi anti-tissutale, anticorpi anti-endomisio e antigliadina, oltre all'albumina;
  • esami per infezioni: che includono l’esame delle urine, tamponi e colture di liquidi biologici;
  • esami specifici: mirati a patologie particolari.

Analisi del sangue nei bambini: come comportarsi?

Il prelievo del sangue nei neonati deve essere effettuato esclusivamente da personale specializzato, come:

  • pediatri;
  • infermieri pediatrici e neonatali.

Prelevare il sangue a un bambino richiede abilità specifiche: non solo esperienza tecnica e manualità, ma anche molta pazienza ed empatia. È fondamentale che l'operatore sia in grado di mettere il bambino a suo agio per evitare che l'esame diventi un’esperienza traumatica. 

Il legame che si crea tra il bambino e il professionista è spesso di grande importanza, poiché l'infermiere può usare giochi, libri o altri strumenti per distrarre il piccolo e ridurre l'ansia.

Nei neonati, il prelievo avviene in pochi minuti con il supporto dei genitori, utilizzando una farfallina pediatrica, uno strumento che rende la procedura più rapida e meno invasiva.

Nei bambini dai 3 anni in su, il prelievo venoso viene effettuato sul braccio, sempre con l'uso di un ago a farfalla, che essendo più corto e sottile risulta più facile da gestire.

Come per gli adulti, anche i bambini devono essere a digiuno per il prelievo del sangue, tuttavia è permesso bere acqua, poiché l'idratazione facilita l'individuazione delle vene.

Per il genitore, possono essere utili queste linee guida:

  • prepararsi emotivamente: i neonati sono sensibili alle emozioni dei genitori, quindi è importante mantenere la calma e cercare di non trasmettere ansia;
  • scegliere un ambiente adatto: le analisi del sangue nei neonati vengono solitamente eseguite in ospedale o in un laboratorio pediatrico specializzato, dove il personale è abituato a trattare i bambini piccoli. A volte, tenere il neonato durante il prelievo di sangue può aiutarlo a sentirsi più sicuro;
  • consolare il neonato: dopo il prelievo, potrebbe essere utile coccolare o allattare il neonato per calmarlo e farlo sentire al sicuro. L'allattamento, oltre a fornire nutrimento, ha un effetto calmante sui neonati e può aiutare a ridurre il disagio. Il personale sanitario applicherà un piccolo cerotto o una garza sull'area interessata. È bene monitorare la zona per assicurarti che non ci siano segni di irritazione o infezione.
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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