Vitamina D per neonati: perché è fondamentale per la crescita e lo sviluppo

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 11 Dicembre, 2024

Un neonato che assume delle vitamine

I neonati hanno bisogno di vitamine e in particolare di integrare la vitamina D, un micronutriente fondamentale per la loro crescita. Questo perché né il latte materno né quello in formula contengono quantità sufficienti di vitamina D per soddisfare il loro fabbisogno giornaliero.

Quando si parla di integrazione, è corretto riferirsi specificamente alla vitamina D3 per neonati, la forma più comunemente utilizzata e raccomandata per loro.

Vitamina D nei neonati

La vitamina D è un micronutriente fondamentale per la salute e lo sviluppo dei neonati. Questa vitamina liposolubile contribuisce alla crescita e al benessere del bambino fin dai primi giorni di vita.

Ecco perché.

Sviluppo osseo e dentale 

La vitamina D aiuta a sviluppare ossa e denti forti e sani. Favorisce l'assorbimento del calcio e del fosforo nell'intestino, elementi indispensabili per la formazione e il mantenimento di una struttura ossea robusta.

Senza un adeguato apporto di vitamina D, le ossa del neonato potrebbero non mineralizzarsi in modo corretto, compromettendone la crescita e la resistenza.

Supporto al sistema immunitario 

Oltre alla sua funzione relativa allo sviluppo scheletrico, la vitamina D è un potente alleato del sistema immunitario del neonato.


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Contribuisce, infatti, a rafforzare le difese naturali dell'organismo, aiutando il bambino a combattere infezioni e malattie. Un adeguato livello di vitamina D può ridurre il rischio di infezioni respiratorie e altre patologie comuni nei primi mesi di vita.

Prevenzione del rachitismo 

Una delle funzioni più importanti della vitamina D è la prevenzione del rachitismo, una malattia che causa deformità ossee e ritardi nella crescita. Il rachitismo si verifica quando le ossa non si mineralizzano correttamente a causa di una grave carenza di vitamina D.

Garantire un apporto sufficiente di questa vitamina fin dalla nascita aiuta a prevenire questa condizione potenzialmente grave. Anche se è il caso di osservare che questa condizione è tra le malattie infantili più frequenti in molti paesi in via di sviluppo. Nei paesi sviluppati il rachitismo è raro. 

Vitamina D nei bambini: fabbisogno e dosaggio raccomandato

Per garantire una crescita sana e prevenire carenze nutrizionali è bene conoscere il corretto fabbisogno di vitamina D per il neonato.

Le linee guida attuali forniscono raccomandazioni precise basate sull'età del bambino.

Vitamina D al neonato nei primi 12 mesi di vita 

Secondo la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e la Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP), durante il primo anno di vita, il fabbisogno giornaliero raccomandato di vitamina D per i neonati è di 400 UI (Unità Internazionali).

Questa dose è sufficiente per prevenire il rachitismo e supportare lo sviluppo osseo ottimale nella maggior parte dei bambini. Questo dosaggio è raccomandato indipendentemente dal fatto che il bambino sia allattato al seno o con latte artificiale.

Vitamina D ai bambini dai 12 ai 24 mesi

Dopo il primo compleanno, il fabbisogno di vitamina D aumenta leggermente. Le linee guida del Ministero della Salute italiano raccomandano 800-1200 UI/giorno di vitamina D per i primi 18-24 mesi, iniziando dal secondo mese di vita o dalla nascita in caso di carenze materne.

  • per i nati pretermine si consigliano dosi di 1500-2000 UI/die (37.5-50 μg) a seconda del grado di prematurità;
  • la supplementazione dovrebbe continuare dopo i 2 anni in caso di scarsa esposizione solare, specialmente nei bambini con pelle scura.
  • neonati che vivono in regioni con scarsa luce solare;
  • bambini con determinate condizioni mediche o che assumono farmaci che interferiscono con il metabolismo della vitamina D.

Secondo le linee guida dell'American Academy of Pediatrics:

  • 200 UI/giorno per tutti i lattanti nel primo anno di vita;
  • 200 UI/giorno anche nelle età successive, fino all'adolescenza compresa.

Il pediatra è la figura più indicata per valutare il caso specifico legato alle condizioni e alle esigenze del bambino e prescrivere il dosaggio più adatto. È bene sapere che non va mai aumentata la dose di vitamina D senza prima consultare il medico, perché il sovradosaggio può essere dannoso tanto quanto la carenza.

Mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la supplementazione di vitamina D fin dalla nascita, ma non specifica un dosaggio preciso.

Vitamina D per neonati: fino a quando?

L'integrazione di vitamina D è generalmente raccomandata per tutto il primo anno di vita.

Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe essere consigliata fino ai 18-24 mesi o anche oltre, a seconda delle specifiche esigenze del bambino e delle indicazioni del pediatra. 

Carenza di vitamina D nei bambini 

Una carenza vitaminica, ipovitaminosi (o avitaminosi), può  avere conseguenze importanti sulla salute dei neonati e dei bambini, sia a breve che a lungo termine.

Sintomi del deficit di vitamina D

Il deficit di vitamina D nei neonati e nei bambini può manifestarsi in diversi modi, alcuni più evidenti di altri:

  • debolezza muscolare: i bambini possono mostrare difficoltà nel sostenere il capo, nel sedersi o nel camminare, a seconda dell'età;
  • dolori ossei e articolari: i bambini più grandi possono lamentare dolori diffusi, specialmente alle gambe e alla schiena;
  • irritabilità e pianto eccessivo: nei neonati, una carenza grave può causare irrequietezza e pianto inconsolabile;
  • sudorazione eccessiva: questo sintomo è particolarmente comune nei neonati con deficit di vitamina D;
  • ritardo nella dentizione: la carenza può rallentare la comparsa dei primi denti nei neonati;
  • infezioni ricorrenti: la vitamina D supporta il sistema immunitario, quindi una sua carenza può aumentare la suscettibilità alle infezioni.

Una pastiglia di Vitamina D

Nei casi più gravi, soprattutto se la carenza persiste nel tempo, possono manifestarsi sintomi più evidenti:

  • deformità ossee: le ossa possono diventare morbide e piegarsi, causando gambe arcuate o ginocchia valghe;
  • ingrossamento dei polsi e delle caviglie: segno classico di rachitismo;
  • ritardo nella chiusura della fontanella: nei neonati, la fontanella anteriore può rimanere aperta più a lungo del normale;
  • ritardo nella crescita: i bambini possono mostrare una crescita più lenta rispetto ai coetanei.

Conseguenze a lungo termine

Se non trattata, la carenza di vitamina D può portare a conseguenze serie e durature:

  • rachitismo: questa è la complicazione più nota e grave della carenza di vitamina D nei bambini in crescita. Il rachitismo causa una mineralizzazione inadeguata delle ossa, portando a deformità scheletriche che possono diventare permanenti se non trattate tempestivamente;
  • problemi ossei a lungo termine: anche se il rachitismo viene trattato, i bambini che hanno sofferto di una carenza grave di vitamina D possono avere un rischio aumentato di osteoporosi in età adulta;
  • maggior rischio di fratture: la bassa densità ossea causata dalla carenza di vitamina D rende le ossa più fragili e soggette a fratture, un rischio che può persistere anche in età adulta se non adeguatamente trattato;
  • problemi dentali: la carenza di vitamina D può influenzare negativamente lo sviluppo dei denti, portando a una maggiore incidenza di carie e altri problemi dentali;
  • possibili effetti sul neurosviluppo: alcuni studi hanno suggerito un legame tra bassi livelli di vitamina D e un aumentato rischio di disturbi del neurosviluppo, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa associazione.

In particolare, lo studio pubblicato su PubMed Central esamina la relazione tra le concentrazioni di vitamina D e gli esiti del neurosviluppo nei bambini di 3-5 anni. Lo studio ha analizzato i dati di donne incinte randomizzate per ricevere diverse dosi di vitamina D durante la gravidanza e ha valutato lo sviluppo neurologico dei loro figli.

Sovradosaggio di vitamina D nei neonati 

Mentre la carenza di vitamina D è più comune e discussa, è altrettanto importante essere consapevoli dei rischi associati all'eccesso di questa vitamina, condizione nota come ipervitaminosi D

Sebbene rara, l'ipervitaminosi D può verificarsi in caso di integrazione eccessiva e prolungata.

Sintomi di ipervitaminosi D

L'eccesso di vitamina D può causare una serie di sintomi e complicazioni, alcuni dei quali possono essere gravi.

Questi sintomi possono svilupparsi gradualmente e potrebbero non essere subito riconosciuti come legati all'eccesso di vitamina D.

  • ipercalcemia: l'effetto principale dell'eccesso di vitamina D è l'aumento dei livelli di calcio nel sangue. Questo può manifestarsi con questi sintomi: nausea e vomito; perdita di appetito; sete eccessiva; stitichezza o diarrea; debolezza muscolare; confusione e letargia;
  • problemi renali: l'ipercalcemia può portare alla formazione di calcoli renali e, in casi gravi, a danni renali permanenti;
  • problemi cardiaci: livelli eccessivi di calcio possono interferire con la funzione cardiaca, causando aritmie;
  • disidratazione: l'aumento dell'escrezione urinaria di calcio può portare a una rapida disidratazione;
  • Problemi di crescita: nei bambini, l'eccesso prolungato di vitamina D può interferire con la crescita normale;
  • Dolori ossei: paradossalmente, l'eccesso di vitamina D può causare dolori ossei, simili a quelli della carenza;
  • Calcificazione dei tessuti molli: in casi estremi, si può verificare una deposizione di calcio in organi come i reni, il cuore e i vasi sanguigni.

Per prevenire l'ipervitaminosi D, è fondamentale attenersi rigorosamente ai dosaggi raccomandati dal pediatra, non aumentare mai la dose di vitamina D senza prima consultare il medico.

È importante fare attenzione a non somministrare la vitamina D attraverso più fonti contemporaneamente, come ad esempio combinando gocce di vitamina D con multivitaminici; evitare di somministrare al bambino integratori di vitamina D da banco senza consulto medico, anche se sembrano innocui.

In caso di supplementazione a lungo termine, il pediatra potrebbe consigliare controlli periodici dei livelli di vitamina D e calcio nel sangue per monitorare la situazione. 

Fonti di vitamina D

Come premesso, la vitamina D è essenziale per lo sviluppo del neonato, ma le sue fonti sono limitate. Sapere quali sono, però, può essere utile a garantire uno stile di vita corretto.

Sintesi cutanea tramite esposizione solare 

La principale fonte naturale di vitamina D è la sintesi cutanea attraverso l'esposizione ai raggi UVB del sole. Quando la pelle è esposta alla luce solare, una forma di colesterolo presente nella pelle si trasforma in vitamina D3.

È pur vero che per i neonati l'esposizione diretta al sole non è raccomandata a causa dei rischi di scottature e danni alla pelle. Inoltre, molti fattori possono limitare questa sintesi:

  • l'uso di protezioni solari, necessarie per proteggere la pelle delicata del neonato;
  • la pigmentazione della pelle (i bambini con pelle più scura producono meno vitamina D);
  • la stagione e la latitudine (in inverno e nelle regioni più a nord, la sintesi è ridotta);
  • l'inquinamento atmosferico.

Per tutti questi motivi, la sintesi cutanea non è considerata una fonte affidabile di vitamina D per i neonati.

Contenuto nel latte materno e artificiale 

Il latte materno, pur essendo l'alimento ideale per il neonato, contiene quantità molto basse di vitamina D, insufficienti a soddisfare il fabbisogno giornaliero del bambino.

La concentrazione di vitamina D nel latte materno dipende dallo stato nutrizionale della madre e dalla sua esposizione al sole. In media, il latte materno contiene circa 25 UI/L di vitamina D, molto al di sotto del fabbisogno giornaliero raccomandato di 400 UI.

Il latte artificiale è generalmente fortificato con vitamina D, ma le quantità possono variare tra i diversi prodotti. Anche assumendo un latte formulato arricchito, un neonato dovrebbe consumarne circa 1 litro al giorno per raggiungere l'apporto raccomandato di 400 UI, quantità che spesso non viene raggiunta, soprattutto nei primi mesi di vita.

Alimenti ricchi di vitamina D

Per i neonati nei primi mesi di vita, gli alimenti solidi non sono una fonte di vitamina D perché la loro alimentazione è basata esclusivamente sul latte.

Tuttavia, quando si inizia lo svezzamento, intorno ai 6 mesi, si possono introdurre gradualmente alcuni alimenti ricchi di vitamina D, tra questi:

  • pesce grasso (salmone, sgombro, aringa);
  • tuorlo d'uovo;
  • alimenti fortificati (alcuni cereali per l'infanzia, yogurt, succhi di frutta).
Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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