Un neonato che russa può essere fonte di inquietudine per i neo genitori, ma quand'è che questo fenomeno è fisiologico e quando, invece, è il segnale di un disturbo delle vie respiratorie? Cosa fare se un neonato russa quando dorme?
Facciamo chiarezza.
Perché un neonato russa?
Osservare un neonato che dorme è, per i neo genitori, un momento di grande emozione, tuttavia talvolta può provocare qualche apprensione; è questo il caso di quando un neonato russa o dorme emettendo suoni dalle cavità nasali, i quali possono costituire una fonte di preoccupazione.
Sebbene un neonato che russa possa essere un fenomeno del tutto normale, è importante imparare a riconoscere quando si tratta di una condizione fisiologica e quando, invece, è opportuno contattare il pediatra.
A differenza dei bambini più grandi, i neonati hanno spesso una respirazione veloce e rumorosa durante il sonno, tuttavia ciò non deve essere motivo di preoccupazione; respirano solamente dal naso e a volte basta una piccola quantità di muco presente nelle vie respiratorie per rendere il sonno non del tutto silenzioso.
Si stima che circa un 10%-14% dei neonati russi durante la notte, mentre solo un terzo di essi sarebbe soggetto a un problema di apnea ostruttiva del sonno.
È importante tenere presente, inoltre, che nei bimbi molto piccoli le pause nella respirazione sono più frequenti rispetto a quanto accade negli adulti, soprattutto quando stanno attraversando la fase REM.
In linea generale, il russare è causato da un ostacolo che impedisce il corretto passaggio d’aria dal naso alla gola: nei bambini uno dei motivi più comuni di questo fenomeno è l’ingrossamento delle adenoidi, dovuto principalmente alle frequenti respiratorie alle quali sono soggetti.
Se un neonato russa durante i primi mesi di vita, la causa più probabile è la ristrettezza delle cavità nasali; anche in presenza di una minima secrezione di muco, ecco che si produce il suono tipico del russamento.
Il fenomeno diviene estremamente più evidente e più comune, poi, quando il bimbo è raffreddato: spesso in questo caso la respirazione rumorosa durante il sonno è anche dovuta a una posizione scorretta della lingua, che determina una riduzione del flusso d'aria.
Qualora il fenomeno fosse occasionale o legato alla presenza di una malattia da raffreddamento, se il neonato russa il fenomeno non dovrebbe costituire motivo di preoccupazione.
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Se, invece, il neonato russa in modo abituale e se sono presenti malessere e affaticamento durante le ore diurne, associate a un ritardo nella crescita e sonno agitato, allora è consigliabile contattare il pediatra di riferimento per effettuare un controllo.
Neonati che russano: può essere apnea ostruttiva?
I neonati russano con relativa facilità, tuttavia vi sono delle situazioni in cui il russamento non è dovuto a un banale raffreddore, ma a una vera e propria difficoltà respiratoria.
Qualora questa condizione fosse continuativa e dovesse provocare malessere nel bimbo, è opportuno rivolgersi al pediatra, il quale saprà riconoscere l'eventuale presenza di un'apnea ostruttiva.
Questo termine, spesso abbreviato in OSAS (vale a dire obstructive sleep apnea syndrome) è un disturbo della frequenza respiratoria che si caratterizza per un arresto nel respiro di almeno dieci secondi.
Possono esservi differenti livelli di gravità: dal russamento semplice, che compare non più di due notti a settimana, a quello sintomatico, fino ad arrivare alla cosiddetta sindrome delle aumentate resistenze respiratorie.
I soggetti più colpiti da questa problematica sono i bambini di età compresa tra i due e i cinque anni, soprattutto se presentano un ingrossamento delle adenoidi e delle tonsille, una malocclusione dentale o il palato stretto.
Per verificare la presenza di questa condizione occorre svolgere un esame chiamato pulsossimetria notturna, il quale, mediante l'utilizzo di un saturimetro, va a verificare il livello di ossigenazione nel sangue.
I sintomi più comuni dell'apnea notturna includono:
- sonno agitato;
- russamento continuo e rumoroso;
- pause nel respiro frequenti;
- sudorazione notturna;
- estrema stanchezza durante il giorno;
- inappetenza diurna;
- ritardi nella crescita: questi sono dovuti a una scarsa produzione dell'ormone della crescita, il quale viene secreto proprio durante le ore notturne ma che, a causa dei frequenti risvegli, può essere prodotto in quantità ridotta;
- magrezza;
- difficoltà nella deglutizione, a causa dell'ipertrofia tonsillare;
- incubi frequenti;
- enuresi;
- maggior predisposizione allo sviluppo di malattie metaboliche o cardiache.
Apnea ostruttiva: cosa fare in questo caso?
Il trattamento dell'apnea ostruttiva dipende in larga parte dal livello di gravità. Nel caso di problematiche di lieve entità, è possibile (in accordo col pediatra), utilizzare spray nasale al cortisone oppure farmaci come gli antagonisti dei leucotrieni o gli antistaminici.
In aggiunta a ciò, è utile dormire sul fianco mantenendo la schiena leggermente sollevata, facendo sempre attenzione affinché l'ambiente raggiunga un adeguato livello di umidità.
Qualora l'ostruzione fosse grave, occorre intervenire sulla causa primaria del problema, ad esempio utilizzando dispositivi orali che hanno come obiettivo quello di impedire la scorretta posizione della lingua durante il sonno.
Oltre alla terapia con il logopedista (che serve a riequilibrare la muscolatura del viso), il pediatra può consigliare l'esecuzione dell'intervento per rimuovere le adenoidi o le tonsille ipertrofiche.
Una recente alternativa all'intervento chirurgico, che viene apprezzata soprattutto in caso di bambini piccoli, è rappresentata dall'impiego delle radiofrequenze: esse permettono, già dai primi utilizzi, di riposare meglio e vengono sfruttate sempre più spesso per diminuire il volume delle adenoidi.
Cosa fare se il neonato russa
Notare che il neonato ha un respiro rumoroso mentre dorme può essere fonte di preoccupazione per i genitori e, qualora si sospettasse qualcosa di più di una semplice iper produzione di muco, è consigliabile chiedere consiglio al proprio pediatra di riferimento.
In genere il trattamento di riferimento per la pulizia delle vie nasali è costituito dai lavaggi, i quali risultano molto utili per apportare sollievo e liberare il naso dall'eccesso di secrezioni.
Mediante l'iniezione di una piccola quantità di soluzione fisiologica, si procede all'aspirazione delle cavità nasali utilizzando l'apposto apparecchio. In accordo col pediatra è poi possibile utilizzare spray nasali contenenti farmaci antinfiammatori, mentre nei casi più gravi si può arrivare a somministrare l'ossigenoterapia.
Neonato che russa: quando contattare il pediatra
Sentire che il neonato russa in alcune occasioni può essere normale, tuttavia, se questo fenomeno si protrae per diverse notti in modo continuativo, se il bimbo ha difficoltà a respirare o se accusa malessere durante il giorno, è sempre consigliabile farlo visitare dal pediatra.
In particolare, altre manifestazioni fisiche da tenere monitorate includono:
- dispnea, ovvero respirazione difficoltosa;
- emissione di suono sibilanti o striduli in occasione dell'espirazione;
- tosse "metallica";
- emissione di suoni stridenti o raschiati nel momento dell'inspirazione;
- febbre;
- respiro rumoroso anche durante il giorno;
- emissione di rantoli.
Il rantolo emesso dal bambino mentre dorme non è dovuto al fatto che vi è un ostacolo rappresentato dal muco nelle vie respiratorie, bensì dalle vibrazioni dell'aria a contatto con le secrezioni presenti nelle fosse nasali.
Anche in questo caso si rivelano molto utili i lavaggi con soluzione fisiologica e l'abitudine di umidificare maggiormente la stanza dove il bimbo dorme, in modo da evitare che il muco diventi eccessivamente secco.
È anche possibile che i neonati russino a causa dell'ingrossamento delle adenoidi: tale condizione è più frequente in inverno, favorita delle infezioni respiratorie, e può determinare problemi nella fase del sonno; sarà comunque il pediatra a valutare l'effettivo ingrossamento delle adenoidi o delle tonsille, e a suggerire il trattamento più efficace.